In evidenza

F – Claudio Baglioni, che farei senza te

Articolo di Antonella FIORI per Settimanale F del 21 novembre 2023

IO, CRESCIUTA CON QUELLA MAGLIETTA FINA

Il colpo di fulmine con Piccolo grande amore. L’adolescenza passata ad ascoltare Solo. I falò in spiaggia con E tu… Quella voglia di andare lontano gridata in Poster. L’omaggio di una fan a un mito della nostra canzone, che ora si racconta in un libro

di Antonella Fiori

FREDDO, BUIO, SOLITUDINE. Una bambina affronta la sua prima settimana senza genitori, partendo per la settimana bianca con la scuola. Litiga con gli scarponi stretti, la tuta da sci che si bagna quando cade nella neve, la giacca a vento che non ripara e le mani gelate. La sera, davanti al fuoco del camino, una voce maschile da un giradischi canta di «chiare sere d’estate, il mare, i giochi, le fate» e ancora «un fuoco, quattro risate». E all’improvviso tutto cambia: via tute pesanti e maglioni.

Quella bambina – io – sente il suo corpo a contatto con l’acqua, il mare, la vita. Un colpo di fulmine: da qualche mese Claudio Baglioni ha conquistato tutti con «quella sua maglietta fina», grazie al mitico disco uscito nel settembre del 1972. Sono troppo piccola per la musica «dei grandi», dove si parla di passioni brucianti. Alle medie però sento nello stomaco qualcosa di strano quando incontro quel bambino biondo della prima A cui non oso rivolgere uno sguardo.

«Noi due inciampammo contro un bacio all’improvviso/ È troppo bello per essere vero, per essere vero, per essere vero/ Amore mio/ Ma che gli hai fatto tu a quest’aria che respiro» (Con tutto l’amore che posso).

«Mi succederà mai, prima o poi nella vita, di vivere un amore così?», mi chiedo consumando il disco.

Questo piccolo grande amore, il disco è uno dei primi esempi di concept album: racconta la storia di un ragazzo che si allontana dalla sua ragazza che ama tantissimo per fare il militare. Erano i tempi dei fotoromanzi Lancio che trovavi dalla parrucchiera quando ti portavano a pareggiare la frangetta. E quella storia un po’ da fotoromanzo lo era.

IL SUO ALTROVE È IL MARE

Decine di anni prima di Temptation Island, sognavo il falò di confronto dove lui e lei scoprono che non possono tare l’uno senza l’altra. Un mondo d’amore fatto di vicinanze silenziose e di corrispondenze sensoriali.

«Accoccolàti ad ascoltare il mare quanto tempo siamo stati senza fiatare » (E tu…).

Il mare. Quanto mare c’è nei testi di Claudio Baglioni?

Nel suo libro fotografico appena uscito, Altrove e qui, Claudio spiega il suo sentimento per il mare, quello che ha sempre messo nelle sue canzoni, lo stesso che avevo percepito sin dal primo ascolto di Questo piccolo grande amore.

Scrive:

«Il mare è il mio altrove più lontano e misterioso, è il giorno in cui penso sia cominciata la mia avventura di uomo. Quello spazio immenso e indescrivibile nel quale, ogni volta che ci si bagna, è come tornare indietro e andare avanti, proprio come sciabordio d’onda sulla riva».

Il sogno di un mondo senza costrizioni, senza catene è la grande utopia di Claudio anche in canzoni marcetta che non ti escono più dalla testa, spesso ispirate a storie vissute.

«Viva viva/ Viva l’Inghilterra/ Ma perché non sono nato là».

Poi cresci e arriva l’adolescenza inquieta dove ti senti viva solo se a scuoterti è l’adrenalina del rock.

Cosa c’entra la fine di un amore che canta in Solo

«Non tagliare i tuoi capelli mai/ Mangia un po’ di più che sei tutt’ossa/ E sul tavolo fra il tè e lo scontrino/ Ingoiavo pure questo addio »

– con i Led Zeppelin, gli Who e le atmosfere lisergiche dei Pink Floyd?

Niente, ma Claudio ha una chiave speciale: quella di aprire porte e farti fare un giro da quelle parti dove sembra che lui sia già passato.

Terapeutico. Anche quando ti proietta in universi lontani con immagini che rimandano alla nostra idea di eternità.

«Quell’aprile si incendiò/ Al cielo mi donai/ Gagarin figlio dell’umanità».

O ti chiede «Tu come stai?».

Quel «tu», che nelle conversazioni non mette più nessuno, lui lo utilizza nel 1978, epoca di lotte e politica, di manifestazioni e scuole occupate, in cui si preferiva usare il «noi». Forse solo il cantante intimista malinconico poteva riuscirci. A guardarsi dentro, senza guardarsi l’ombelico.

PASSEROTTO NON ANDARE VIA

È di!cile trovare tante persone sul palco quante ne porta oggi Claudio nei suoi spettacoli, costruiti come un  universo che ne contiene tanti, vicini ma anche lontani.

«Tutto il mio essere, nascere, crescere, sognare, diventare è stato periferia. Chissà, forse è anche per questo che ho sentito il bisogno di rovesciare la prospettiva dei concerti e sono stato il primo e ancora uno dei pochissimi a posizionare il palco in mezzo alla scena. La musica sarebbe diventata il centro per tutti noi. E, grazie a lei, ci saremmo, finalmente, ritrovati lì».

Quando canta non ci sono brani da rinnegare, da mettere fuori dal grande cerchio di note che ha costruito in 50 anni di carriera. C’è posto per Ninna nanna. Nanna ninna, ripresa da una poesia di Trilussa, una canzone struggente contro i potenti del mondo che pensano alla guerra per poi salvarsi la coscienza:

«Ninna nanna, tu non senti/ Li sospiri e li lamenti/ De la pora gente che se scanna/ Che se scanna e che s’ammazza/ A vantaggio della razza».

C’è posto per «passerotto non andare via» (Sabato pomeriggio).

Tutti avremmo voluto trattenere qualcuno che amiamo – «solo senza di te che farei» – e abbiamo immaginato un tramonto del cuore che si portava via le nostre speranze, «nei tuoi occhi il sole muore già». La passione finita l’hanno raccontata in tanti, ma Baglioni usa parole più distese su cui appoggiare una musica pop classica per narrare un sentimento che non c’è più ma che vorremmo ancora vivere.

«Ma cosa è stato di un amore/ Che asciugava il mare/ Che voleva vivere, volare/ Che toglieva il fiato/ Ed è ferito ormai/ Non andar via, ti prego».

All’inizio della sua carriera Claudio veniva chiamato «Agonia», per via di un certo tono esistenzialista. «Faccio canzoni malinconiche perché sono nato difettoso», ammette.

A quindici anni, al suo primo concerto, si presenta con gli occhiali neri: «Ero vestito da cassamortaro», ricorda. Questa vena dark non l’ha mai perduta, anche se piano piano ha trasformato la timidezza in forza, l’oscurità in una solarità fatta anche di performance col corpo. Il lato esistenzialista è diventato qualcosa su cui ironizzare, prendersi in giro, a partire da quando fece da spalla a Fabio Fazio in Anima mia fino alla conduzione di Sanremo nel 2018, e anche l’anno dopo.

ANDARE LONTANO

Dice che la sua canzone meglio riuscita è Mille giorni di te e di me.

«Io mi nascosi in te poi ti ho nascosto/ Da tutto e tutti per non farmi più trovare ».

Ma per noi Claudio resta quello dell’Altrove che dà il titolo a questo suo nuovo libro. Chi ha amato la delicatezza e la malinconia di Poster, sa che la tensione è sempre stata quella: andare lontano.

«C’è un mare di velluto ed una palma/ e tu che sogni di fuggire via…».

Claudio Baglioni è l’unico artista cambiato insieme a noi, in movimento come quel mare da cui sente di essere stato generato l’estate in cui suo padre e sua madre fecero una vacanza a Ischia.

«Se l’aritmetica delle umane passioni non mente, la mia storia cominciò proprio lì. Era l’agosto 1950: nel maggio dell’anno successivo sarei nato io».

Ognuno di noi ha il suo altrove «nel vecchio albergo della terra». Ognuno di noi vive la sua storia. Ognuno di noi ha vissuto «mattini più leggeri e cieli smarginati di speranza». Ognuno di noi lo sa che c’è una canzone che possiamo iniziare a cantare e che risponde sempre alla stessa domanda:

Chi sono io? Chi sei tu? Chi sono gli altri? Noi, gli altri, tutti, portiamo il nostro sogno, il nostro amore,

«per cento e mille strade/ Perché non c’è mai fine al viaggio/ Anche se un sogno cade».

Perché la vita è adesso.

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

3 Commenti

  1. La prima volta che lo ascoltai fu alla radio, anno 1975 e 13anni d’età, lui era già famoso io non lo conoscevo ma quella voce arrivò dritta fino al cuore e all’anima.
    È sempre la sua voce che dopo tanti 47che mi fa battere forte il cuore, le stesse emozioni e il tempo ha cambiato lui e noi fuori ma dentro mai.
    Leggendo e sfogliando Altrove e qui è come camminare nella sua vita e ridare uno sguardo attento al mio passato.
    Claudio ti prende per mano e con una tenerezza e con uno stile unico racconta di lui camminando nel passato, nel presente e una scia luminosa nel futuro.
    Torni a sognare a credere alle fate, speri di vedere ancora un’arcobaleno”quando piove con il sole”.
    Ti senti piccola come il primo concerto di fronte alla sua grandezza già proiettato nell’immensità .
    Ai suoi concerti mi sono sempre sentita al posto giusto nel momento giusto se questa non è magia grande mago.Mary-Maria.

  2. Io avevo otto anni quando nel salottino di mia nonna tagliato foto dai giornali rosa e fu così che vidi Claudio per la prima volta e non sapevo nemmeno chi fosse da allora iniziai a tagliare foto di questo bel giovane con i capelli folti la bocca meravigliosa e un sorriso bellissimo.
    Mi piaceva molto l’occhio destro mezzo chiuso.
    Mio padre mi getto’ via le foto e mi disse che era solo un poster per dissuadere.
    Ma a 12 anni il primo concerto alla bussola domani era lì in carne d’ossa e mi sono perdutamente innamorata di lui.
    E’ unico speciale capace di dare corpo alle emozioni come nessuno sono passati più di 50 anni e lo amo sempre come il primo giorno.
    E’ passato nei miei occhi e non ne è più uscito..
    La sua voce mi scorre nelle vene al posto del sangue
    La donna della storia accanto a Claudio SONO IO.
    1972/ fino alla fine del tempo

  3. bellissimo scritto che penso molti di noi condividiamo e ci ritroviamo in pieno. io invece sapevo che la canzone che ritiene più riuscita ma anche la più complessa da cantare (e te credo!) fosse Fammi Andar Via.
    W il grande mago….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio