Italia Loves Emilia, che tristezza
Italia loves Emilia (però i big mandano i manager dai giornalisti)
Italia loves Emilia, ma non prendiamoci troppa confidenza. Ieri, come ognun sa, si è tenuta a Milano la conferenza di presentazione del benemerito evento del 22 settembre prossimo, quando a Campovolo si raduneranno (in ordine alfabetico) Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Elisa, Tiziano Ferro, Giorgia, Jovanotti, Ligabue, Litfiba, Fiorella Mannoia, Negramaro, Nomadi, Laura Pausini, Renato Zero e Zucchero per raccogliere fondi, attraverso le loro canzoni, a favore degli istituti scolastici della regione provata dal terremoto.
Impresa meritoria. Ma mi fa sorridere (e, avendolo saputo, mi son ben guardata dallo spostarmi) che i virtuosi artisti che coprono buona parte dell’arco costituzionale musicale italiano abbiano deciso di vedersi fra loro il giorno prima, per scambi di idee ma soprattutto per la foto, e poi però a spiegare il progetto ai media ci abbiano mandato invece i loro manager, quasi a non volersi sporcare le mani.
Cos’hanno i giornalisti, cari ragazzi che fate beneficenza (e ve ne siamo grati)? Puzzano? Non hanno il permesso di soggiorno? Si mettono le dita nel naso? O semplicemente temete qualunque domanda che vada al di là dell’interesse sul testo del vostro ultimo singolo?
Eccoli là, in fila, ex compagni di scuola come Maioli di Ligabue, ex discografici come Sorrentino per Jovanotti, fratelli come Andrea Pelù per (appunto) Pelù e i Litfiba, e Graziano Antonacci per Biagio. Brava gente, lì in mezzo. Qualcuno anche educato, qualcuno che guarda i giornalisti come il toro guarda la muleta. Qualcun altro che, più che dar notizie decide a chi darle e poi s’arrabbia se altri media interferiscono con i suoi piani di imperialismo mediatico.
Saremo una bella fauna noi dei media, ma anche loro non scherzano. Loro, e noi, guardiamo le star da due visioni opposte: loro con il photoshop negli occhi, noi con l’indispensabile cinismo che dovrebbe guidare il nostro mestiere; almeno in teoria, poi. Perché la passione prende spesso il sopravvento, e più spesso ancora lo prente – il sopravvento – l’ansia di esser piacioni e di guadagnarsi meriti per il futuro. Che tristezza anche noi, e quanti pochi con la schiena dritta (ma ci sono, ci sono).
Ma anche loro, i divi, che mandano avanti i manager per non sporcarsi le mani. Che tristezza, ragazzi.
Info utili per partecipare:
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Gentile signora, non vedo perche’ sia rimasta offesa della decisione dei vip di non far partecipare i giornalisti alla conferenza stampa.Si sa qual’e’ lo scopo del progetto quindi non c’era tanto da dire, piuttosto e’ il dopo concerto che conta. Non penso facciano i piacioni come li ha definiti lei, non in occasioni come questa. Con la loro umilta’ e le loro potenzialita’ riescono ad arrivare a questo ma non per mettersi in evidenza, non ne hanno bisogno. Un saluto