Baglioni: 14 agosto 2011
Ma quanto è bello questo vento di oggi?!
Un maestrale che spinge a sud
le onde del mare.
Con le loro creste bianche
sembrano tante educande
che corrono a giocare nel parco
dopo una lezione di scuola.
Soffia forte anche in alto
e le nuvole vanno veloci
verso una meta lontana
come carri di pionieri
sul sentiero del cielo.
In mezzo, controcorrente
un volo di audaci gabbiani
in fila indiana, uno di seguito all’altro,
tenuti da un filo invisibile,
va verso nord
in un saliscendi ritmato
tipo giostrina di pali e cavalli
e musiche di arpe e organetti
a passo di walzer.
Il vento maestrale è un maestro di vento.
Pulisce i contorni e dà nettezza alle cose.
Porta un fresco di idee.
Sa indicare la strada.
Anch’essa maestra.
E di maestri avremmo tanto bisogno.
Di quelli che sanno dettare la via.
Che dirigono la carovana.
Che fiutano il vento.
Che ormai sono dentro la storia.
Maestra di vita.
C’è necessità di lezioni.
D’insegnamenti.
Di grandi parole.
Di un soffio di antica e nuova sapienza.
Di un impeto forte di cuori all’unisono.
Non si può fare a meno del vento.
Non potremmo mai stare senza.
Sia che fossimo cavalli
velieri, uccelli, tende, nuvole, onde
alianti, bandiere, panni stesi, mulini,
coriandoli, eliche, pale,
mongolfiere, aquiloni, capelli,
cime d’alberi, aeroplanini di carta,
foglie o pensieri.
Pensieri che passano lievi e odorosi
come brezze marine
sulle rughe della mia fronte annerita
dai raggi di agosto.
Lampo si è alzato impettito
su quei due stecchi di gambe che ha
girando a scatti la testa a destra e a sinistra.
Uno scherzo insolente di aria
gli gonfia le piccole piume della nuca
e quando si volta di qua
è tutto arruffato.
Una palla biancosfrangiata col becco.
Sta standby.
Sembra decida il da farsi.
Ci mette un bel po’.
Si capisce che non ha nessuna fretta.
Nessuna inutile urgenza.
Si prepara a qualcosa
sta sul punto di farla
poi si vede che ci ripensa
e rimanda a più tardi.
Quindi, così a un tratto,
senza un apparente motivo,
si è lasciato cadere
su una striscia corrente di vento
ed è sparito di lato.
Anche a me piacerebbe far questo
ogni tanto.
Un salto facile facile
e poi su, un voletto di ricognizione
a prendere aria
e a vedere se tutto va bene
e se c’è qualcosa di nuovo.
Ma per quanto provassi,
non credo mi riuscirebbe.
Eppure talvolta mi illudo e ci spero.
Cosa sarebbe mai il canto dell’umanità
senza il suo eterno coro di aneliti
sul continuo pulsare del sangue?
A forza di esprimere desideri
abbiamo fatto cadere tutte le stelle.
Si vuole un po’ troppo.
E c’è troppa luce, qua fuori.
Non si può avere tutto.
La luna piena e la notte ubriaca. Di stelle.
O quelle o la luna.
È tonda e lampante come un seguipersona.
Un ‘occhio di bue’ puntato sul mondo.
La sua fotocellula rischiara dovunque
inondando di polvere argento
tetti, terrazzi, giardini e viali.
Linee squadrate di ombre geometriche
in cui si annida il silenzio sbucciato
di mezza estate.
La città è accesa di assenze.
E di fari isolati.
Chissà se partono per o tornano
da un lungo percorso
o vanno e vengono
nell’usuale su e giù
di chi resta nel tondino che gira
intorno alla casa.
E magari pensa davvero
ad andarsene via
e a come sarà uscire nell’alba
di un sole rosato che sboccia
scalpitare smaniosi
scalciare l’abitudine
impennarsi di voglie
saltare il recinto
galoppare sfiatati
prendere la rincorsa fino all’orizzonte
e involarsi nel cielo senzafine
chiamato domani.
Anch’io sono in viaggio.
Come faccio da sempre.
Da quando son nato
e forse da prima.
Ti porto in un pensiero.
Bagaglio a mente.
Così possiamo andarcene in giro assieme.
Non ho pagato nessun altro biglietto
né alcun sovrappeso.
Sei più leggera di un sogno.
Dal fb ufficiale di Claudio Baglioni
il sogno è un vento… manca il respiro se il vento con c’è?!
meraviglioso..clà ti amo con tutto l’amore che posso..<3
Clà, mi fai sognare. Grazie!!!
E’ Bellissimo!!!
antonella