Claudio Baglioni – Quando si dice un “artigiano”
Quando si dice “un artigiano”.
In questo caso della musica.
Ma chi glielo ha fatto fare?
Non certo il dio denaro.
A 70 anni e passa, più di 70 date, una sera dopo l’altra, sul palco da solo.
Tre ore di millimetrica precisione.
Lui, un pianoforte, una tastiera, un clavinova.
Una cinquantina di pezzi, i suoi, quelli della sua storia. Quelli più noti ci sono tutti.
Qualcuno arrangiato a festa, qualcuno cantato sommessamente, appena sussurrato, quasi a dire “ah sì c’è stato anche questo”.
Il giro, lento, a volte quasi strascicato, ora al piano, ora alla tastiera, ora al clavinova. Passato, presente, futuro.
Già detto e ridetto.
“Avanti gente, costa pochi centesimi (si fa per dire!) salire sulla macchina del tempo.
Siamo attempati, nel biancore di queste sere che si stagliano contro il rosso dei velluti di poltrone per bene ed il dorato di stucchi liberty.
1000 a sera, su per giù.
Seduti, mascherati, abbandonati ai ricordi.
A volte mi sale su un groppo di nostalgia; guardo le sue mani, le mie, salto ad Assolo, poi torno qui, in una di queste sale e quasi non ce la faccio a reggere il rumore di tutta questa vita che è passata nel mezzo.
Ed i segni che mi ha impresso.
E tutti a dirci che certe notti vissute non torneranno mai più. Per forza!
È il cerchio perfetto del tempo.
Nessuno ne è immune, neppure il grande Mago.
La sua musica invece sì, oh sì, quella ne è esentata.
Certe sere, certe voci di donna prendono il coraggio a due mani e dopo quarantanni trovano la notte giusta per urlargli, nel bel mezzo del silenzio ingessato di una sala in penombra, un “sei bellissimo” o un “ti amo da sempre”.
Che poi è anche vero, ma che ha un effetto estemporaneo; come un suono partito anni luce fa, che arriva solo stasera.
Insomma non è Incanto.
È Solo.
Ed è tutta un’altra storia.
Tutto mi pare struggente, dolce, malinconico, perfettamente realizzato, ma sul finire.
Non riesco più a leggere, commenti, nostalgie, ricordi.
Leggo solo Marco.
Ha vent’anni, o poco più, scrive bene, con cognizione e non è per nulla nostalgico. Grazie al Cielo.
Non riesco nemmeno più a scrivere.
Perché mi duole che tutta quella musica, quelle medicine per l’anima, che mi han salvato per più di quarant’anni, aleggino dentro a questi luoghi ovattati e costosi e non prendano più la via gratuita dell’etere e delle nuove generazioni.
O che lo facciano molto meno di quanto avveniva prima.
C’è l’emozione del ritrovarsi, stavolta più che mai, dopo tre anni, ma anche noi non siam più quel che eravamo.
Il tempo si muove, noi ci crediamo immobili, eppure, nostro malgrado, siamo costretti a rincorrerlo e ci affatichiamo, mentre corriamo, mentre ci invecchiamo, mentre ci facciamo nostalgici.
Voglio tornare al 24 maggio 1986 e restare là per sempre.
Ma l’artigiano è bravo: “S’accomodi signora, amori in corso la riporterà ai suoi 18 anni felici”.
E tu, artigiano della musica, tu che questa tua “musica leggera la devi suonare”, per forza, senza sconti, è la tua sola maniera di esistere, tu dove starai domani ?
Non andar mai troppo fuori mano.
Tatiana Stefanin
Carissimo Maestro,
conservero’ nel mio cuore la meravigliosa serata al Carlo Felice. Mi ero ripromessa di fare foto e video, ma poi sono rimasta incantata dalla Sua voce, dalla Sua musica, che mi ha fatto tornare alla mia giovinezza ( ho 63 anni)…. e così ho deciso di ascoltarLa e cantare con Lei. Grazie di Maestro, grazie di tutto, di aver accompagnato i miei anni più belli, di accompagnare la mia maturita’ con la Sua musica, con i Suoi testi, e mi raccomando…. ” … non cambiare mai e abbi cura di te”
Il Maestro e poeta Claudio Baglioni è La Storia che gli altri al massimo possono leggere!! Mai Più Come TE.. caro eterno Maestro!!