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Fallo ancora una volta Claudio

Ancora non mi ci sono abituato…

Strano questo nuovo modo di ascoltare musica, strana quest’attesa, una sorta di convivio emozionale, di banchetto musicale, di degustazione artistica che fa radunare i molti ogni primo e quarto martedì di ogni mese per assaporare la nuova ricetta, il nuovo piatto, i nuovi gusti, odori, sapori e colori di uno chef elegante, colto, raffinato, sensibile e innovativo! Ma la cosa più strana è giudicare queste canzoni, o per lo meno parlo di me!

Molto diverso dover giudicare un brano inserito in un CD, in un progetto, dove tutto ha un filo conduttore ed ogni brano all’interno di questo ha un senso o un non senso di esistere, dove magari un brano “defilato” rispetto ad altri ha comunque il compito di sorreggere o aiutare la struttura a reggersi in piedi o fare da collante, non si giudica solo la bontà del brano in se, ma il ruolo del brano all’interno del disco stesso. In questo caso invece il giudizio è essere limitato a se stesso, non una correlazione con altri brani, non un progetto che fa da incipit e cappello alle canzoni, non un senso comune all’interno del senso individuale del brano.

Tempo fa mi è capitato di andare ad uno spettacolo promosso dai musicisti che hanno accompagnato De Andrè nella sua ultima tournee ed oltre a riproporre la scaletta fedele all’originale hanno intrattenuto il pubblico presente raccontando alcuni aneddoti di un De Andrè poco noto. Uno di questi riguardava proprio il significato che De Andrè dava ai suoi brani, la valenza, l’importanza ed il ruolo all’interno di un CD e di contro l’esecuzione slegata dal contesto dallo stesso. La storia era più o meno questa:

“…la nostra scaletta prevedeva alcuni brani obbligatori da eseguire sempre, altri brani  che potevano essere inseriti o sostituiti da concerto a concerto a seconda della voglia o meno di Fabrizio di cantare questo o quello e in più avevamo alcuni brani che usavamo come bonus, o bis o “a gentile richiesta”, così da coprire quasi tutto il panorama musicale di Fabrizio e accontentare anche i palati più fini, ma puntualmente dal pubblico venivano fuori sempre le richieste che non ti aspetti o i brani che Fabrizio non intendeva assolutamente eseguire.  Spesso Fabrizio dopo i concerti brontolava perché il pubblico non capiva la sua reticenza a eseguire questo o quel brano, quasi si limitasse a sentire le sue canzoni senza coglierne il senso profondo. Uno dei brani più gettonati, più richiesti come bis dal pubblico era sicuramente IL BOMBAROLO (un brano tratto da un concept  album dal nome STORIA DI UN IMPIEGATO, un album importante, serio, spigoloso, anche pericoloso, uscito a cavallo degli anni di piombo, gli anni del terrorismo. L’album che parla appunto di un impiegato stanco dei soprusi, delle ingiustizie sempre a carico del ceto medio e decide di farsi giustizia da solo improvvisandosi così da terrorista e decide di costruirsi una bomba da far esplodere al centro di una piazza – album per il quale De Andrè è stato spiato, seguito, sorvegliato e vivisezionato dai servizi segreti italiani per quasi 20 anni perché sospettato di essere un terrorista! -. Il brano: il bombarolo, parla proprio della presa di coscienza di questo impiegato nel voler fare il terrorista, da giustiziato a giustiziere). Alla fine di un di questi concerti il pubblico iniziò così ad invocare a gran voce il bombarolo, l’insistenza fu così tanta che Fabrizio infastidito e stizzito della cosa rispose a tono inveendo contro il pubblico e dicendo loro che non aveva alcun senso eseguire un brano come il bombarolo fuori dal contesto del CD, che se non legato alla storia raccontata in quel progetto la canzone era persino stupida e per cui non aveva intenzione di essere complice di una stupidità. Il pubblico restò di sasso e lui chiuse il concerto con un altro brano…”

Credo che questo aneddoto spieghi bene come il giudizio su un brano sia inevitabilmente influenzato dal contesto, dal progetto nella sua visione globale, dal ruolo che ricopre all’interno del CD, dalla sua funzione. E questo è sicuramente il metodo di giudizio con cui mi sono sempre approcciato ai lavori del buon Maestro. Brani che al primo ascolto ti lasciano senza fiato per la bellezza e lo spessore artistico, che valgono da solo il prezzo del CD, brani “minori” meno evidenti, quelli che apprezzi col tempo o capisci col tempo, brani forse meno d’impatto che all’interno di un progetto avevano il loro senso di esistere ed ascoltati fuori dal contesto  perdevano forza e presa emotiva, così da restare più nell’ombra di altri.

Ora ci si trova a giudicare il brano nudo e crudo, non legato a niente, semplicemente ascoltare una canzone per quello che è, trovarne, scoprirne il significato e dirsi mi piace o non mi piace.

Strano per me abituato alla complessità dei lavori di Baglioni, a rovistare tra le pieghe della sua musica per capirne tutte le sfaccettature ed i significati, strano!

E quindi? Dopo tutto sto papello i nuovi brani ti piacciono o no?

Beh io mi ritengo un ascoltatore attento della musica di Baglioni, un ascoltatore scrupolo che cerca di guardare al di là del ritornello che fa presa e che resta o no in mente come un tormentone.

Fondamentalmente non me ne può fregare di meno di come si veste, se sculetta ai concerti, il taglio di capelli, la marca dei suoi jeans, se mi guarda o mi saluta ad un concerto, se fa un acuto in più o in meno o se un acuto dura 3 minuti o 15.. Sono stato sempre attratto dalla sua poetica, dal pensiero, dallo spessore umano, dalla sua onestà intellettuale e artistica, dalla qualità del prodotto, dal messaggio, dall’innovazione, dalla sperimentazione (perché Baglioni è uno degli artisti più innovativi e sperimentatori del panorama musicale italiano, anche più di quelli che si vantano e si propongono come sperimentatori e innovatori musicali odierni), gli arrangiamenti, gli strumenti usati, le scelte armoniche, lo stile letterario utilizzato, le “genialate baglioniane” che ti fan dire: ma cosa diavolo si è inventato qui?, e scatta lo stupore! Mi ha sempre attratto quella sua capacità di rendere facili le cose difficilissime, e di stregare con la semplicità spogliato di orpelli e gingilli tecnologici\musicali!

Come tutti (o molti) credo di avere il “MIO” personale Claudio Baglioni preferito, musicalmente preferito, artisticamente preferito, intellettualmente preferito, ed il riferimento e l’ordine di paragone, volente o nolente, finisce sempre per essere quello. Mi chiedo se anche lui ha il suo Baglioni a cui fa riferimento, il Baglioni che lo ha soddisfatto di più nell’arco della sua carriera, mi chiedo se anche lui dopo aver scritto qualcosa di nuovo si auto giudica facendo riferimento ad un determinato Baglioni!

Siamo agli inizi del nuovo progetto 2 brani a fronte del dichiarato anno e mezzo di progetto sono veramente pochi per dare giudizi, anzi forse bisognerebbe avere la pazienza di aspettare e avere un panorama d’ascolto maggiore. Cosa dire di questi 2 brani? Beh una risposta l’ha data lui stesso qualche giorno fa durante intervista quando disse che non gli interessa sapere se un brano è più bello o più brutto rispetto ad altri ma piuttosto sapere se il brano aveva emozionato o no! La ricerca dell’emozione, di quell’unica cosa non manipolabile e non riproducibile! Come dargli torto! Eppure, nonostante l’emozione ci sia e ci sia stata, qualcosa a me manca! Forse perché ho sempre quel benedetto/maledetto riferimento al mio personale Baglioni, ma qualcosa mi manca. Non voglio offendere la suscettibilità di nessuno, l’amore e la stima che nutro per questo IMMENSO artista è immutata, non voglio far passare un mio personale e opinabile parere come una verità assoluta, ma per quel che mi riguarda la sensazione non è di meraviglia e stupore come un tempo, e lo è per diversi motivi.

Questa assenza di stupore e meraviglia è comparsa da SONO IO in poi, e questi ultimi 2 canzoni si innestano grosso modo in quello stile compositivo che personalmente non amo moltissimo e non credo valorizzino a pieno Baglioni. Per carità tutti i progetti da quel album in poi sono stati belli, professionali, curatissimi, ben fatti, e ci sono state anche delle “chicche” in questi 10 anni, ma è venuta forse meno una componente che mi ha sempre affascinato: la sperimentazione, l’innovazione musicale. Baglioni è stato il primo in assoluto in Italia ad usare in maniera massiccia il sistema MIDI quando ancora non era conosciuto e diffuso (andate ad ascoltate LA VITA E’ ADESSO oppure ASSOLO), Baglioni (ed musicisti che lo seguivano) ha letteralmente creato nuovi sound, nuovi mood, tempi sincopati, soluzioni armoniche e arrangiamenti di una bellezza disarmante (andate ad ascoltare un qualsiasi brano di OLTRE, e Mille giorni di te e di me o qui dio non c’è sono delle chicche in questo senso), Baglioni ha inventato un modo di scrittura musicale assolutamente innovativo e personale (provate a rileggere i testi di STRADA FACENDO, da descrittività di quell’album  e meravigliosa, le parole disegnano più delle immagini), ma si potrebbe parlare di innovazione e sperimentazione musicale e letteraria anche per VIAGGIATOTE (molto tecnologico, all’avanguardia) o per IO SONO QUI… tutti lavori accumunati da una rottura netta col passato, con l’esigenza di trovare nuove vie comunicative, nuove forme espressive, pur mantenendo un anima comune…la sua anima! Da SONO IO in poi ho ritrovato meno tutto questo, ho trovato canzoni da ascoltare “piacevolmente”, progetti “gradevoli” da portare avanti, qualche compilation di troppo (ma le case discografiche non mollano mai), qualche inedito buttato qua e la che forse non rende giustizia ad un artista STRATOSFERICO!

Ora siamo al nuovo progetto/non progetto…

Innovativo? Direi proprio di si!

Sperimentale? Assolutamente si!

Ma manca qualcosa…c’è qualcosa che non è a fuoco, c’è qualcosa che manca al MITO!

Personalmente ho l’impressione che le linee melodiche di questi brani non diano la reale percezione di NUOVO, sembrano “appunti” che richiamano cose già sentite. Il voler toccare note sovrumane ora, a questo punto della sua carriera non so se sia così produttivo. Voglio dire…parliamo di Baglioni eh!!!! Non di uno qualsiasi…cioè Baglioni quello la cui voce è quasi più bella ascoltarla nuda e cruda che attraverso compressori, equalizzatori, convertitori, expander, limiter, reverberi, delay, chorus, mixer, filtri, ecc…(andate su youtube ad ascoltare le esecuzioni live di QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE a Sanremo! Oppure MILLE GIORNI DI TE E DI ME o IO DAL MARE  a Svalutation, o ancora NEL BLU DIPINTO DI BLU ai Mondiali di Nuoto…c’è da rimanerne sconvolti dalla difficoltà, dalla precisione, dalla potenza, dalla raffinatezza, dalla fragilità, la comunicatività, dalla potenza emotiva, in una parola dalla bellezza!!! Meglio che dal disco, molto meglio che in versione studio!!! Robe possibili solo ai mostri sacri, cose fattibili solo da talenti cristallini con il dono DIVINO del sacro fuoco dell’arte nel sangue!), Baglioni! quello la cui voce va quasi sotto le frequenze del basso e e punta in alto a quelle del violino! E’ chiaro che quella voce che aveva del divino non c’è più, è chiaro che la perfezione del canto, l’estensione di 5 ottave sono venute un pò meno, la tecnica aiuta si, l’essere un grande professionista anche, ma lo strumento voce è un pò usurato dal tempo e dagli anni passati sul palco e negli studi di registrazione. Allora perché ostinarsi a cercare note che ora non risultano più naturali cantare? Cercare linee melodiche più “normali” non toglierebbe valore al mito ne sono sicuro.

Altro punto che secondo me già da SONO IO in poi ha tolto qualcosa ai suoi lavori sono le armonizzazioni e gli arrangiamenti dei brani. Voglio dire…brani belli, curati, suonati bene, mixati meglio, professionalità a secchiate, ma danno l’idea di essere piatti, quasi basi da ARRANGER, STYLE DA PIANO BAR in alcuni casi o da KARAOKE in altri frangenti. Dove sono finiti gli arrangiamenti stratosferici dove ogni strumento cantava per se, ogni strumento era un solista, ogni strumento era un protagonista, ogni linea melodica dei vari strumenti era ideata per essere compagna ideale della voce? si poteva mettere anche in solo il basso, l’arpa, o l’oboe e cantarci su mantenendo inalterata la bellezza del brano! Strumenti che crescevano, variavano, mutavano continuamente all’interno del brano e tutti insieme creavano un canto e un mood unico, tanto da farti dire: QUESTO BRANO DEVE ESSERE DI BAGLIONI! dopo 5 secondi di ascolto del brano e ancor prima che lui iniziasse a cantare! UN marchio di fabbrica e di qualità!

 Gli arrangiamenti ora risultano sicuramente articolari e complessi, curati, ma anche ripetitivi, un po’ scontati, “normali”…al primo ascolto di Dieci Dita la prima cosa che mi è balzata in mente è stata: ma suonano i Dik Dik? Ma è un brano escluso da SONO IO? Certo il senso e l’idea concettuale del brano sono bellissimi e li si ritrova tutta la sensibilità e la poetica di Baglioni, ma al risultato manca la magia, manca lo stupore! Perché inserire ad ogni brano un gioco di parole? So che è una sorta di marchio di fabbrica anch’esso, ma ormai ce lo si aspetta con relativa certezza, non è più “sorprendente” ( provate a leggere un qualsiasi testo di E tu come stai, e poi di Solo e di seguito Strada facendo, La vita è adesso, Oltre, Io sono qui, e Viaggiatore…tutte scritture completamente diverse, tutti stili assolutamente diversi, ma tutte originali, intriganti, con forme espressive e linguistiche bellissime…) e poi? Poi ho avuto la sensazione che il mito ha iniziato a imitare se stesso, con testi non sempre ispiratissimi o se volete, l’intento e l’idea di concetto non hanno trovato un risultato lirico all’altezza!

Ripeto belle canzoni, bei brani ma, ottimi stesti ma cavolo stiamo parlando di Baglioni! Quello che quando apriva bocca ti lascia prima incantato, poi inebetito per mezzora! Cioè non parliamo di sole, cuore e amore ragazzi!! Claudio Baglioni, il DIO DELLE PAROLE!!!

Voglio dire…so che il Baglioni di OLTRE non c’è più, so che quello de LA VITA E’ ADESSO non esiste più, le persone cambiano, il tempo lavora su tutti, l’artista e l’uomo sono cambiati e credo anche sia un bene per certi versi perché la forza di Baglioni è stata proprio quella di smarcarsi dal successo e reinventarsi ogni volta (per questo a 62 anni è ancora credibile ed emoziona), però qualcosa manca…a me qualcosa manca! ascolto con piacere la sua musica, riconosco la sua voce come quella di un familiare e riaffiorano tantissimi ricordi ed emozioni che legano la sua musica al mio vissuto personale, ma qualcosa manca, MANCANO LA MAGIA, L’INCANTO E LO STUPORE! La causa principale di tutto questo è quella sorta di colpa/merito da attribuire a Baglioni stesso che ad ogni lavoro nuovo ha sempre alzato l’asticella portandola molto in alto, molto più in altro della stragrande maggioranza dei suoi colleghi Italiani (ed esteri), e credo che una sorta testa a testa sia ipotizzabile solo con Battisti, De Andrè e Battiato, il resto della produzione artistica Italiana non regge il confronto per spessore e qualità (non che longevità)! Insomma siamo stati abituati troppo bene e quando sei abituato all’eccellenza, al 10 e lode, anche un 8 può essere percepito come un voto negativo!

Se avessi di fronte il Maestro gli direi (con l’affetto che un figlio ha verso il padre): la formula vincente è sempre stata quella di cambiare il cambiabile, di innovare, di reinventarsi, attingere da tutti e da tutto, fallo ancora…BENE IL PROGETTO “CB”, BENE LA SCRITTURA IN DIVENIRE, BENE QUESTA IDEA DI CONTEMPORANEITA’ E DI ATTUALITA’ DI SCRITTURA, ma trova nuovi interlocutori per gli arrangiamenti, trova un aggancio o un gancio che ti introduca in una forma di scrittura ancora nuova sperimentale diversa dal già fatto, trova nuove collaborazioni, nuovi musicisti che colorino la tua musica con sfumature non utilizzate, con idee innovative, strade ancora poco praticate. Sei stato sempre un innovatore, uno sperimentatore, i tuoi dischi sono stati sempre oggetto di studio per le soluzioni tecnico/strumentali/armoniche/compositive utilizzate. I tuoi album erano sempre più avanti del moderno, lo hai fatto con Celso Valli,  con Ruggero Cini, con Geoff Westley , con Toto Torquati, con Pasquale Minieri e con Paolone Gianolio (per nominarne solo alcuni)…tutte anime diverse che hanno interpretato e colorato in maniera diversa il tuo mondo! Contamina il tuo mondo, sporcalo, reinventalo, scomponilo e ricomponilo!

Un passaggio di Con Voi inneggia alla gioventù, al famoso sogno, a quell’ostinata e dannata voglia di non piegarsi alla vita ed al tempo…FALLO ANCORA CLAUDIO BAGLIONI, FALLO ANCORA, PER UN ULTIMA VOLTA, MA FALLO ANCORA!!! Hai parlato di un pugile che deve lasciare quando ancora è in piedi…fai di più sferra il KO metti a tappeto il tempo per un ultima volta, vincilo, superalo!!! FALLO ANCORA… INCANTA, STUPISCI, REGALA MAGIE!!!

Parli e ti riferisci al nuovo, alla giovinezza, parli di canzoni nuove e non di nuove canzoni, ANCORA UNA VOLTA RIPUDIA IL PASSATO, VESTI DI NUOVO LE TUE CANZINI, VESTI DI NUOVO LE TUE PAROLE, VESTI DI NUOVO LE TUE MELODIE, VESTI DI NUOVO I TUOI SUONI…SUPERA LA MODERNITA’ E CREA IL NUOVO!

…per un ultima volta regalami la magia, lo stupore e l’incanto di un uomo/artista OLTRE!

Mr Soul Mirror

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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