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#Sanremo2018 Seconda serata: (tutta) la musica al centro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contro ogni titubanza, anche la seconda serata del Festival è stata decisamente un successo! Si delinea finalmente, dopo una prima serata di accenno sporadico, l’idea che Claudio ha avuto del Festival: parole alla musica.

Le uniche due eccezioni concesse della serata sono state gradevoli: l’omaggio a Pippo Baudo è stato decisamente doveroso (anche se forse un po’ lunghetto in quel punto dello spettacolo), ma a tratti è stato anche emozionante; la partecipazione del Mago Forest è stata brillante e giusta, resta forse un peccato averla vista così tardi, ma questa scelta è stata dettata dalla necessità di dover lasciare spazio alla musica nel cuore della serata, e perché lo stile di comicità forse non era adattissimo per i piccolini che magari guardano il Festival in prima serata. Non sono un’eccezione invece le parole di Franca Leosini, perché si integrano in una canzone, infatti Baglioni viene punzecchiato proprio mentre suona la canzone del secolo, in una gag potenzialmente molto riuscita; c’è però un piccolo problema: l’Ariston vuole cantare QPGA. Forse noi fan no, ma l’Ariston sì. Ottima gag, nei tempi sbagliati.

Ma il punto di forza della serata è lei, la musica. C’è tutta la musica sul palco dell’Ariston, e questa volta Claudio ha fatto un piccolo miracolo: c’è la Canzone d’autore (nella sua accezione più pop, in Samarcanda e in La vita è adesso, certo, Esodo e Uomini persi, oppure L’ultimo spettacolo o Tamburi lontani sarebbero stati fuori luogo), c’è la canzone pop pura (e chi meglio di Biagio Antonacci può rappresentare in Italia questa categoria), c’è la grande musica internazionale con Sting, c’è la musica commerciale con Despacito, c’è perfino la nostra tradizione lirica con Nessun dorma de Il volo: non manca proprio niente di “presentabile” sul palco dell’Ariston. La musica è stata davvero al centro.

Ma poi, c’è stato ancora di più, c’è stato Roberto Vecchioni. Il professore, su invito dello stesso Baglioni, come ha dichiarato in un’intervista, ha partecipato non solo come cantante o cantautore, ma soprattutto come esperto di canzoni (per non dire come professore). A Vecchioni è toccata la parte che la sera prima era toccata al Direttore artistico: parlare della “povere arte di fare canzoni”. E Vecchioni lo fa con il suo stile, agli antipodi di quello di Baglioni, ma così tanto simile nei contenuti, in fondo, sono due dei migliori cantautori della nostra tradizione musicale, nonostante abbiano sempre preso strade molto diverse, sia negli anni ’70 che nei Duemila. La lezione è però di quelle impressionanti: sicuramente il momento più bello della serata, forse addirittura di tutto il Festival, forse addirittura di (almeno) tutti gli ultimi Festival. Claudio gli ha fatto eco poco prima, presentando La vita è adesso, una canzone d’autore a tutto tondo: non troviamo Piero con i Papeveri, ne Caruso dal balcone o la donna cannone, ma vi troviamo l’uomo di tutti i giorni, quello che è colpito dalla pioggia mentre è seduto sui «tavolini dei caffè all’aperto», l’uomo che imparerà che «per morire gli basterà un tramonto», l’uomo, ogni uomo, perché ogni uomo è un «figlio di un cielo così bello»: il Professore, cantore dell’umanità, si rispecchierebbe sicuro in tutto questo. Perdoniamo così l’interpretazione per niente ortodossa de Il volo, tale da aver massacrato anche Canzone per te di Sergio Endrigo: bella l’idea dell’omaggio, ma poteva essere fatto di meglio. Un difetto della serata d’altronde andrà pur trovato.

E poi c’è, ovviamente, la gara. Gara molto scorrevole, sia tra i giovani che tra i big, e questo ha agevolato sicuramente lo spettacolo. Anche le canzoni che la sera prima avevano convinto poco sembrano convincere di più, ma la gerarchia si definisce ormai abbastanza chiaramente: migliorano Rubino e il duo Diodato/Paci (meglio il primo dei secondi due), migliora anche Red Canzian, che con l’anima rockeggiante riesce a dare senso ad un brano altrimenti significante; migliorano perfino Elio e le storie tese, che valorizzano il loro finale strappa-lacrime, ma soprattutto sono estremamente divertenti quando si mettono a giocare per ingannare l’attesa sul finale del discorso di Baudo: migliorano tutti, ma restano i brani più sottotono tra i dieci in gara (meglio Rubino su tutti gli altri, anche se avrebbe potuto fare decisamente di meglio). Non migliora invece Annalisa, anche se il suo brano si riconferma come perfetto per il Festival, anche se la giuria la colloca nella seconda fascia; non migliorano Le Vibrazioni, perché restano tremendamente uguali a sé stessi da anni, ma in fondo è giusto così, anche se la canzone non è così brutta in realtà.

Migliora parecchio Nina Zilli: anche se non convince di nuovo fino in fondo, il brano sprigiona una forza non notata nel corso della prima serata. I brani di Ron e Vanoni/Pacifico/Bungaro restano senza dubbio i migliori della gara, e acquisiscono ancora più intensità, in particolare l’interpretazione della Vanoni, una Signora come poche. Il brano dei Decibel acquista sempre più spessore, ma pare non capito: un destino di Ruggeri (e anche di Ron) in tutte le sue recenti prestazioni al Festival.

Il vero bocciato della serata, l’unico direi (si fa un po’ fatica a promuovere  Il volo, ma si può chiudere un occhio) è la giuria demoscopica, che, soprattutto nei giovani, fa decisamente scelte incomprensibili. Le due ragazze, pur brave, cantano due canzoni di poco conto, rispetto a quelle di Lorenzo Baglioni e Mirkoeilcane. Entrambi coraggiosi, il giovane Baglioni per aver proposto una versione pop della grammatica (è già virale su youtube da tempo), idea originale a questi livelli; il secondo si propone come un crossover tra Faletti, Cristicchi e Silvestri, e confeziona un testo perfetto ed un interpretazione carica di intensità emotiva notevole…ultima posizione inspiegabile.

Insomma, tutti sono cresciuti nella seconda serata del Festival. È cresciuto Claudio, più sicuro e meno agitato, sicuro fiero degli ascolti della prima serata. Sono cresciuti i conduttori: Michelle Hunziker è la regina, ed è giusto che lo sia; Pierfrancesco Favino è sembrato un po’ più in ombra rispetto alla prima sera, ma il siparietto da ballerino è stato simpatico e funzionale. Insomma, ci siamo.

Un’ultima nota, per il nostro Claudio. Quando ha cantato La vita è adesso, tutta Italia ha provato l’energia che proviamo noi nei suoi concerti. L’Ariston è esploso, e l’emozione negli occhi di Claudio era immensa. Sì, abbiamo voglia di tour, nonostante Sanremo stia andando alla grande. L’emozione del vedere tutto questo, visto dal 47.7% della popolazione italiana, è stata notevole.

Ora, attendiamo la terza serata, e una nuova botta d’energia.

Luca

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

2 Commenti

  1. Condivido!!! Bravissimo Claudio! Ma noi già lo sapevamo che era bravo tutti gli altri hanno imparato a conoscere un grande artista è un grande uomo !Patty

  2. Per me anche la seconda puntata è stata perfetta ed e scivolata via senza noia e sonnolenza ….il nostro CLAUDIO e il top e il massimo….che DIO LO BENEDICA SEMPRE

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