Una luce da film Americano
Piccola intervista a Claudio Baglioni sul Mensile Bell’Italia Numero 312 di Aprile 2012, in un servizio sull’Isola di Lampedusa.
CLAUDIO BAGLIONI
“Una luce da film americano”
Cantautore romano multi-generazionale, Claudio Baglioni ha un legame profondo con l’isola. Nel 2003 vi ha ideato O’Scià, festival musicale di fine estate sulla spiaggia della Guitgia.
Come ha scelto di prendere casa sull’isola?
L’ho scelta appena l’ho vista, nel ’98, quando vi sono sbarcato con un drappello di amici nell’alba di un dopo – concerto a Palermo. Ci avevano detto che era incredibile, che un mare così non l’avevamo mai visto. Sembrava un’esagerazione, ma ci abbiamo messo poco a capire che era vero.
Qual è l’aspetto dell’isola che predilige?
Ho una grande passione per il mare e le immersioni, e di mari come questo non se ne trovano facilmente, neanche nei paradisi blasonati. E poi la luce… il direttore della fotografia di queste parti è un genio: aurora,alba, mezzogiorno, meriggio, crepuscolo e tramonto riescono sempre a sorprenderti. E’ come quando, in certi film, vedi un orizzonte mozzafiato e pensi: è finto, non esiste! Invece a Lampedusa esiste…
Cosa vorrebbe migliorare di Lampedusa?
Lampedusa avrebbe tutto per essere felice, ma è infelice. Non per colpla sua, né dei clandestini. Anzi, i lampedusani hanno dato al mondo una grande lezione di solidarietà e tolleranza. Il problema è che sono stati lasciati soli, da sempre, e ne hanno pagato un prezzo salato. La piaga degli sbarchi ha colpito l’immagine dell’isola: stando alle cronache, vivrebbe in perenne stato d’assedio. Non è così: l’assedio non c’è. Cè un quotidiano non facile, ma senza il minimo rischio per residenti e turisti.
Trascrizione a cura di Sabrina Panfili in esclusiva per doremifasol.org e saltasullavita.com – Ringraziamo Monica e Roberta per la segnalazione