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Canto l’amore con lo spirito degli anni 70

Baglioni: “Canto ancora l’amore con lo spirito degli anni settanta”

In questa storia che è la mia è il titolo del nuovo album di Claudio Baglioni che esce venerdì a 7 anni di distanza dall’ultimo disco di inediti.

Un lavoro che fin dall’incipit della prima canzone, «ho vissuto per lasciare un segno», mostra di essere un diario personale. «In realtà avrei voluto intitolarlo solo In questa storia – dice il cantautore – ma è prevalso il desiderio di raccontare, usando la metafora dell’amore, un altro passaggio della mia vita. E’ un concept album con 14 pezzi, un’ouverture, quattro interludi piano e voce e un finale, che svela un altro lato di me».

Questo dannato 2020 le ha impedito di realizzare il suo progetto 12 Note .

«Un gigantesco live per ora in stand by che avvicina il pop-rock alla sinfonia. Sul palco ci saranno 64 elementi dell’orchestra, i 12 musicisti della mia band, un coro lirico di 30 persone e 7 coristi moderni più il sottoscritto. 114 persone per un concerto che significherà molto. Nel 2021 partiremo dalle Terme di Caracalla di Roma dal 4 al 18 giugno, seguiti dal Teatro Greco di Siracusa il 16 e 17 luglio e l’11 e 12 settembreall’Arenadi Verona».

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50 milioni di dischi venduti, 52 anni di carriera, lei ha avuto non poche soddisfazioni. Cosa la spinge ad andare avanti?

«E’ difficile dirlo. L’album ha preso tre anni di lavorazione e in mezzo ci sono stati due tour e due Festival di Sanremo, poi il Covid che mi ha bloccato. È stata una ricerca, un tentativo di recuperare un’energia personale, fisica dei miei inizi e di ciò che ho vissuto negli Anni 70 e 80. Tutto è ruotato attorno alla parola “incisione”. Abbiamo suonato gli strumenti come una volta e poi abbiamo “inciso” il master. E’ un album fatto a mano con grandi professionisti come Danilo Rea, Alessandro Tomei, Giancarlo Ciminelli, Gavin Harrison e tanti altri cui aggiungo mio figlio Giovanni. Ho preso a prestito l’ispirazione da Strada Facendo e Oltre che sono il padre e la madre del mio nuovo figlio musicale anche se La vita è adesso è stato il disco più venduto in Italia».

Ai Seat Music Award all’Arena di Verona ammise di essersi emozionato al punto da «scivolare» su qualche nota.

«Pretesi di cantare dal vivo e già in prova avevo avuto problemi di intonazione perché gli echi dell’Arena vuota rimbalzavano nei miei auricolari. Così, in camerino mi fu proposto di cantare in playback ma io, testardo, feci una cretinata e cantai dal vivo. Le dico la verità, l’Arena spettrale, con quelle persone sugli spalti così distanziate, senza la solita folla a cui sono abituato, mi ha emozionato e ho stonato. Ripartii quella notte per Roma molto scoraggiato tanto che il viaggio sembrò la ritirata dalla Russia delle truppe napoleoniche. Ho passato qualche giorno di malumorema poi è passata».

Il Covid ha messo in ginocchio il settore della musica. Tornerà tutto come prima?

«Per assurdo non vorrei che tornasse tutto come prima ma meglio di prima; dobbiamo aggiustare la mira. Fare uno spettacolo ed essere originali, meno auto celebrativi, antologici. Potremo pensare che anche nella musica leggera si possa far ascoltare dal vivo un disco nuovo,matuttointero».

Tutti si chiedono se ci sarà o non ci sarà il prossimo Festival di Sanremo e non possiamo non fare la stessa domanda a un ex direttore artistico. E se lo chiamassero come ospite ci andrebbe?

«Ci sono molti interessi di palinsesto che poggiano sul Festival ma lì l’ostacolo vero è una questione spaziale/geometrica perché se si facesse in altri luoghi e non al mitico teatro Ariston, il problema delle distanze sarebbe risolto. La prudenza mi dice che Amadeus e i suoi stiano pensando di traslarlo altrove o magari ritardarlo rispetto alla prima settimana di marzo ora prevista. Certo un Festival d’estate sarebbe strano ma a mali estremi… Io ospite? Non si può uscire Papa e rientrare cardinale». —

LA RECENSIONE

La sfida di un’opera pop più intensa e meno cerebrale

L’intro è inequivocabile solenne come l’apertura di un film di Cecil B. DeMille, ma presto nello scorrere dei 24 brani inediti (impiattati con la generosità di un cenone di Capodanno) ritroviamo il Divo Claudio che conosciamo, padrone delle proprie ghiotte costruzioni formali che danno un ritmo all’ordine infinito di In questa storia che è la mia: un album-opera pop di pura marca baglioniana, con le sue melodie ampie suonate su meravigliosi strumenti veri da musicisti di razza, la voce che non perde un colpo e si lancia nelle sfide ardite di trame che hanno segnato la storia di 52 anni di musica.
Alla soglia dei 70 Baglioni deve aver sentito il bisogno di un bilancio intimo, una sorta di «facciamo il punto» fra il passato che si allunga e il futuro che si accorcia, come si dovrebbe avvertire a questa età, anche se non sempre per fortuna (come qui) uno se ne rende conto. L’opera è una summa della musica migliore che sa fare. Ambiziosa, orgogliosa. Come non guardare indietro, per chi è nato alla musica nel ‘68?
Uno dei quattro interludi s’intitola E firmo in fede un contratto, racconta la scoperta della fama, la sua voce in radio, le braccia alzate dei fan. C’è anche la mamma che lo accompagna a firmarlo, questo contratto. La storia personale si abbraccia ovviamente a quella dei coevi, se Negli anni più belli (bellissima) racconta quei ‘70 in cui si sognava per schemi:

«noi una bufera di capelli/ In aria a far castelli… noi che volevamo fare nostro il mondo/ e vincere o andare tutti a fondo».

E’ chiaro che i destinatari non possono essere i ragazzi, anche se molti autori contemporanei farebbero bene a imparare tra questi solchi, come in un libro, che immagini vivaci si possono usare (bene) in una canzone. Con l’aiuto della celebre padronanza della fantasia, con la testardaggine dei suoi calembours, il Divo Claudio ha messo in piedi il suo album più sodo, intenso e meno cerebrale da tanti anni, pronto per essere cantato da tutti.

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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