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Il mio incontro con Claudio Baglioni

Ciao Tony,
ti allego alla presente il racconto del mio primo incontro con Claudio, avvenuto pochi giorni fa. Mi farebbe molto piacere se venisse pubblicato su doremifasol.org, come peraltro già accaduto in passato con altri miei scritti. Ti ringrazio in anticipo per l’attenzione e la consueta disponibilità.
Con stima,

Federico Laudizi

Un incontroche mi ha proiettato Oltre

Lo sbarco sopra l’aldilà, una via per l’infinità

Il valore di questa esperienza ai confini del mistico è inestimabile.Forse solo la fotografia in cui quegli istanti sono stati immortalati riesce a rendere, in minima parte, la grandezza incommensurabile di questo evento grandioso: il sorriso che mi percorre il viso da una guancia all’altra ne contiene tutta l’ineffabilità. Vedere Claudio in carne ed ossa, parlarci, toccarlo ricade inevitabilmente nell’ambito di quei fenomeni che non possono essere espressi a parole, perché irretirli entro strutture linguistiche significa irrimediabilmente ridurli. Ma poichéil linguaggio è l’unico mezzo che ho a disposizione, nella misura in cui le mie abilità di scrittura me lo permetteranno e sforzandomi di non scadere in una vuota e banale retorica, tenterò l’impresa di raccontare quest’incontro straordinario.

Questo strimpellatore dov’è dov’è

In un pomeriggio in cui ogni elemento è perfettamente andato al suo posto, la prima nota positiva è stata l’attesa, che è stata tranquilla e fiduciosa.Ansia, fibrillazione etrepidazione nonmi hanno assalito, come se già avessi saputo come sarebbe andata a finire. Sarà che quando entro nella sfera d’influenza di Claudio e mi ritrovo nei luoghi della sua vita, ogni forma di sentimento negativo svanisce e mi sento bene come raramente mi è capitato nei miei ventun’anni di vita. Trascorro un’ora e mezza con fare contemplativo, osservando chi mi circonda, parlando poco e pensandotanto. Poi, dopo essermi silenziosamente e dignitosamente distaccato da atteggiamenti di irrispettosa invadenza, sintomo di una passione smodata e avvelenata da una morbosità tossica, io e la mia pazienza ci accomodiamo su un muretto.Lì, dove mi sto gustando, già accontentandomi, la benefica atmosfera che avvolge il mondo-Baglioni, ho improvvisamente il primo contatto con Claudio: un saluto reciproco, sfuggente ma sentito, filtrato dallo scuro di un finestrino. Sono felice, e origine della mia felicità è proprio la reciprocità, quell’esserci visti. È in questo momento che un altro tassello, oserei dire fondamentale, siincastra dove doveva: il mio occhio di attento osservatore cade sulla mano di Sandrone che, con un cenno, ci invitaad attendere il ritorno, quando con buona probabilità avremmo potuto avere più fortuna.

E davanti a te… sono solo io. E ti chiedi chi è… sono proprio io

Due ore più tardi, dopo che un cospicuo numero di morbide e grigie nubi autunnali si era avvicendato sopra gli alberi e quando la luce era ormai quella del crepuscolo, accade quello che fino a poche ore prima consideravo un sogno non facilmente realizzabile. Ricompare l’automobile nera, svolta e si ferma:casualmente, o forse no, sono ancora sul lato di Claudio. Abbassa il finestrino, lo saluto: è proprio lui. Gli chiedo gentilmente se sarebbe potuto scendere per una foto. Il motore si spegne: richiesta accolta. Un baleno illumina la mia mente e mi segnala che sto vivendo un evento memorabile: in un istante la sua figura si staglia delicata ma imperiosa dinanzi a me. È Claudio Baglioni, il mio amato compagno digiorni passati a dividere il cielo dal mare, ditante sere chiuse come chiudere un ombrello, di notti di nessuno sfrigolanti di lampioni… Al mio cospetto si materializza quella figura così nota e familiare ma con la quale avevointeragito solo tramite la piatta mediazione di uno schermo. Invece ora è qui, tangibile.

Dar meraviglie agli occhi dei presenti

Gentilezza, disponibilità e cordialità lo precedono. Delicatezza, pacatezza e ironia lo seguono. In mezzo un uomo semplice, genuino e schietto. È elegantissimo, porta un fazzoletto bianco nel taschino e un sorriso puro come fiore all’occhiello. Percepisco cheio (non) sono lì, sono cioè sul confine che separa il mondo sensibile da qualcos’altro. Lo guardo ammaliato e non riesco ad ignorare lo spessore della sua aura: Claudio emana vibrazioni alte, irradia positività e benessere. Per contrasto è proprio la combinazione dei suoi tratti squisitamente umani a qualificarlo immediatamente come un essere sovrumano. Malgrado il vortice emotivo nel quale mi ritrovofelicemente risucchiato, sono ancora padrone di me e della mia spigliatezza. Tornando perciò a far capolino sul mondo terreno esclamo: “Ammazza quanto sei alto Cla’”. E lui con quella sua spensierata e fanciullesca simpatia mi risponde: “Eh sì, so cresciuto!”. Segue poi, come al suo solito, chiedendomi come sto: lo fa con una premura rara, sconosciuta alla quasi totalità dei miei cari e dei miei amici. Adesso mi viene incontro, mi sorride, mi mette un braccio sulla spalla e mi stringe a sé. Non mi resta dunque che cingerlo e stringerlo a me: siamo fianco a fianco, in posa per una fotografia che catturerà, cristallizzandole in eterno, due anime che si sono incontrate in quel momento ma che da sempre si conoscevano. Sollecito il mio amico a scattare a ripetizione e Claudio mi dice divertito: “Tanto so tutte uguali!”. “Eh ma quando me ricapita!” gli rispondo io con il cuore che mi scoppia di gioia.

Un profumo di cotone…

La portata di sentimenti ed emozioni è stata incontenibile: Claudio mi ha scaldato l’anima con un fare dolce e paterno, ricercando lui stesso il contatto fisico, conferendo importanza al nostro incontro. Se il mio sorriso dice tutto, anche il suo dice tanto: forse è felice di vedere un ragazzo così giovane guadarlo con occhi pieni d’ammirazione, probabilmente si sente appieno uomo di varie età, universale e trasversale, magari anche lui percepisce una particolare corrispondenza.

Ma c’avrei scommesso di stargli ad un passo dal cuore

Si dedica alle altre poche persone lì presenti. Io continuo a guardarlo sospeso nell’incanto di pochi minuti che grazie a Dio sembrano durare ore per la loro intensità. Ho mezzo secolo di storia contemporanea davanti a me, e adesso anch’io sono parte di questa storia. È uno dei pomeriggi più belli della mia vita, forse il più bello. La realtà ha superato le aspettative e una volta tanto si è dimostrata anche meglio del sogno. Sento però che posso spingermi oltre, intuisco che posso andare ancora più a fondo e cercare di far vibrare le corde di quell’anima rara. Gli metto allora una mano sulla spalla, attiro nuovamente la sua attenzione e proferisco delle parole che, per quanto elementari, ho ritenuto essere le più adatte per condensare una riconoscenza, una stima e un amore non quantificabili: “Cla’, grazie, perché con la tua musica io non sto mai da solo!”. Ci guardiamo negli occhi e viviamo l’eternità in un attimo. Un’epifania mi folgora: c’è stato il rispecchiamento d’anime. Lui mi sorride, mi ringrazia a sua volta, mi dà un buffetto e una carezza. Poi se ne va, con quel suo passo un po’ felpato e leggermente barcollante. Io, in estasi agostiniana e non ancora sazio di quest’abbuffata, lo saluto mentre si allontana. Lui mi ricambia con la mano poco prima di girare l’angolo e scomparire.

Il sogno finisce ora e non finisce niente

Chi pochi anni fa scrisse che quando incontrò Claudio per la prima volta “ebbe la netta sensazione di aver sfiorato un brandello d’infinito”, scrisse la pura e innegabile verità. A coloro i quali mi hanno interrogato a caldo infatti, ho potuto rispondere, ancora stordito, con sole tre parole: “È una divinità”.

(Un ringraziamento speciale a Gianmarco che mi ha accompagnato in questo pomeriggio per entrambi indimenticabile)

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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