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Baglioni invita Berlusconi e Maroni

Baglioni:«Live ministeriale con Maronie Berlusconi per rilanciare Lampedusa». Il cantautore annuncia che vorrebbe coinvolgerli nell’edizione di settembre della rassegna «O’ Scia»

AGRIGENTO – Parla a lungo della sua isola del cuore, Lampedusa, ma anche di politica italiana, Claudio Baglioni, nella’ampia intervista rilasciata al settimanale «A» in edicola da mercoledì. Prima di tutto l’annuncio, e un auspicio: nella prossima edizione di «Lampedusa O’ Scià», l’evento musicale ideato dal cantautore romano, che andrà in scena a settembre, Baglioni spera di riuscire a coinvolgere anche il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno. 
LIVE «MINISTERIALE» – «Berlusconi adora cantare, adora il palcoscenico, adora stupire. E ha ancora un appeal formidabile», dice l’artista, «giri il mondo e c’è solo lui. Nel bene e nel male. E allora se riuscissimo a organizzare un concerto a Lampedusa sarebbe assolutamente un evento». Baglioni spiega che «le cose a due funzionano meno di quelle a tre» e azzarda: «Dobbiamo riuscire a convincere anche Roberto Maroni. Ha una sua band, Distretto 51. Nel 2007 si esibirono a Varese… Ho dei ricordi: la notte bianca, il ministro alla tastiera: Roberto ha i numeri, è un ottimo pianista-organista. Le confesso una cosa: ho anche un suo disco e qualche volta l’ascolto». Nella lunga intervista Baglioni racconta la sua amicizia con il premier, che recentemente gli avrebbe anche confidato di avvertire una certa stanchezza. «Claudio sei fortunato», gli avrebbe detto, «Beato te che canti, suoni, fai innamorare le ragazze». Baglioni confessa che dopo aver guardato con sospetto la fase della discesa in campo del premier ora si è convinto che «Berlusconi è meglio, molto meglio, di come viene raccontato: non è snob, non è aristocratico come succede spesso alle persone di potere».
L’ISOLA «VERDE» – Ma i progetti di Baglioni per Lampedusa non si fermano al concerto di settembre: «Ho incontrato più volte il ministro dell’Ambiente», dice, «Con Stefania Prestigiacomo c’è un progetto di lavoro che va avanti da dieci settimane: trasformare Lampedusa nella prima isola al mondo “oil free”: niente gasolio, niente benzina, niente energia “sporca”; solo macchine elettriche per la mobilità, solo pannelli solari per calore e luce». Poi svela un retroscena sulla casa del premier: «Gli ho scritto una email: Silvio non voglio fare i conti con i soldi tuoi, ma quella casa sul mare mettiamola a disposizione del mondo. Trasformiamola in un museo dell’ immigrazione». 
IN CONVENTO – Qualche accenno ai commenti dei leghisti sull’ondata di immigrazione che interessa l’isola siciliana, «In quel “fora dai ball” non c’è nessuna analisi, nessuna soluzione», qualche riflessione sulla politica italiana, «Ai nostri leader vorrei dire una cosa: non puoi essere il Marchese del Grillo, non puoi dire: “Io sono io e voi non siete un cazzo”. Devono cominciare a capirlo perchè la gente non ne può più e il vento dell’antipolitica comincia a soffiare forte», e infine un’ipotesi sulla sua uscita di scena: «Negli ultimi anni della mia vita andrò in convento: non è una battuta è una riflessione che dura. Sì, un convento di clausura: per pensare, per interrogarmi, per assaporare i silenzi. La fede è ricerca continua. E oggi sento il bisogno di essere utile, di fare qualcosa per qualcun altro».

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