Su una terrazza a Monte Mario
Su una terrazza a Monte Mario, aspettando le “Dodici note” a giugno Gennaio ci ha portato un bel regalo…
Penso questo, mentre le note de “Gli anni più belli” si diffondono nell’aria fredda di questi giorni e mi accorgo che manca ancora molto tempo, prima che Giugno ci consegni la magia delle “Dodici Note”, nello scenario suggestivo delle Terme di Caracalla.
In questo momento, in ogni parte di questo Paese, ci sono migliaia di fan che (come me!) custodiscono gelosamente i biglietti in un cassetto, assieme all’emozione di prendere parte a un evento live e vedere, finalmente, cosa ci riserverà stavolta, quale fantasmagoria avrà tirato fuori dal suo cilindro il grande Mago, per il nuovo spettacolo…
Penso questo e mi sembra un tempo troppo lungo e insopportabile, per accettare passivamente e aspettare. A calendario non ci sono date fissate, nessun evento programmato, non lo si può incontrare da nessuna parte; Claudio se ne sta in disparte, nel suo mondo insonorizzato, impermeabile dall’esterno, a preparare il nuovo disco, quello che aspettiamo da tempo, quello che ci farà emozionare e ci farà ricordare, ancora una volta, quanto lo amiamo. Tra il pianoforte e la sala d’incisione ci sono spazi per noi inaccessibili, luoghi nei quali non possiamo entrare (per quanto, se mettessero un biglietto anche lì, pagherei per quegli attimi di felicità, in silenzio dietro a un vetro- e, sono certa, lo farebbero tanti altri matti come me, ma questa è un’altra storia…).
E, comunque, resta il fatto che non posso ascoltarlo dal vivo, cantare e suonare… Ma non me ne sto certo ferma ad aspettare! Sono andata a cercarlo, Claudio, in un posto magico, dove lo si può ritrovare con le sue note, le strofe delle canzoni e le immagini in musica, incorniciate e fisse nel tempo. Per chi ha la fortuna di essere nella città eterna, basta salire a Monte Mario e affacciarsi, dal belvedere che si snoda tra gli alberi secolari, per abbracciare con lo sguardo il cuore di Roma, all’imbrunire. Da qui, occhi attenti non possono non vedere tutte quelle “stelle che si appicciano ai lampioni, milioni”, tra quelle strade illuminate che si incrociano, con il cielo scuro che le sovrasta. E’ uno spettacolo incredibile, “in questa curva di cielo”, sembra di vederli quei “fari che bucan la pazienza dell’aria” e pare di poterle sentire tutte, quelle “giornate si chiudono dietro le serrature dei portoni”. Le biografie ufficiali raccontano che da quassù, nel 1985, precisamente dalla terrazza dello “Zodiaco” (storico locale romano), seduto al tavolino del bar, Claudio abbia scritto i brani de “La vita è adesso”. Stavolta ci sono andata per scattare una fotografia, che a guardarla tra queste righe adesso, con la visuale da vertigine, da questa altezza, ci si sente piccoli piccoli… e comunque non vi sembra di vederli, “tutti gli uomini che passano sui fogli del mondo come scarabocchi”?
Ci torno ogni volta che posso, lassù, ad ascoltare la sua musica che vien fuori da quelle immagini, lunghe strofe che si susseguono nella mente e risuonano, finché interi quartieri vanno a dormire e mi allontano anche io, mentre “la notte cade sopra i tetti“
Eh niente, Clà, non si può spiegare, quella terrazza affacciata sui tetti del mondo… quel che sembra solo musica, per me è magia!
Rosa Berardino
L’hai spiegato come meglio non si poteva Rosa…è magia
Ti ringrazio molto, Silvana! Questa magia affascina tutti! Potere del grande Mago 😉