«Mi chiamo Claudio e da tre anni non canto in pubblico».
Baglioni usa con ironia il linguaggio di chi frequenta le comunità di recupero per manifestare il brivido del ritorno alle scene e aggiunge:
«Vorrei che abitaste dentro di me per percepire la scossa di questa emozione».
Un approccio eternamente giovane per questo campione del pop, nel pieno di una carriera che dura da cinquant’anni e di una vita che dura da settanta. In una formidabile condizione fisica e canora, è motivato alla ricerca di altre sfide ardite, come questa di esibirsi con l’accompagnamento di un solo strumento, ovviamente da lui stesso suonato: a turno il pianoforte, il piano elettrico e il clavinova, a rappresentare passato, presente e futuro.
Stasera se lo godranno i mille fortunati che hanno ’spazzolato’ in pochi minuti la prevendita di ottobre, al netto di trafficate compravendite dell’ultimo momento per qualche positività traditrice che ha costretto molti al doloroso forfait.
Baglioni proporrà al teatro Alighieri la quarta tappa del suo tour nei teatri di tradizione, iniziato lunedì all’Opera di Roma, sviluppatosi fra Parma e Mantova, prima di approdare in una terra cara al cantautore romano (ci abitava uno dei suoi primi manager), in una città che lo ha visto esibirsi nel 1982 al Benelli (il mitico ’Alè Oò’) e nel 2014 al Pala De Andrè (’ReTour’), con incursioni al teatro Astoria (per un’archeologica festa del Partito Repubblicano), al Piteco di Godo (show a sorpresa), alla Ca’ del Liscio (spettacolo multiplo di beneficienza) e a Mirabilandia (duetto con Lucio Dalla).
La scaletta conterrà uno strabordante numero di super classici ’obbligatori’, in due ore e tre quarti di show, con quasi trenta brani in programma (oltre a qualche divagazione parlata).
Non mancheranno perle meno conosciute, adatte ad esecuzioni acustiche, senza le grandi orchestrazioni e coreografie, tipiche dei suoi show più recenti, apprezzate anche nel programmatelevisivo ’Uà’ proposto da Canale 5.
Almeno cinque i brani tratti dal suo ultimo lavoro ’In questa storia’, uscito nel dicembre 2019, uno dei più ricchi e ispirati di sempre, contenente brani esistenziali, a volte lirici e intensi, altre volte più sensualmente ’birichini’. Non mancherà ’Dodici note’ la dichiarazione d’amore per la musica «a braccia tese e mani vuote» che dà il titolo al tour Scatenata la ’tifoseria’ locale, raccolta nella pagina facebook ’Claudio Baglioni cellula romagnola’ che annovera fan di Ravenna, ma anche di Forlì (dove Baglioni canterà domani) e di Cesena, che sarà toccata in aprile, dalla quartultima delle date in programma.
Un gruppo di fedelissimi che lo ha seguito ovunque, dal Vaticano a Lampedusa, da Sanremo ai tour all’estero, e che non di rado si ritrova in pizzeria con qualche chitarra e la sua musica. «Claudio è quel respiro che ci toglie ancora il fiato», mormorano le fan, citando un suo brano.
E quando canta Baglioni l’età non conta perché quella voce sa ancora far saltare, come nessun’altra, la cassaforte che contiene le emozioni più pure della gioventù innamorata.
Marco Ortolani per Il Rasto del Carlino di Ravenna 28 gennaio 2022
LA SCALETTA
Previsti circa trenta brani in quasi tre ore di show, con molti ’super classici’