Baglioni, politica clandestina a Lampedusa
Baglioni: ‘A Lampedusa clandestina è la politica’
Il celebre cantante, da anni impegnato in iniziative di solidarietà sull’isola, commenta la drammatica situazione di questi giorni. E dice: ‘Basta con l’ipocrisia delle istutuzioni, la classe dirigente deve sapere risolvere i problemi’
Il Nobel per la pace a Lampedusa sarebbe il giusto riconoscimento per la grande lezione di umanità, civiltà e solidarietà che, da anni, la gente delle Pelagie dà a tutto il mondo.
Io come ‘cittadino’, qualche anno fa lo avevo proposto, quasi più per provocazione e stimolo, durante una delle dieci edizioni di O’scia’, una rassegna di arti e musiche dedicata proprio a sensibilizzare istituzioni, politica, media e opinione pubblica sul dramma immigrazione. Il punto, però, è che oltre a un premio, per quanto prestigioso e di grande valore simbolico, i lampedusani (e l’intero Paese) hanno bisogno di risposte. Urgenza di soluzioni concrete.
La vera clandestina in tutta questa drammatica vicenda è la politica e i suoi rappresentanti. Quella italiana, quella europea, quella internazionale. Mancano cultura e visione d’insieme e prevalgono ancora gioco delle parti e interessi di bottega. Si affronteranno mai le vere cause del problema? Si capirà che ciò che si vede a Lampedusa non è che il dieci per cento del fenomeno? Si smetterà di confondere, a seconda delle convenienze, profughi e clandestini? Si ricorderà che questo dramma va avanti da venticinque anni senza rimedi intelligenti? Si interverrà prima, con onestà e redistribuzione di mezzi, nei paesi in difficoltà? Si troveranno finalmente regole e provvedimenti giusti ed efficaci? Si fermerà un giorno l’immigrazione irregolare per il bene di tutti, migranti e accoglienti? Si puniranno i colpevoli di tutte queste tragedie? Si tornerà a guardare ai viaggi degli uomini con fiducia e opportunità d’interscambi? Si potrà e saprà imparare a vivere una vita diversa e migliore, in ogni angolo di mondo?
Queste sono le domande e sono domande alle quali può e deve rispondere solo la politica. Non bastano premi. Servono classi dirigenti in grado di agire oggi e presagire il domani. Allora, forse, potremmo essere fieri del Nobel a Lampedusa e magari valutare se darne uno alla politica. La strada, però, mi sembra lunga e impervia e le speranze sono sempre più corte.
(testo raccolto da Piero Messina)
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