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19\01\2016 Nota di Claudio Baglioni

Mio padre moriva sedici anni fa giusti.
Nel 2003 ho composto per lui Patapàn
e spesso compare in qualche passaggio
di queste pagine sparse.
Oggi, se posso, vorrei ricordarlo
anche attraverso una testimonianza
che ho scritto in passato
per un caro amico che porta il suo nome.
Mio padre si chiamava Riccardo
ma tutti lo chiamavano Nello
e io solo lo chiamavo papà.

C’era una luce insolita quel giorno.
Avevamo passato da poco
il confine del secolo
e con quel Duemila seduto di fianco
stavamo tutti lì in vigile attesa
come chi aspetta grandi novità.
E la luce in effetti appariva nuova e leggera
trasparente come un’aria più fina.
Una sottile filigrana biondochiaro
come un riflesso di olio puro e sincero.
Viva tra quelle file ordinate e pazienti di ulivi
carichi di verdi promesse.
Viva come l’assenza di mio padre
che se n’era volato via da qualche giorno.
Con lui andavo, già grande
ma con l’impegno e la felicità di un bambino,
a raccogliere i frutti del nostro piccolo uliveto
ai Castelli Romani.
A lui pensavo, salendo verso Gioia del Colle.
L’incontro si sarebbe tenuto
a Castel del Monte.
Una riunione fra le tante di un’iniziativa
ribattezzata Viaggiatori intorno al fuoco
durante la quale si testimoniavano
storie di vita
prima dei concerti del tour
“Il viaggio – sulla coda del tempo”
nelle arene coperte di tutta l’Italia.
Sulla strada lessi i profili dei partecipanti
per mandarli a memoria
e prepararmi il meglio possibile
e l’occhio mi cadde su quel nome
don Riccardo.
Riccardo come papà.
Qualche minuto più tardi
nel meraviglioso cortile quadrato
me lo presentarono
e dopo qualche altro minuto
io lo presentai al pubblico dei convenuti.
Sull’elenco degli ospiti era l’ultimo scritto.
Don Riccardo Agresti
sacerdote ad Andria, rione Camaggio.
Sotto mi avevano aggiunto a penna:
un prete di frontiera.
Frontiera, riflettevo, vuol dire tante cose.
Rischio, pericolo, mistero, audacia,
avamposto, periferia,speranza, sogno,
lontananza, fuga, fuorilegge, sentinelle,
posti di blocco, sconfinati orizzonti,
smarrimento, redenzione.
E nel suono antico e calmo
di quelle pietre medievali
rimbalzavano parole e pensieri
scambiandosi di ruolo e di senso.
E mentre don Riccardo raccontava
un po’ del suo percorso nel mondo,
imparavo a conoscerlo.
Malgrado i suoi superiori
gli avessero indicato e molto raccomandato
di far solamente il proprio lavoro
– confessare e dir messa –
Don Riccardo aveva spesso anche altri slanci.
In mezzo a una realtà sociale piuttosto difficile
s’impegnava come poteva
verso le esistenze vere del prossimo.
Quello più marginale, più piccolo e innocente,
più povero,più disagiato, più indefinito,
più evitato, più debole.
Ma frontiera non era soltanto coraggio.
Era entusiasmo. Passione.
Professione di fede.
Don Riccardo del prete faceva
non solo il lavoro
ma più di tutto il mestiere.
Servire gli altri per servire agli altri.
Senza calcolo, senza risparmio,
senza fatica o stanchezza.
E mentre parlava,
avvertivo la sua smania contagiosa
di provvedere e combinare e fabbricare
e dare e fare.
I fatti laddove c’erano parecchi misfatti,
le missioni dove esistevano troppe omissioni.
Il riscatto dall’eterno ricatto di chi è più forte,
potente e spietato.
Da un po’ inseguiva un progetto.
Un oratorio da costruire nella parrocchia
della Santissima Addolorata alle Croci.
Mi chiese di dargli un supporto, un aiuto.
Rammentai il mio oratorio di tanti anni addietro
ai bordi di Roma,
Centocelle, San Felice da Cantalice.
La mia frontiera di ragazzino occhialuto,
ultimo spazio di civiltà.
E ancor prima di rispondergli sì
mi aveva già coinvolto
nella quasi impossibile raccolta
di soldi e di idee.
E alla fine, con una tenacia ammirevole
un’intraprendenza un po’ visionaria
un’opera assidua e costante,
mattone dopo mattone, ce l’ha fatta.
E una sala ha voluto dedicarla a mio padre.
Riccardo come lui.
Riccardo che, come papà mi narrava
con un pizzico di fierezza,
significa audace e, per di più, valoroso.
Come quel famoso Cuor di Leone.
Un cuore capace ovverosia capiente
con tanto spazio al suo interno
ma pure abile, idoneo, bravo a fare qualcosa.
Perché a fare del bene
ci riescono in tanti
ma è molto più duro volere anche bene
a chi del bene si fa.
Caro donRic
da quella volta mi hai messo dentro
alcune altre delle tue imprese
e spesso abbiamo camminato accanto
sullo stesso sentiero
come se in quel pomeriggio a Castel del Monte
fosse nato un tacito patto tra cavalieri
armati di ideali e di aneliti
e scudieri di buona volontà e tanta voglia.
C’era quella luce soffice e così familiare
delle ore di laboriosi silenzi
di mio padre e di me
appollaiati sui tronchi nodosi
a frugare tra i rami e rubar loro
quei tondi miracoli di umili olive.
Quella stessa luce di quando
ci siamo conosciuti tu ed io.
E da allora a oggi
non abbiamo più smesso di farlo.
Perché il mestiere di prete e di uomo
il comune mestiere di vivere
non si finisce mai di imparare.

Claudio Baglioni

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

26 Commenti

  1. Sei un “architetto” delle parole……questo scritto,nonostante la velata malinconia, ne è l’ennesimo esempio!….Mio figlio si chiama Riccardo!Ciao Cla’!

  2. Ciao Claudio ricordo i tuoi genitori quando venivano in campagna a Magliano Sabina dai miei – di tuo padre il ricordo più bello sono stati i suoi occhi quando parlava di te – un caro saluto Grazia Finocch

  3. E ANDIAMO AVANTI E PATAPAN…………………………………
    un miracolo questo intreccio di storie
    un velo di malinconia che mi percorre pensando a mio padre, come il tuo portava un nome importante ENEA, una vita percorsa nell’aiutare gli altri
    una vera emozione leggere le tue parole
    grazie Claudio!

  4. Grazie Claudio per aver condiviso con noi questo tuo pezzo di vita …
    Buon viaggio!
    Ti voglio bene. Tanto tanto.

    Sonia

  5. Caro Claudio penso spesso al momento dell”abbandono e sono fortunata a non averlo vissuto. Credo che proprio allora si divnta grandi, quando il testimone è nelle tue mani e devi andare…mi fa paura !
    Poi il ricordo diventa dolce ma struggente sempre rimane nel cuore. Claudio ricordo il tuo papà Riccardo ai raduni…mi sento un po di famiglia! Grazie per la generosit per avere condiviso questa giornata della memoria, con grande affetto ti abbraccioforte

  6. Non posso che dire: sorprendente. Incantata da questo tuo struggente e vero racconto di vite intrecciate e di coincidenze. Uomini straordinari che si danno appuntamento, che Dio fa incontrare per motivi forse incomprensibili, ma che alla fine arrivano al perché delle cose e degli accadimenti. Quanto manca un papà! Per un caso strano, il tuo ci lascia il giorno del compleanno di mio marito, che tra l’altro da giovane tirava di boxe, sport molto amato da tuo papà. Per me è un lieto giorno da festeggiare per te è un giorno triste da ricordare. Ma vedo che i tuoi sono ricordi di momenti belli e devono essere quelli da mettere in primo piano, per sentire sempre vicino a te la sua presenza e la sua protezione che sicuramente ti dà. Per me sono sei anni senza il mio caro papà e niente è più come prima. Ma lui è sempre con me, mi da dei segnali ben precisi ogni giorno. E mi aiuta. Sono certa che anche il tuo dolce e bravo papà ogni sera ti dà una carezza e ti ama sempre immensamente, orgoglioso di un figlio come te. Nei miei pensieri stasera una preghiera per il tuo e il mio papà. Ti abbraccio forte con tanto tanto affetto, che Gesù ti tenga sempre per mano. Buonanotte Claudio. Patricia

  7. Nella scuola della vita ho imparato a fare i conti con le assenze presenti piu’ di altre presenze. Ho dovuto imparare anche a fare i conti da sola. Per prepararmi ad un mestiere difficile… Vivere nonostante le assenze. Non ho ancora imparato ma ci sto provando. Sembrava pure ci fossi riuscita il 22 aprile 2012 su quel 46… Autobus delle farfalle allo stomaco e non avevo fame.Il suo sguardo profondo mi ha trapassato l.anima fino a farmi sentire viva, quella parte di me andata con mia mamma era di nuovo viva. Mi sentivo di nuovo completa. Ma è stato solo un abbaglio… Era un prete… Sarebbe stato bello essere speciale per Dio ma… Niente… Ho ancora da imparare… Forse non capiterà’ mai più ma almeno potrò’ ringraziare Dio per avermi dato vita sulla terra… Si solo per quello sguardo… In cui ho visto me stessa. Voluta, amata e desiderata. Ciao Claudio, vi sono vicina. Se sei meraviglioso e’ anche grazie a Papà Riccardo. Grazie… Grazie anche per il bene che fai… Ma una frase non l.ho capita… È molto più duro volere bene a chi del bene si fa… Io voglio bene sempre… Forse ma tu hai fatto del bene anche ai nemici… Sei proprio un’anima bella. TVB. Notte

  8. Carissimo Claudio il tuo ricordo tocca da vicino anche me perché anche il mio papa’ ci ha lasciato quello stesso anno qualche mese piu’ tardi. Lo so il loro volto e’ sempre con noi .Un abbraccio da una tua amica

  9. claudio sempre piu in prima fila ogni qalvolta che viene interpellato non si da mai indietro sei sempre unico

  10. E per professare il “mestiere di vivere” non possiamo fare a meno dei ricordi… di quelli belli… come questi.
    Grazie Claudio, non immagini quanto aiuto mi danno le tue parole.

  11. Ho sempre pensato dai testi delle tue canzoni che tu fossi un uomo profondo e complicato poi leggo il testo di cui sopra le lacrime salgono silenziose e silenziose scendono. Si è portati a pensare nell immaginario collettivo che il divo irraggiungibile e schivo sia superbo, molto più semplice pensarla così molto più scomodo pensare che la fragilità Dell uomo comune fa parte anche di quelli che agli occhi di noi spettatori paiono “irraggiungibili”. Ci vediamo al Forum io ci sarò e ti vedrò con occhi un po diversi con grande affetto Laura

  12. In questo giorno triste e malinconico sicuramente pieno però di ricordi belli è amorevoli del tuo caro papa ,Io dolcemente tl mando un abbracciò ne forte forte a te e Giovanni sperando che il nostro affetto vi arrivi e vi rincuori. Franci dalla Sicilia

  13. Una preghiera per il tuo papà che deve essere stato un ottimo papà se ha fatto venir su un grande Uomo…un abbraccio forte con tutta la stima che posso

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