Intramontabile Baglioni
Riparte ConVoiTour, il “cantiere” del Claudio nazionale. Tra antologia e sperimentazione, l’officina del cantante romano scalda il pubblico. Anche quello dei giovanissimi.
Chissà in quanti tra i moltissimi giovani presenti lo hanno pensato. Intonando con Claudio Baglioni le note di Viva l’Inghilterra erano tutti in piedi al Palalottomatica di Roma, la sera del 18 e del 19, urlando a squarciagola «ma perché non sono nato là?». Il tutto esaurito per le tappe romane – ma ci sono sold out anche per le tappe di Torino e Firenze – del ConVoiTour conferma un successo mai andato fori moda. Tra gli spalti non ci sono le famiglie, come spesso accade per i grandi intramontabili big, ma gruppi di amici, tanti giovanissimi. E lo spettacolo, in fondo, anche se Baglioni non lo dice, è dedicato a loro. Alle nuove generazioni. Un cantiere in costruzione, piani che si scalano di quattro in quattro seguendo la scaletta delle canzoni. Un po’ come la vita. Tre ore piene di concerto senza pause, 33 brani che attraversano il tempo con l’intramontabile Questo piccolo grande amore, del 1972, a Con Voi, datato 2013. Una raccolta quasi tutta antologica con successi come Poster, Tu come stai, Notte di note note di notte che ha però un sapore nuovo. Tutta un’altra musica è il sottotitolo del tour. E la scritta, che campeggia a destra sul palcoscenico dice «di un concerto fatto a mano, di un laboratorio, di una officina. Tutta un’altra musica non vuole essere presuntuoso», spiega Baglioni incontrando i giornalisti prima del concerto, «ma significa un altro genere di musica, con il gusto di riscoprire i suoni analogici». E il calore “del fatto a mano” arriva al pubblico, che sembra essere sul palco e partecipare a questa «costruzione che è un concerto di musica con una valenza simbolica. In fondo è il nostro Paese che ha bisogno di essere restaurato e costruito, valorizzando il passato, ma con idee nuove. Un po’ come la musica. Tutto la vicenda artistica somiglia a un cantiere che sta sempre in piedi alla ricerca continua di una edificazione”. E quando, dopo le prime due ore «che sono come una preparazione», la voce annuncia «e adesso comincia il concerto» il pubblico è pronto a riprendere a muoversi e a cantare, come ha fatto per tutte le note precedenti. Sul palco si scatenano ancora gli artisti, 13 tra musicisti e vocalist, in un cantiere che diventa luce ed mozione. E che invita, come augura Baglioni al termine della serata, «a una buona costruzione di vita». Perché il cantiere, per tutti noi, è ancora aperto…