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Stasera in tv Gli anni più belli di Gabriele Muccino

Il regista parla d’amore e d’amicizia in un film con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria e Emma Marrone

Canzone originale di Claudio Baglioni

GLI ANNI PIÙ BELLI È L’ULTIMO FILM DI GABRIELE MUCCINO, CHE QUESTA SERA VA IN ONDA IN PRIMA TV SU SKY CINEMA UNO. UN CAST STELLARE E UN FILM DECISAMENTE “MUCCINIANO”.

Come lui nessuno mai. Perché Gabriele Muccino è forse il regista più bravo a raccontare la sua generazione. E lo ha fatto ancora una volta con Gli anni più belli. Il film sull’amicizia di 4 ragazzi dal 1982 ai giorni nostri. E che Sky Cinema Uno manda in onda stasera in tv, in prima visione assoluta, alle 21.15.

La trama e il cast

Gli anni più belli racconta la storia dell’amicizia profonda che lega Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo. Insieme fin dall’adolescenza, i 4 sembrano inseparabili. Le loro aspirazioni, i successi e i fallimenti si mischiano agli eventi dell’Italia negli ultimi 40 anni.

I protagonisti della pellicola sono Pierfrancesco Favino, nel ruolo di Giulio, Kim Rossi Stuart, che interpreta Poalo, Claudio Santamaria, che è Riccardo, e Micaela Ramazzotti, Gemma. A loro si unisce, nel suo debutto cinematografico, la cantante Emma Marrone, nei panni di Anna.

Il pensiero di Gabriele Muccino

«Gli anni più belli racconta quarant’anni di vita di quattro adolescenti che diventano uomini. Racconta le loro speranze, le loro delusioni, i loro successi e i loro fallimenti specchio dell’Italia e anche degli italiani dagli anni ’80 ad oggi. Il film è un grande affresco che racconta chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli. È il grande cerchio della vita che si ripete con le stesse dinamiche nonostante sullo sfondo scorrano anni ed epoche differenti», dice Gabriele Muccino. Che ci ha abituati a questo genere di racconti. Che si sono persino guadagnati l’aggettivo “mucciniani”.

«Giulio, Paolo, Riccardo e Gemma sono nati alla fine degli anni ’60, sotto l’ombra delle grandi ideologie. La loro è una generazione percepita come nata troppo tardi, troppo tardi per cambiare il mondo, cresciuta col complesso di non essere abbastanza reattiva, abbastanza colta, abbastanza rivoluzionaria. Una generazione che si è arresa sentendosi inferiore ai fratelli maggiori e ai suoi padri», prosegue il regista, spiegando il film stasera in tv su Sky Cinema.

«È stata una generazione sostanzialmente passiva e transitoria. Le relazioni umane però non hanno tempo e all’interno della cornice della grande Storia, la “piccola storia” dei protagonisti narra di una grande amicizia, di un grande amore e di tutte le sue declinazioni: il tradimento, la delusione, la corruzione dei sogni, lo smarrimento delle certezze dell’adolescenza e della realizzazione di ciò che siamo realmente stati, una volta entrati nell’età più adulta».

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