20/09/2016 Nota di Claudio Baglioni
Gianluigi Maria Morgia detto Pepi
è morto un giorno e cinque anni fa
a una settimana dal suo 62esimo anno.
Ho come il sospetto che l’abbia fatto
perché sessantuno gli piaceva di più.
E ha scelto di andarsene via
apposta con quella età.
Pepi è stato sempre attentissimo
ai dettagli e ai particolari.
Aveva uno stile inconfondibile.
L’incontrai alla fine del ’72.
Si fece avanti insieme ad un altro
che rudemente mi presentarono
come ‘quello del suono’.
Poi fu la volta di Pepi e la sua qualifica:
‘il tecnico delle luci’.
Che era meglio di ‘quello del suono’
ma dare del ‘tecnico’ a lui
era come insultarne la mamma.
Tutt’e due con barba e capelli lunghi
e un eskimo grigioverde su indosso.
Ma Pepi negò sempre il giaccone
sostenendo che m’ero sbagliato
e che mai in vita sua l’aveva portato.
Forse aveva ragione.
Come poteva un esteta al pari di lui
vestire un capo del genere
così omologante e barricadero?
E poi era pure un aristocratico.
Principe dei conti di Francavilla.
Non ho mai appurato se fosse davvero
un nobiluomo di questa schiatta
ma un uomo nobile lo è stato per certo.
Ci assomigliavamo in parecchi aspetti.
Vestivamo quasi alla stessa maniera
e con un turnover da cambio stagione:
l’inverno di nero e l’estate di bianco.
Come i vigili urbani.
E vigili di attenzione e urbani di modi
lo eravamo ambedue.
Insieme abbiam fatto tantissime cose
ma meno di quelle che nelle notti di idee
abbiamo pensato e sperato di mettere su.
Progetti pazzeschi e avventure gloriose
sul lungo binario in cui viaggiavamo.
Ci ritrovammo sulle vie dei colori
e le tournée del giallo, del rosso e del blu.
I megashow nel centro degli stadi
con gli impianti spettacolari più grandi
che si fossero mai concepiti e veduti.
Il sogno del teatro totale nella commistione
di discipline e di arti intorno alla musica
in spazi enormi e con schiere di protagonisti.
Con una potenza e un’inventiva speciali
e tali da far invidia e suscitare interesse
anche in ambiti e premi internazionali.
E con la dinamica e la duttilità
di passare subito dopo ai concerti a solo
con voce e pianoforte e un’illusione di luce.
Quando, domenica 11 nella serata per lui,
ho visto la barca illuminata che andava
mi son reso conto che è ancora in viaggio.
E sta con Ulisse e tutti gli eterni navigatori.
Come Corto Maltese a cui si atteggiava
coi giubboni e i berretti marinareschi.
Così mi è passato dentro un pensiero.
Gli occhi neri e il sorriso a prendere in giro.
Ad un certo momento m’è parso perfino
di sentirne la voce e il tono mezzo sardonico.
Ma non potrei dirlo per certo.
Parlava sempre così a basso volume
che dovevi appizzare le orecchie
per intendere qualche parola.
Per me pure questo lo faceva un po’ apposta.
Anche quando non gli veniva una buona idea
diceva comunque la sua
e gli altri stavano ad ascoltare senza capire
e annuivano come convinti di aver compreso.
Il massimo utile con il minimo sforzo.
Principe, ma quante volte ci abbiamo giocato?
Bello, Claudio, il ricordo del tuo amico. Perché non fai una canzone dedicata a lui, una di quelle come solo tu sai fare!?Canzoni che ti restano dentro per tutta una vita e ovunque tu porga l’orecchio, non ne sentirai più altre così. Grazie tesoro!
gli AMICI VERI durano tutta la vita e di più,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,io ne ho trovati tanti ……………..persi molti……………..e ora sono rimaste le PERLE DEL CUORE………………così rimane l’ESSENZA dell’ANIMA quello che non può perdersi mai nel tempo nello spazio nel CUORE
un consiglio: coltiviamo solo i VERI AMICI……………diffidiamo dai FALSI………….e otterremo il meglio della FELICITA’!!!!!!!!!!!!!!!!
Carissimo Claudio, ho letto la tua nota ieri sera, la rileggo ora… Non potevi trovare parole migliori di queste per farci conoscere Pepi, un uomo semplice, nobile nell’animo e nello stile…. un amico che cinque anni fa è partito per il suo viaggio… come Ulisse, come Corto Maltese…. e che ancora adesso sta navigando….. come una barca rivestita di luce che ha lasciato il suo porto, ma che non potrà mai lasciare il suo mare….
Un abbraccio!
l ‘amico è una finestra sola per contenere tutto il mondo ed armadio a specchi con la carta ed i ricordi messi dentro. e non è mica poco.
…e mi sono abbandonata a questa dedica, cosi tenera, cosi dolce, cosi sincera e coinvolgente…il talento indiscusso era daavvero cosa evidente..le vostre belle energie mi hanno pervaso ed entusiasmato ..quante serate indimenticabili..brillano ancora negli occhi..grazie a voi due…. ti abbraccio Claudio
“Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicita”.
Madre Teresa di Calcutta
E tu l’hai trovato… e anche lui..
e da quel mare immenso e luminoso in cui sta navigando, attento sorridente e a voce bassa.. ti ha ringraziato e tu l”hai sentito….☆
Ti voglio bene Cucaio.