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Dieci Dita 2 – Resoconto di Mirko

Mirko racconta per le Onde l’esperienza live “Dieci Dita” di Claudio Baglioni agli Arcimboldi di Milano:

“Il teatro degli Arciboldi gremito in ogni ordine di posto non si vede facilmente, soprattutto quando si tratta di uno spettacolo giunto alla sesta replica consecutiva.
Un pubblico eterogeneo che raccoglie almeno tre generazioni, e annovera alcuni fan che si vantavano di aver preso parte a tutte le repliche dello spettacolo.
Le luci si abbassano e una musica dal sapore natalizio fa da sottofondo allingresso sul palco di Claudio Baglioni dal centro della tribuna gremita di spettatori che fa da scenografia al suo concerto.

E questo l’incipit di Dieci Dita, il concerto, che forse più propriamente dovrebbe essere definito recital, del cantautore romano, arrivato finalmente anche a Milano dopo il grande successo ottenuto a Roma lo scorso anno.
Oltre tre ore di show, o meglio di one-man show: un pianoforte, una tastiera, alcune chitarre, 10 dita e una voce, quella di Claudio Baglioni, sono questi gli ingredienti del successo.

Un viaggio lungo oltre 50 anni che parte dal quartiere Centocelle di Roma dove Claudio ha trascorso parte della sua infanzia.
Il racconto della sua vita si snoda intorno ad una radio, acquistata dai suoi genitori con tanti sacrifici e risparmi. Uno strumento prezioso e significativo della sua infanzia che gli ha consentito in primis di girare il mondo con limmaginazione, che è poi stato tradito a favore di una radio a transistor e che infine ha perfino risuonato le sue canzoni.

La scaletta, che non a caso inizia proprio con Solo, include brani che coprono trasversalmente tutti i 40 anni di carriera del cantautore, canzoni che spesso negli ultimi concerti non erano state inserite trovano invece spazio in questo contesto unplugged e riscuotono enorme successo: Signora Lia è probabilmente il caso più eclatante. E curioso notare come trovino spazio nella scaletta di Dieci Dita ben 8 delle 20 canzoni racchiuse in quello che oserei definire lAlbum, con la A maiuscola, di Claudio Oltre. Degna di nota la versione essenziale di Tamburi lontani.

Rapiti dal racconto e dalle canzoni che si susseguono, gli spettatori per quasi due ore ascoltano con estrema compostezza, attenzione e perfino un pizzico di rispetto lo spettacolo.
La scelta di far sedere un centinaio di spettatori sul palco rafforza ulteriormente la sensazione, che comunque si sente nellaria, di essere in un salotto insieme al proprio idolo e ad alcuni amici.

Il pubblico si diverte alla confessione di Claudio di non saper andare in bicicletta, al racconto delle vicessitudini famigliari in stile Casa Vianello della famiglia Baglioni e si scatena quando parte un medley a cappella del cantautore che coglie loccasione per fare un giro dellintera tribuna del palco.
Applaude alcune allusioni politiche e lapplombe con il quale Baglioni riesce a far passare quasi inosservata lincursione di una Iena che, eludendo steward di sala e security, è riuscita a raggiungerlo sul palco a pochi minuti dallinizio dello show.

Un urlo di invidia si alza in teatro nel momento in cui si siede su una fortunata spettatrice; i cori e i flash delle macchine fotografiche lo accompagnano in platea, insieme alla sua chitarra, sulle note di Amore Bello, Sabato pomeriggio, Io me ne andrei, E tu come stai? Un incontro ravvicinato col proprio beniamino appaga i fan che raramente riescono ad avere il proprio idolo a pochi passi.
Tornato alla tastiera, prima di abbandonare momentaneamente il palco, Baglioni suona Questo piccolo grande amore mentre nei bis trovano spazio Avrai, Mille giorni di te e di me, Strada facendo e La vita è adesso.
Il concerto si conclude con lesecuzione, su base preregistrata, di Un piccolo Natale in più il brano inedito che ha anticipato in radio luscita dellalbum natalizio. Una scelta che onestamente, sarà per latmosfera natalizia ormai archiviata e che un half playback dopo 3 ore di concerto unplugged mi suona strano, mi lascia un po perplesso.

Nonostante questo rimanere in scena per 3 ore e 15 minuti senza interruzioni non è per nulla semplice, ma Claudio Baglioni in questo recital dimostra una grandissima padronanza del palco e di essere riuscito a stendere una scaletta che non lascia nessuno scontento (Cosa non facile quando si vanta un repertorio edito di oltre 300 brani).
La vescica degli spettatori sarà anche messa a dura prova dalla lunghezza dello spettacolo, come scherzosamente ha ripetuto più volte lo stesso Baglioni nel corso del concerto, ma il pubblico alla fine esce dal teatro sazio, non annoiato, e con la voglia di tornare a casa e rispolverare magari un vecchio vinile che da tempo rimane nella nostra libreria.” Fonte articolo

 

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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