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Baglioni e le canzoni sempre nuove

Claudio Baglioni e le canzoni sempre nuove: “La musica offre sempre straordinarie sorprese”

di ERNESTO ASSANTE

Claudio Baglioni è arrivato in Versilia per due motivi. Il primo, più importante, era la partecipazione, sabato sera, al Festival Gaber, giunto dopo dieci anni alla fine del suo percorso. La seconda per un incontro, ieri pomeriggio, al Caffè della Versiliana, con Massimo Bernardini e Paolo Dal Bon, per raccontare per la prima volta in pubblico del suo progetto, “Con voi”, un singolare “work in progress” che vede il cantautore romano tornare a realizzare il suo primo disco di inediti dopo dieci anni.

Come mai tutto questo tempo per tornare a scrivere canzoni nuove?
“Mi sembrava di essere arrivato alla fine, mi sembrava di aver fatto tutto quello che ero in grado fare. Invece ho deciso di cominciare a scrivere canzoni cercando di trovare un valore, un messaggio, qualcosa che potesse avere senso insieme agli altri, non per gli altri. Un lavoro in progress che mi porta a riconquistare il tempo, essere contemporaneo. Il pubblico serve, non si parla a un teatro vuoto o in assenza di un destinatario. Ma non c’è bisogno di benedire le folle e seguire una liturgia, il percorso non è rettilineo, accadono tante cose e spesso si cambia. Quello con il pubblico è un rapporto che deve essere dinamico e a fine carriera, o almeno in un momento in cui mi è chiaro che la maggior parte del mio percorso l’ho fatta, mi sembrava importante provare a fare una cosa in cui nel legame con il pubblico in cui io non dia per scontato. In passato ho fatto errori quando andavo sul velluto, quando ero troppo sicuro, pensavo di sapere tutto. Oggi so che era solo gloria e la gloria non serve”.

Cambia il suo modo di scrivere canzoni, dunque?
“Uno dei proponimenti di questo progetto era mirare a scrivere canzoni che fossero argomenti, capitoli. Può magari sembrare ambizioso o presupponente ma bisogna pure provare, altrimenti tanto vale darsi ad altro. L’idea era quella di una canzone che sia racconto, un’illustrazione complessiva. Facile non è ovviamente, ma c’è la potenza della musica, che per quanto si muova su territori percorsi da secoli, e negli ultimi duecento anni sia stata scritta tutta e con dodici, quattordici note è difficile creare cose davvero nuove e stimolanti, offre sempre delle straordinarie sorprese. Io ci credo ancora, mi commuovo, io provo un emozione e vorrei che la musica fosse ancora, di nuovo, un grande mare che ti travolge, non solo per stare insieme, ma per crescere”.

È ancora possibile, quindi, scrivere canzoni importanti? Che riescono a intervenire sulla realtà?
“Penso che non si possa chiedere questo a un artista, quello che fa è altro. Può essere stimolante, può essere scomodo, ma non ha il compito di dirigere il mondo. O dare una ricetta per farlo. L’artista è un altro tipo di creatura”.

Ma può veder cose che noi non vediamo…
“Non credo che l’artista guardi la realtà in maniera geniale, ma che abbia la fortuna di avere tra le mani una materia che gli consente, con le parole, i gesti, i colori, le immagini, i suoni, di rendere i suoi racconti emozionanti. Io sono qui e parlo, ma così servo meno, servo più se canto. Anche Gaber era cosi, era un artista che si trovava in mezzo alla gente e cercava di ingombrargli la vita. Certo, uno che si mette in testa di fare il teatro canzone era certamente ambizioso, che voleva far diventare la canzone qualcosa di più grande”.

È in parte quello che vuole realizzare lei con questo nuovo progetto?
“No, molto meno, vorrei poter acquisire nuovamente il piacere di un rapporto con le cose che ci sono intorno. Per troppi lambiccarsi il cervello abbiamo perso l’idea del contatto, non riusciamo a sostenere lo sguardo degli altri. Ecco vorrei fare questo, imbarcarmi in un avventura che non ho mai avuto il coraggio di fare”.

Ovvero?
“Cominciare un progetto del quale non conosco il finale. L’avventura è cominciata a maggio, ma l’inizio è molto precedente. Io in questi dieci anni ho continuato a scrivere, prendevo appunti ovunque, fogli, scatole, ovunque. Alla fine avevo tanta di quella roba che non sapevo come utilizzare. Ho chiamato un mio collaboratore per farmi aiutare a capire cosa fosse degno di essere ricordato. E quindi ho tanto materiale, ma le prossime canzoni non sono scritte, sono tutte per aria, alcune mezze arrangiate, e non so cosa prevedere. Prevedo che la Sony prima o poi chiederà una raccolta. Si farà anche un disco, magari dei concerti. Ma nulla è deciso. E questo mi sembra fantastico”.

 

La Repubblica.it

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La redazione di doremifasol.org e saltasullavita.com è composta da tanti amici ed appassionati della musica di Claudio Baglioni, coordinati dal fondatore e amministratore Tony Assante. Un grazie a loro per il lavoro e l'aiuto apportato a questo portale - Per scrivere alla redazione usare wop@doremifasol.org

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