Scaletta Claudio Baglioni #aTUTTOCUORE Roma 26/02/2024
Quinta data a Roma per Claudio Baglioni ed il suo Mega Tour aTUTTOCUORE ARENE INDOOR
Un Claudio Baglioni in gran forma, sia vocale che fisica.
Di seguito la scaletta della serata. Come al solito la chiudiamo in una tendina per non togliere la sorpresa a chi vuole scoprirla LIVE.
- Ore 20:54: Intro prima del concerto Caravan
- Ore 21:00: Si spengono le luci. Il concerto sta per iniziare.
- Ore 21:01: Dalle ultime file della platea, sbucano due colonne di performers che percorrono tutta la platea sulla base de Le Vie Dei Colori. Salendo sul palco, portano con se un “ignaro” spettatore che rimarrà sul palco per tutto il concerto. Lo “spettatore”/performer si scopre, poi, essere l’alter ego di Claudio Baglioni durante tutto lo spettacolo.
- Ore 21:02: Salgono sul palco i musicisti e i ballerini. Piccola base di Le vie dei colori.
- Ore 21:02: Sale sul palco Claudio Baglioni e canta: E tu come stai?
- Ore 21:06: Claudio Baglioni da il benvenuto per questa nuova parte del Tour. Inizia a cantare: Dagli il via
- Ore 21:12: Acqua dalla luna
- Ore 21:17: Con tutto l’amore che posso
insieme alle vocalist: Serena Bagozzi, Antonella Pepe, Silvia Aprile, Rossella Ruini e Serena Caporale
- Ore 21:22: Quante volte con l’ormai virale balletto di Claudio
- Ore 21:27: Un po di piu’
- Ore 21:32: Gli anni più belli
- Ore 21:36: Domani mai
- Ore 21:41: Quanto ti voglio
- Ore 21:45: Fammi andar via
- Ore 21:52: Niente più
- Ore 21:55: E adesso la pubblicità
- Ore 22:01: Claudio Baglioni presenta la nuova canzone intitolata: A tutto cuore.
Questo nuovo brano è un regalo per tutte quelle persone che hanno deciso di regalargli del tempo.
- Ore 22:06: Mal d’amore
- Ore 22:11: W l’Inghilterra
- Ore 22:16: Medley: Sono io, Cuore D’Aliante, Uomo di varie età
un ricordo del passato potrebbe essere una visione del futuro
- Ore 22:26: Le ragazze dell’est
- Ore 22:30: Uomini persi
- Ore 22:38: Noi no
- Ore 22:43: Medley: Amori in corso, Un nuovo giorno un giorno nuovo, Con voi
- Ore 22:53: Claudio si mette sul punto più in alto del palco e seduto al pianaforte canta Questo piccolo grande amore e come sempre le torce dei cellulari si accendono riempiendo di stelle tutto il palazzetto dello sport. ‘
’Tutto sommato questo palco e’ una metafora, quando si sale e’ vero che si fatica ma si può arrivare in posti dove puoi guardare bene cosa succede sotto, nei momenti bui si scendono le scale ma poi si può tornare a risalirle e vedere cosa succede nel modo, nelle vite degli altri, tutti gli altri che insieme suonano come una grande sinfonia… e vi assicuro che da qui si gode una vista bellissima…e non ho nemmeno pagato il biglietto… e ogni sera quando arrivo qui sopra mi torna in memoria la prima volta che mi capitò di salire queste scale, e fu 60 anni fa, era un palco piccolissimo di una periferia romana, e mai mai mai mai mai avrei pensato se sarebbe andata così’’
- Ore 22:59: Dodici note
- Ore 23:04: Io sono qui
- Ore 23:10: Medley: Amore bello, Solo, Sabato pomeriggio
Durante sabato pomeriggio la 1 fila alza delle lettere dorate che formano la frase: a cla ma ‘ndo vai
- Ore 23:18: Porta portese
Durante la canzone gioca e scherza con i ballerini
- Ore 23:23: Avrai
- Ore 23:29: Io me ne andrei
- Ore 23:33: Mille giorni di te e di me
- Ore 23:40: Via con il pubblico che si scatena e va sottopalco
- Ore 23:47: E tu durante la canzone Claudio lancia al pubblico il plettro della chitarra
- Ore 23:53: Strada facendo.
- Ore 23:58: La vita è adesso
- Ore 00:04: Finale sulla base musicale di Poster
- Ore 00:07: Claudio ringrazia tutti i collaboratori, i musicisti, le “cantanti”, i ballerini e performers, appaiono dall’alto i coreografi capitanati da Giuliano Peparini. Claudio in splendida forma esce dal palco tra gli applausi e le ovazioni del pubblico. Claudio saluta il pubblico e lascia il palco con le note di A tutto cuore.
Scaletta a cura di Sabrina Panfili in esclusiva per doremifasol.org e saltasullavita.com
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C’ero ieri sera al PalaEur, come è tornato a chiamarsi dopo tanti anni in cui era il Palalottomatica.
E c’ero per un motivo ben preciso, lo stesso per cui ci sarò anche stasera.
Perché un 15/12/1981, al PalaEur appunto, in quel disco volante, entrai ragazzina, neanche ventenne. Ero lì per assistere al mio primo concerto di Claudio Baglioni. La sua prima tournée nei palasport. Avevo sognato quel momento per anni, direi dal 1974 e non potevo credere che fosse arrivato. Arrivare è una parola grossa perché rischiai di non arrivare io! Per strada la cinquecento del mio amico che trasportava me e il mio ragazzo, decise di fermarsi a Piazza San Giovanni. E per un attimo il sogno sfumò. Non ricordo come arrivammo. Immagino con un autobus o con la metropolitana. Escludo che avessimo i soldi per un taxi, sebbene condiviso. Ed entrai in quel luogo che mi sembrò enorme. Nella stessa posizione di ieri sera, c’era un palco. Appena, meno imponente. Essenziale, direi, per non dire, assolutamente spoglio.
Ma cosa ne sapevo io di palchi tecnologici, di scenografie, coreografie o altre cose ancora da inventare. Quel palco con qualche strumento sopra, per me, era il luogo in cui stava per avvenire il miracolo.
L’apparizione! Non so se per risparmiare, per fortuna o che altro, eravamo nel parterre. Anch’esso spoglio, senza sedute. In piedi. Né troppo vicino, né troppo lontano. Ad una giusta distanza per constatare che la voce che adoravo proveniva da una persona in carne ed ossa! Si perché può sembrare incredibile alle generazioni successive ma io, nonostante la fedeltà assoluta alla causa, Claudio Baglioni (all’epoca ancora rispettosamente chiamato anche per cognome) in quella manciata di anni dal suo debutto, e dal mio quale fan, lo avevo visto si e no una manciata di volte. Nelle rare apparizioni televisive, che diventavano occasioni epocali. E sui giornali, certo. Che conservavo, ovvio. Ma chi sapeva, in realtà come era fatto! Ricordo che mi sorprese l’altezza, maggiore di quella che avevo percepito in televisione e la quantità di capelli che incorniciavano il viso, magro. Tutto uguale a quello che conoscevo. Tutto diverso.
Ho il ricordo inalterato di lui che entra, fa un mezzo inchino e inizia a suonare la chitarra. E’ vestito tutto di jeans. Poi, da lì in poi, tutto diventa confuso. Forse ci fu qualche del fumo in scena ma non è quello che confonde i ricordi. E’ l’emozione. Forte. Intensa. Mai provata prima. Sentire quella voce, sentire che dal vivo scavava dentro ancor di più. Decidere che sarà quella la colonna sonora della mia vita. Lasciarsi andare. Una ragazzina timida che, improvvisamente, scopre che si può non essere sempre controllati e dignitosamente composti. Si può cantare a squarciagola insieme agli altri e non importa se con voce stonata. Si può ballare, liberi, saltare, urlare il nome di un cantante. Entrare a far parte, in quel momento, di una sorta di comunità di persone che non si conoscono ma che condividono una passione e che vivono le tue stesse sensazioni. Disinteressarsi se tutto ciò può apparire ridicolo, eccessivo. Ascoltare solo il cuore, mandando in stand-by la mente. E il cuore dice che quella sensazione sa di libertà e felicità. Senza troppi se e ma. I miei amici mi diranno, dopo, di non avermi mai visto così. Felice.
Di quella serata conservo quel ricordo, la malinconia pungente del giorno dopo, qualche foto sgranata in cui si riconosce Claudio a malapena, e un biglietto. Il biglietto di quel primo concerto. Un semplice foglietto di carta bianco con una scritta in rosso. Così lontano e artigianale rispetto a quello che avremmo conosciuto poi. E sul retro, scritta a mano la sera stessa, la scaletta del concerto.
Mi è capitato, una decina di anni fa, di incontrare Claudio ad un evento presso un quotidiano romano. Avevo con me quel biglietto. Glielo mostrai. Rimase colpito. Lesse e commentò la scaletta, anche questa così semplice ed essenziale. Fu molto divertente.
Sono passati tanti anni da quella prima volta al PalaEur e tanti concerti. Ogni volta, una nuova emozione. Uguale e diversa. Come avevo intuito, la musica di Claudio mi ha accompagnato per tutta la vita, nei giorni di sole e in quelli bui. Sono stata una fan fedele ma non assidua come altri. La vita, in alcuni momenti, mi ha allontanato da quelle notti di note. Ma non me le ha mai fatte scordare.
Ho ripreso negli ultimi anni, a dispetto degli anni trascorsi. Con il timore dell’inizio. Non più a causa della timidezza ma della maturità. Con il timore di sfidare il tempo e il senso del ridicolo. Ma ancora una volta, ha prevalso una forma sottile di egoismo. Cosa mai può pensare la gente non è bastato a togliermi la gioia di una notte di musica, di canti, di braccia che vanno su. Ancora quella sensazione di libertà e felicità. Quella sì intatta, nonostante le varie età.
E così, negli ultimi anni, mi sono regalata un appuntamento con il grande Mago in ogni tournèe che è passata da Roma.
Sono tornata qualche volta al PalaEur. Non prevedevo di farlo quest’anno.
Ero stata alla prima data di A tutto cuore, a settembre, al Foro Italico. Lo spettacolo mi era piaciuto tantissimo e ne conservavo un bellissimo ricordo.
Poi, poi c’è stato il 20 gennaio. E tutto è cambiato. Quanto tempo è passato dal 1981, cosa vuoi che siano mille giorni.
Poi, quel momento tanto temuto arriverà. E non ci sarà più tempo né occasione. Solo modo di pentirsi.
E così ho deciso e, per la prima volta, ho acquistato il biglietto per un’altra data della stessa tournée. Il 26 febbraio annunciato come ultima data, come ultimo appuntamento indoor.
Ma ecco che, quando già mi sembrava di aver fatto qualcosa di strano, accade l’imprevedibile (o quasi), si aggiunge una data, oggi, il 27 febbraio.
E allora, che si fa? Penso di rivendere i biglietti ma ormai ho invitato un’amica e i posti sono buoni. Penso di regalarli e ricomprarli. Poi penso, a me. E penso che non faccio nulla di male. Che c’è di peggio. Che non toglie o aggiunge niente al mio modo di essere. Che posso, solo, avere una notte di note in più, da ricordare.
E così, senza dire niente a nessuno compro anche i biglietti per stasera. Mi godo lo spettacolo di ieri con la mia amica che, meno abituata di me alla magia del grande mago, si commuove letteralmente davanti alla sua arte. Alla perfezione di quello che accade sulla scena. Alla magia. Mi unisco al canto. E arriva quella sensazione nota, di felicità. Poi penso che, per una volta e una soltanto, posso accantonare quella nostalgia che arriva verso la fine del concerto. Che ci sarà un’altra notte di note. Senza foto, video. Solo musica.
E saremo lì, io e il mio ragazzo di allora, insieme da allora, una vita fa, ancora insieme dentro quel PalaEur che ci ha visto ragazzi. Con gli anni addosso. E la musica che ci ha accompagnato (più me a dire il vero) nel bene e nel male. Per esserci anche stasera, insieme, presenti al primo e all’ultimo concerto di Claudio in un palasport! Sperando, A tutto cuore, che non finisca qui!