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Il #tempo del silenzio – Sam Fisher

Che bello quel silenzio: quella piazza muta, quelle sedie vuote, le due arcate che si riposano nella notte in attesa di abbracciare al risveglio migliaia di fedeli presenti lì ogni mattina, da secoli.

Che bello quel silenzio: dove si scorgeva il solo pizzico sulle corde di una chitarra e la ninna nanna di un figlio unico a suo fratello sole e a sua sorella luna.

Che bello quel silenzio: come in quello stadio in cui l’uomo in bianco, attraversando un campo senza fiori ci rivelava, per la prima volta, che il suo sogno sarebbe durato per sempre. 

Che bello quel silenzio: come in quel cine in cui l’uomo in nero, facendosi strada tra il rumore delle fiamme ci ricordava che noi, saltimbanchi del cielo, no: noi mai più. 

Che bello quel silenzio: come in quel palazzetto in cui l’uomo in grigio entra a colpi di tacco e immagina il momento in cui scorreranno i suoi titoli di coda.

Che bello che è stato quel silenzio in Piazza San Pietro, quel silenzio che dice tanto e ti fa capire che lo ricorderai per sempre, assieme agli altri suoi silenzi. Quel silenzio che piano piano spariva, unendosi all’alleluia suonata dai cavalieri del nostro #tempo.

Silenzio… anche io gli ho fatto compagnia negli ultimi mesi. Un silenzio dovuto alle cose della tua vita, ma principalmente dovuto al semplice fatto di non aver nulla da dire, il silenzio appunto.

E quando non hai nulla da dire è meglio tacere, perché poi rischi di essere ripetitivo banale e soprattutto diventi silenzio anche parlando. Avete presente quando in una tavolata con nuovi commensali, sfoggi la tua solita storiella di punta che ha avuto sempre successo e aspetti le risate che sai che arriveranno di nuovo e di nuovo ancora? Ecco, però se guardate in direzione non di chi sta ridendo, ma verso la persona che vi accompagna nella vita, vedrete un’espressione diversa dagli altri seduti accanto. Questo perché lei quella storiella l’ha sentita ogni volta che è stata raccontata. Ha riso con voi all’inizio, ha cercato di adeguarsi agli altri numerose volte, ma poi arriva un momento in cui siete: trasparenti, indifferenza, un pesce che muove la bocca, senza audio, in silenzio, e la cosa più brutta è quella di non essere ascoltati.

C’è chi invece, un gruppo di dotti medici e sapienti, il silenzio non sa che esiste neanche come termine della nostra lingua e dire che conoscono il triplo di vocaboli rispetto ad un povero comune fan mortale. Anche perché la frase: “Basta non scriviamo più” è stata detta e scritta più e più volte e mai è corrisposta al successivo silenzio.

Quelli che tutto va male ma va tutto anche bene a seconda dei loro obiettivi. Come la famosa laringite, prima dovuta alla continua sovraesposizione voluta dallo Staff-ilococco, ed ora che la laringite è arrivata dopo 3 mesi di inattività diventa un normale malanno stagionale.

Quelli che le canzoni di Natale diventano all’occorrenza trofeo da esibire nella crociata della deriva Staff-ista, salvo poi osannare nella serata dei miracoli quegli arrangiamenti di un certo Westley già incisi 4 anni fa.

Quelli che prendono spunto da una iniziativa commerciale di un supermercato per attaccare lo Staff-market, come dire, che è colpa dello staff della Apple se quel supermercato decide di regalare migliaia di iPhone. Scusate, ma ogni volta che viene fuori la storia dei punti fragola, mi viene voglia di chiedere a Tognetti se almeno lui ci guadagna qualche punticino per la raccolta, ma poi mi rendo conto che mi prenderebbe per uno stupido.

Quelli che, giustamente, combattono l’idolatria verso quel figlio unico e l’eccessivo presenziare ai suoi eventi, salvo poi idolatrare (che brutta parola) l’unico figlio presenziando ad ogni sua esibizione ed incensando ogni sua parola.

Quelli che scrivono, scrivono, scrivono e quanto scrivono, e indagano, indagano, indagano e quanto indagano, e attaccano creando mostri la cui unica colpa è quella di esagerare con la loro passione. E se per caso in vita tua ti sei imbattuto in una canzone di Baglioni, ecco che ti ritrovi con un invito a partecipare alla crociata.

Quelli che invitano a non cliccare su queste pagine, salvo poi essere i primi a leggerle e vedrete saranno anche lesti a rispondermi. Per cui li ringrazio già da adesso per i milioni che ci porteranno con il loro click!

Tutti questi sono stati più e più volte azzittiti da quello che loro vorrebbero salvare. Semplicemente perché è già salvo.

Semplicemente perché sa già cosa deve fare.

Semplicemente perché sa già quando deve fare.

Semplicemente perché non deve dimostrare nulla a nessuno se non a se stesso.

Claudio Baglioni ha fatto vedere Sabato 17 Dicembre di quale pasta è fatto. Ha creato un nuovo silenzio magico, ha cantato in mondovisione le sue canzoni di Natale nonostante le aspre critiche rivoltagli su quel disco, ha dato titolo e onore a quello staff da molti massacrato. “Programma di Guido Tognetti si legge nei titoli di testa”; ha cantato la sua Isole del Sud facente parte di quel disco che molti dicono avrebbe voglia di sbarazzarsi; arrangiamenti di Paolo Gianolio ha comunicato a tutto il mondo che lo stava ascoltando, quello stesso Gianolio che dovrebbe essere epurato a detta di molti. Ha suonato (come tante altre volte) da figlio unico con il suo unico figlio, non perché glielo ha ordinato qualcuno ma semplicemente perché lo ha sempre fatto quando ne ha avuto voglia. Un’artista unico nel suo genere, che riesce a camminare tranquillamente con le sue gambe, senza che qualcuno ordini o suggerisca per lui continue interferenze paterne.

Poi è davanti agli occhi di tutti che ci sono scelte artistiche buone e scelte artistiche meno buone, ma la mia consapevolezza ed il mio rispetto per la persona è che Claudio ci metta sempre del suo e faccia sempre del suo meglio. Quando ci riesce, ecco che spuntano quei silenzi che ricorderai per sempre. Ma da qui ad imputare che tutte le cose negative siano dovute a 4 persone e a chi crea gruppi di cuoricini o partecipa a 50 concerti, è una cosa così palesemente pretestuosa che è spiegabile solamente da altri obiettivi che nulla a che vedere con l’arte di Cucaio.

La fortuna è che quel figlio unico ascolta solo se stesso, e queste pagine (nonostante siano denigrate) vengono lette almeno 50 volte di più di quel popolo che oramai è a capotavola a ripetere le proprie storielle e ad uno a uno i vari commensali, sentono solo del silenzio.

Parole. Tante, troppe parole. Era da tanto che non scrivevo; mi ero ritagliato il mio silenzio come Claudio finalmente se lo sta ritagliando anche sui social. Spero che anche altri capiscano che le crociate non servono a nulla, che seguano quel silenzio che lui ha tracciato la sera del 17 Dicembre 2016.

Un’altra data che ho scolpito nella mia memoria assieme al Flaminio, a Cinecittà e al Forum.

E ora basta. Torno in silenzio…

…almeno per quest’anno.

Sam Fisher

Sam Fisher

Salve a tutti, “Sono Io” e sono uno di voi. Un Baglioniano? Un Clabber? Un Baglionista? Uno delle prime file? Uno sempre in piedi? Uno che accetta tutto quello che fa? Sono un Hacker, nel cuore di doremifasol.org e vi "colpirò" quando meno ve lo aspettate.

6 Commenti

  1. anche in questa occasione il concerto AVRAI, ha dimostrato ancora una volta di essere….unico. Claudio è una persona veramente….speciale e noi lo sappiamo. Grande capitano!!!

  2. l’intento di quella serata era di raccogliere dei fondi a vantaggio di persone che ne hanno bisogno. Lui con la sua Arte c’è riuscito. Quel concerto entrerà nella Storia. Il resto conta poco. Buon Anno a tutti

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