03\12\2015 Nota di Claudio Baglioni
Quattro mandarini sbucciati e succhiati
con le mani e la bocca di sessanta anni fa
con la stessa infantile felicitàe la medesima asprigna ghiottoneria.Bastano appena quattro pallette arancioni
con un verde ciuffetto sul capo
a far lieto un istante di vita.
Aprirle ogni volta è com’era una volta
perché è far la scoperta di un mondo.
Benedetta irrinunciabile ingenua curiosità.
C’è un mistero trascendentale
in ogni involucro ignoto e completo
e si disvela col respiro sospeso in apnea.
Quanto c’è da conoscere in un microcosmo.
Mi guardo attorno e ispeziono le cose.
Su qualsiasi oggetto mi fissi, capisco
che non so fare niente di quello che vedo
e ignoro pure che meccanismo c’è dentro
e quale processo c’è dietro.
Diceva un mio amico assai pratico:
di qualsiasi aggeggio è importante
soltanto sapere l’on – off.
Ho ncominciato – ho ffinito.
È tutto quello che serve.
Un interruttore. Un comando.
Poveri noi esseri umani
che ci sentiamo così onnipotenti
ma nessuno al tempo di oggi
potrebbe bastare a se stesso.
Senza molti dei conseguimenti raggiunti
saremmo spacciati.
Alla ricerca di un finto naufragio
lontano dal mondo civile
nel quale mi trovo un po’ come tutti,
ho spento la luce e il televisore.
Ho preso la prima chitarra che avevo
a portata di mano
e con la mano sinistra l’ho portata da me
e con la destra l’ho stretta su me
soli soletti sdraiati sull’isola che non c’è
ma che prima, per un attimo, mi è parso
e poi avrei giurato, per un secolo e oltre,
che c’era.
Per un attimo o un secolo, indipendente.
Autonomo e sufficiente.
Me la canto e me la suono. Da me.
Così c’è bisogno di sentirsi ogni tanto.
O illudersi di essere tale.
Lontano lontano lontano
il più lontano possibile
per lanciare un segnale d’aiuto o un mayday.
Ma non c’è pericolo alcuno.
Neanche un rischio collaterale.
Tra due luoghi c’è un pezzo di strada da fare.
In mezzo a due giorni c’è sempre una notte.
E in questa notte ti penso.
Anzi più canto e più suono
e più ho il senso di te.
CLAUDIO I TUOI PENSIERI MI SONO FAMILIARI HANNO SAPORE E ODORE DI INFANZIA DI DEJA’VU E OGNI VOLTA CHE LI LEGGO POETICAMENTE MI COMMUOVO. SONO SENSAZIONI STRABILIANTI I MANDARINI LE ARANCE LE NOCI LE PESCHE LE ALBICOCCHE LE TORTE DI MELE I SUGHI DI NONNE E MAMME CHE DIVENTANO I FILM DELLA NOSTRA VITA LE FAMOSE MADELEINE CHE DIVENTANO REWIND E FANNO COSÌ BENE AL CUORE. CONTINUA CONTINUA A SCRIVERE PAROLE CHE MI INCANTANO E CHE DIVENTANO NIDO PER LA MIA ANIMA. FORSE MI È MANCATO UN FRATELLO COME TE SAREBBE STATO BELLO PARLARE E RIFLETTERE SULLE COSE DEL MONDO.CIAO E GRAZIE
Claudo,
sei verament fantastico… per Te prendere un treno o mangiare un mandarino sono sufficienti per creare Poesia.
Grazie e continua a stupirci con i tuoi “pensieri”….
Ciao Claudio,
ti leggo, sempre con un sorriso
e sorrido pensando che ieri notte hai cantato e suonato per me
un bacio
PENSIERI STUPENDI COME SEMPRE …..SEI UNICO CLA