#ConVoi liberi da se stessi
Non so se succede a tutti, non so se è una consuetudine ma si inizia a scrivere canzoni, o ad avvicinarsi ad una forma d’arte un po per caso, per gioco, per curiosità, senza pensare minimamente a quello che potrebbe essere o divenire. Il più delle volte c’è una spinta emotiva a fare da comburente, c’è una necessità comunicativa, l’urgenza di trovare una via alternativa per dire quello che altrimenti si farebbe fatica ad esprimere. Se ci si pensa in fin dei conti l’artista – professionista o dilettante che sia – è una persona con problemi comunicativi no? incapace di esplicitare le sue emozioni in maniera convenzionale e con realtiva facilità d’animo, di afforntare le sue paure e le sue emozioni, di relazionarsi a pieno con ciò che lo circonda e così ricerca una via di comunicazione alternativa, un mezzo, una strada che gli permetta di sopperire a questo handicap relazionale, sviluppando così una forma comunicatica che trova adatta, consona, normale, utile, giusta, efficace fino a sublimarla! Questo credo valga per qualsiasi forma d’arte comunicativa non solo per la musica, già perchè l’arte deve comunicare, perchè l’arte che non comunica non esite! E così ci si trova a vivere il quotidiano, vivere esperienze e filtrare tutto ciò che accade intorno a se, ed i filtri sono i propri occhi, il proprio cuore, la propria mente e e le proprie mani! Una sorta di fabbrica delle emozioni, una catena di acquisizione, filtraggio, smontaggio e rimontaggio di tutto ciò che interagisce con se stessi. E capita così di essere in un giorno qualinque per strada o spettatori in tv e di assistere ad una evento, gli occhi acquisiscono le immagini, il cuore le colora delle giuste emozioni, da li tutto passa al cervello che rielabora le scene miscelandole al vissuto personale, inviando il tutto all’ultima stazione, quella delle mani che restituiscono il tutto! Restituiscono quella scena, quella storia, quel racconto, quei personaggi, quell’ambiente ASSOLUTAMENTE UGUALE MA DIVERSO! Uguale perchè si parla di qualcosa di cui si è stati, volontariamente o meno, testimoni; diversi perchè c’è dentro il proprio vissuto, il proprio esistere, il proprio pensiero critico, la propria anima!
Baglioni una volta nel rispondere ad un giornalista che gli chiedeva se i brani che scrive e le storie che racconta sono tutte autobiografche rispose: “…alla fine tutto è autobiografico perchè passa attraverso noi, e viene filtrato dalla nostra esistenza…” Come non concordare!
La magia dell’arte, o dell’anima che ci fa assistere alla medesima scena e ne fa cogliere sfumature diverse, significati diversi, morali diverse a seconda degli occhi che la guardano. Questo potrebbe essere la spiegazione del perchè gli uomini pur vivendo da sempre le stesse emozioni, le stesse situazioni, gli stessi eventi, lo stesso ritmo di vita, lo stesso scandire il tempo riescono ad emozionarsi come se fosse sempre (o quasi) la prima volta. Questo spiega – fose – come le canzoni (i quadri, le sculture, i domanzi, ecc…) parlino grosso modo da sempre degli stessi argomenti, sentimenti, tematiche…migliardi di canzoni scritte che grosso modo descrivono le stesse scene, le stesse emozioni, gli stessi disagi o la stessa voglia esistere, ma quasi per magia ogni volta si ha la senzazione del NUOVO, ogni volta si trova in un racconto, in una canzone scritta chissà dove, chissà da chi, chissà per chi o per cosa UN PO DI SE, UN PO DELLA PROPRIA VITA! Magia dell’arte, magia dell’animo umano!
Morire giovani canta il caro Maestro, morire giovani che forse sta per: restare giovani, ricercare la spensieratezza, l’emozione pura, la leggerezza, il vivere a cuore aperto, spogliarsi da mille sovrastrutture che la vita stessa crea e che fungono da corazza e impediscono quel processo di acquisizione, filtraggio, smontaggio e rimontaggio di cui sopra! Riappropriarsi della propria sensibilità, della propria umanità, forse questo è il messaggio.
Così circa 45 anni fa un ragazzetto della periferia romana, poco più che adolescnte, si cimentava con la musica per venire in contro alla sua timidezza, si cimentava con le parole per poter dire quello che i suoi occhi scuri osservavano e lo faceva per urgenza, per bisogno, lo faceva per piacere, per dovere verso se stesso, LIBERO da ogni vincolo o costrizione di sorta!
Oggi un ragazzetto della periferia romana, poco più che sessantenne, si cimenta con la musica per venire in contro alla sua timidezza, si cimenta con le parole per poter dire quello che i suoi occhi scuri osservano e lo fa per urgenza, per bisogno, lo fa per piacere, per dovere verso se stesso, LIBERO da ogni vincolo o costrizione di sorta! Nel mezzo parole e musiche che hanno squarciato l’anima di tanti, storie di vite altrui diventate proprie, nel mezzo progetti, incontri, viaggi, sentimenti, nel mezzo un uomo suo malgrado ARTISTA DI SE STESSO! Alcune volte l’uomo ha avuto il sopravvento sul professionista spogliandosi e raccontando delle propre paure e delle proprie debolezze, altre volte il professionista ha avuto il sopravventu sull’uomo mostrando tecnica, didattica e disciplina, SEMPRE l’uomo e l’artista hanno lottato lealmente, ogni uno reclamando il proprio diritto all’esistenza!
Non so se succede a tutti, non so se è una consuetudine ma si inizia a scrivere canzoni, un po per caso, per gioco, per curiosità, senza pensare minimamente a quello che potrebbe essere o divenire…
Mr. Soul Mirror
non vuol dire avere un handicap …semplicemente trovare una via alternativa di comunicare ..si il senso della frase e quello 😉