I ragazzi delle ultime file – Luca Bertoloni
Ho dinnanzi a me due ore di attesa, per un appuntamento molto importante, dal quale dipenderà il mio futuro. Nell’attesa, per stemperare la tensione, mi viene voglia di scrivere un racconto. Un po’ sullo smartphone e un po’ su un quaderno, metto giù questa storia, che ora presento sistemata e corretta.
I ragazzi delle ultime file
C’erano una volta “i ragazzi delle ultime file”. I ragazzi erano tre, o forse sono tre.
Fanno parte di un gruppo più ampio, ossia “quelli delle ultime file”. Come loro ce ne sono tanti, ma questi sono quelli che io conosco meglio. Tre persone: tra loro si sono conosciuti in fase differenti. Un ragazzo e due ragazze, per la precisione. Il ragazzo e una delle due ragazze si conoscono dalla nascita, ma hanno rapporti tra loro solo in età maggiore, esattamente quando il ragazzo conosce l’altra ragazza, e fa quindi da tramite perché si conoscano tra loro anche le due ragazze. Emerge poi, “strada facendo”, una passione comune, divisa e condivisa “spartendo il fuoco senza nessuna gelosia”.
Il primo è il ragazzo, Luca, anni 28. Studente di lettere moderne, uscito da una profonda crisi interiore quattro anni fa, anno in cui ha ripreso l’università che aveva amaramente lasciato al secondo anno diversi anni prima. Educatore negli oratori come volontario e per professione, tiene laboratori di musica e teatro presso scuole dell’infanzia. Musicista e polistrumentista per passione, senza aver preso alcuna lezione.
La musica è la sua passione, spuntata casualmente all’età di 11 anni, quando in casa aveva trovato quasi per caso una pianola giocattolo, di quelle con pochi tasti, che si usano per far giocare i bambini. Se la guardava, e lo intrigava parecchio, fino a che un giorno si è buttato a capofitto su di essa. È stato amore a prima vista: ci passava insieme giornate intere,senza avere per altro vere nozioni musicali (era il 1998 e non c’era internet dove poter leggere tutto). Era diventata una sfida ormai: doveva imparare a suonarla. E in un paio d’anni imparò effettivamente a strimpellare qualcosa. Con la chitarra, tre anni dopo, fu ancora più dura. Innamoramento analogo, ma Luca questa volta fu costretto a servirsi di un manuale, con tanto dolore alla mano sinistra per fare il barrè, e calli profondi vicino alle unghie. Ma in un anno di lavoro aveva raggiunto il suo obiettivo: suonare e cantare le canzoni di Fabrizio De Andrè, il suo cantante preferito. Lo amava dalla prima liceo, complice un influenza del padre e di Emilio, il suo migliore amico e compagno di banco e scuola.
Di Claudio Baglioni conosceva solo le grandi hit,e non è che le apprezzasse più di tanto. Diverse furono le sue passioni musicali, due in particolare, che però furono due veri e propri fuochi di paglia, due amori travolgenti, ma brevi, esattamente come tutti gli amori travolgenti: Lucio Battisti e Giorgio Gaber. Con Claudio Baglioni fu diverso, anche se si trattò a tutti gli effetti di un amore a prima vista,anzi,al primo ascolto. Ma non all’ascolto di un brano qualunque,ma di un brano preciso. Marco, un caro amico, gli aveva fatto ascoltare “Amore bello”, e Luca aveva 19 anni,ed era tremendamente innamorato di una ragazza. Lei non contraccambiava fino in fondo,pur avendo con lui un rapporto spesso ambiguo e intrigante. “Amore bello” leggeva bene il sentimento forte di Luca, dalle tinte quasi melodrammatiche, e descriveva la sua storia con la ragazza: contorta e complessa, da esiti futuri incerti.
Ma non era quella la canzone dell’amore a prima vista. Sulla scorta di questo brano si era scaricato da internet, come si usava in quegli anni, canzoni di Baglioni a caso, ma non le ascoltava mai. Era dicembre, faceva molto freddo, quando accadde l’innamoramento. Se ne stava andando in bici, verso il centro di Pavia,le mani congelate. E’ un tipo molto molto freddoloso, e quella stagione in Lombardia non è affatto tra le più calde dal punto di vista climatico. Nelle orecchie le cuffiette collegate all’i-pod, e la riproduzione casuale attivata, come usava fare sempre. Parte una canzone che non conosceva,e per il freddo decise di non togliere i guanti, non riuscendo subito a fermarla. Era “Noi no”,tratta da “Acustico”, quel bellissimo live di Claudio Baglioni del 2000. L’intro di chitarra acustica,la gente sotto che cantava “noi no…”… eccolo: fu amore a primo ascolto. Rapimento. Ribellione. Protesta. Dolore. Emozione. Vita. E molto altro. Cinque accordi e due parole avevano dentro tutto questo. Arrivò la fine del brano, e la riproduzione casuale andò avanti per conto suo, ma Luca ormai non ascoltava più: la sua testa era fissa su quel ritornello urlato. Tanto che, al suo arrivo a casa, iniziò una ricerca a tappeto di quel Baglioni che nessuno conosceva, e che lui stesso pensava non potesse esistere. Era il dicembre del 2007. Entro metà del 2008 aveva imparato a conoscere quasi tutti i suoi brani.
Pensava fosse la terza luna passeggera, ma non andò così. Non si era mai sognato di vederlo dal vivo, seguendo la scuola di Fabrizio De Andrè, che non aveva mai voluto incontrare il suo idolo George Brassens. Nel 2008 però Baglioni era tornato con il progetto QPGA: libro, film, concerti, ispirati all’omonimo disco del 1972. Era il primo progetto di Claudio che Luca poteva seguire in diretta, ed era a dir poco emozionato.
Quando nella sua città, Pavia, passeggiando per le strade, incontrò i manifesti di “Gran concerto”, la seconda delle tourneè baglioniane legate a QPGA, che faceva tappa proprio a Vigevano, poco distante da Pavia, i suoi pregiudizi deandreiani svanirono tutti d’un tratto. Era luglio del 2009: Luca era a letto, costretto per dieci giorni da quaranta di febbre e una forte tonsillite. Mandò sua mamma a comprare il biglietto, con l’ordine di acquistare quello più possibile vicino al cantante. Sua mamma tornò a casa con un biglietto in sesta fila, era il più vicino che era rimasto ,e con un biglietto in più per suo marito (il papà di Luca non se la sentiva di mandarlo da solo al concerto). Arriva il 6 settembre, la fatidica data vigevanese, e quando ormai tutto il pubblico è seduto, uno speaker annuncia che il concerto viene annullato e rimandato di due giorni per un guasto tecnico dell’ultimo momento. Sgomento e tristezza negli occhi e nel cuore di Luca ,ma l’8 settembre arriva presto, ed è subito musica. E sotto le note di “Io me ne andrei” avviene la grande corsa delle prime file sotto il palco: Luca corre,con tutti gli altri. E Claudio gli stringe la mano proprio, mentre sta intonando “E tu”..si, la stringe proprio a lui. Non ci poteva credere,era ben oltre il sogno. “Il sogno è sempre”, diceva Claudio, e il sogno era adesso.
Giugno 2013. Claudio Baglioni pubblica una foto sul suo profilo facebook, nella quale è ritratto seduto sui sedili di un “freccia rossa.” Stava arrivando a Milano,per presentare a Radio Italia “Dieci dita”, il secondo singolo di un nuovo progetto intitolato “Con Voi”, un progetto inedito a 10 anni dall’ultimo album con brani inediti. Un amico, Francesco, conosciuto su facebook in alcuni gruppi su Claudio Baglioni, gli aveva confermato che Claudio sarebbe arrivato a Milano proprio a quell’ora, e proprio in treno. Così Luca chiama istintivamente Matteo, compagno di avventure da sempre, e con lui parte in direzione stazione centrale di Milano. E lì succede l’imprevedibile. Claudio scende dal treno; li sotto sui binari almeno settanta persone ad aspettarlo, per una stretta di mano, una foto o un autografo. Lui, impressionante, sorridente, una parola per tutti. Tutti scattano decine e decine di foto,e in tante di queste compare proprio Luca. Anche Matteo glie ne scatta diverse, soprattutto mentre i due passeggiano fianco a fianco,chiacchierando del più e del meno, soprattutto di musica. Claudio firma anche il quaderno di Luca, e gli dà anche una carezza sul viso. Non se la dimenticherà mai Luca quella carezza.
Inizia il periodo dei concerti. “Dieci dita Con Voi”, un tour dove Claudio è solo con pianoforte, chitarra e voce, e dove fa un concerto sussurrato per il pubblico; visto dalla galleria alta degli Arcimboldi a Milano, lontano da quella platea dove l’artista sarebbe sceso a cantare un medley dei suoi più grandi successi,e lontano dal palco dove girava con il microfono in mano per far cantare i fortunati spettatori che avevano acquistato i costosissimi “biglietti palco”. Prima di questo due concerti lo avevano preceduto: un altro “Dieci Dita”, format analogo con qualche piccola variante, e stessa posizione nella galleria alta e molto lontana; ma soprattutto il concerto di capodanno di Roma, in sesta fila. Luca era riuscito a convincere sette amici, di cui una baglioniana e un’altra aspirante, ma anche quattro agnostici, ad organizzare un viaggio a Roma nei giorni di Capodanno, ponendosi come obiettivo principale quello del concerto. Quel concerto di capodanno fu veramente emozionante, soprattutto quella sesta fila. Ma Luca se l’era guadagnata quella posizione, piazzandosi lì prima delle tre del pomeriggio, quando il concerto era alle 22.
Fu poi la volta del Con Voi Tour, il massacrante e strabiliante tour dopo il nuovo disco uscito nel 2013, al quale si associò il firma-copie mozzafiato del disco appena uscito ad una delle Mondadori del centro di Milano: il suo secondo incontro a tu per tu con Claudio. Un concerto del Tour, l’ultima tappa milanese, vista dal primo anello,vicino al palco,gentile regalo degli amici per il suo ventiseiesimo compleanno. Due date del Re-Tour, una prevista a Pavia, e una un po’ improvvisata a Milano, entrambe dall’altissima piccionaia. Nella data di Pavia, al concerto vanno aggiunte ben dieci ore trascorse al Palatreves nell’attesa di Claudio, senza però riuscire ad incontrarlo di persona.
Mai una data in platea, mai una data davanti per vedere il concerto del suo idolo, del suo cantautore, della sua passione non più passeggera, visto ad una vicinanza tale che permettesse almeno di riconoscere i tratti del viso.
E’ ora il momento del secondo personaggio, la prima ragazza. Silvia, ragazza speciale, per Luca rappresenta vitalità, affetto e speranza. 19 anni, studentessa di dietistica a Pavia. Luca la conosce dalla nascita,ma l’ha scoperta in un attimo,in una sera al tramonto in un piccolo borgo nel nord della Gallura, a due passi dal mare. Da lì con lei momenti belli e intensi, e altri di scontro e difficili: è la difficoltà dei rapporti che nessuno dei due vuole e cerca, e che anche nessuno all’esterno vuole, ma che sono così forti da poter sconfiggere qualunque cosa. Non ha una grande passione per la musica Silvia, anche se la ascolta, le fa compagnia. Come un po’ tutti i ragazzi di quelle generazioni e delle precedenti, è cresciuta con i brani di Max Pezzali, assistendo ad un suo concerto nel 2014, e tra l’altro per lei era il primo vero concerto! Non ha una passione musicale fissa, ma un ascolto che si potrebbe facilmente definire vario, di qualunque tipo di musica: l’importante è che a lei piaccia, e che le dia serenità. In fondo è quello che la musica dovrebbe fare per chiunque.
Luca la invita a vedere quella data milanese ConVoiTour, quel regalo di compleanno, poiché i biglietti regalati erano due. Perché poi lo chiese proprio a lei, questo non ci è dato di saperlo. La risposta di Silvia è però immediata e perentoria: no! “Non mi piace, e poi non conosco le canzoni.” E molte altre risposte che hanno il sapore di scuse, sputate in poco tempo una dietro l’altra. “Va beh, io trovo un’altra compagnia per il concerto” fu il pensiero di Luca, e infatti così andò. Ma lui e Silvia si allontanarono per un anno. O meglio, in qualche modo continuavano a vedersi, ma giusto perché era dovere, perché si doveva stare vicini, perchè bisognava per forza avere un rapporto. Il dovere in questi casi è il peggior nemico dei rapporti umani. Un anno passa veloce, e i due si riavvicinano nell’avvicinarsi della maturità liceale di Silvia.
È il giugno del 2015, quando esce il singolo “Capitani Coraggiosi”, il primo del progetto di Claudio con Gianni Morandi, e quando vengono annunciati dei concerti dei due al Foro Italico di Roma per il mese di settembre. Il destino, in questo caso oltre ovviamente alla casa discografica e ai manager, che ha unito Baglioni e Morandi, non sapeva che avrebbe mosso le carte anche altrove.
Caterina, mamma di Silvia, è da sempre fan di Gianni Morandi, e Silvia da anni desiderava visitare Roma. Il gioco è presto fatto: Luca organizza insieme a loro e ad altri una tre giorni romana, con inserita la prima data al Foro Italico, il 10 settembre 2015. Non in piccionaia, ma poco più giù, e onestamente poco cambia dalla piccionaia, pur essendo magica la location del centrale del Foro Italico. Il pomeriggio del concerto Silvia, non si sa come mai,forse complice suo riavvicinarsi a Luca avvenuto proprio da poco tempo in quell’estate, è gasata, determinata, euforica: balla nel bagno della camera dell’albergo sulle note di “Via”, “La vita è adesso” e “Io sono qui”, canzoni a lei completamente ignote fino a pochi minuti prima ma che Luca aveva selezionato per lei in quel momento, da ascoltare prima del concerto.
Al Foro Italico è tutto pronto, nessuno sa niente su come il progetto verrà effettivamente realizzato, chi canterà che cosa, quale sarà la scaletta. Luca è la prima volta che assiste ad un concerto di Claudio senza sapere nulla. Silvia invece d’altro canto conosce fin dalla nascita ogni canzone di Gianni: i due sembrano quasi completarsi l’un l’altro. Ma quando inizia il concerto, il cuore di Silvia sobbalza quando entra Claudio. E ogni volta che Claudio prende in mano il microfono, o le sue dita passano sopra il pianoforte, per lei sono emozioni vere, intense e profonde. Per Claudio Baglioni ,non per Gianni Morandi. E anche qui ,chissà come mai, il tutto è sorprendente: come è possibile?
Finito il concerto, la pazzia. Caterina e le amiche hanno un desiderio nel cuore : aspettare Gianni Morandi. Ma è Silvia che interviene: vuole aspettare Claudio. Tutto il gruppo allora si reca, terminato l’entusiasmante concerto, nel retro del foro italico. Gianni esce nascondendosi su una macchina, e Caterina e le amiche si stampano immediatamente in viso un’espressione di profonda delusione, e alle due di notte tornano a casa con un taxi. Silvia no, Silvia vuole restare, deve vedere Claudio. Luca resta. E con loro resta Matteo, il fratello di Silvia, quel Matteo che aveva accompagnato Luca in stazione centrale a Milano. Matteo cerca in qualche modo di sfiduciarli: “Ma tanto non si fermerà mai, e non riuscirete neanche a farci una foto…”. Ma Silvia è ferma e impassibile: vuole aspettare. Chissà poi, anche qui, per quale strano motivo.
Claudio esce quasi alle tre di notte. E subito tutti si dicono nella mente : “figuriamoci se si ferma”. E invece Claudio li stupisce tutti, tutte quelle cinquanta e rotte persone circa: si ferma, parla con tutti, scatta foto dalla macchina,firma autografi, è felicissimo. Silvia realizza il suo sogno del momento: la foto con Claudio. Il sorriso sul suo volto resta stampato a trentadue denti: è l’inizio di una passione,di un sogno. Da lì Silvia salta sulla vita, piange e si commuove cantando “La vita è adesso”, urla con il pugno alzato in “Noi no”, si scatena ballando in “Cuore d’aliante” e si emoziona in “Con voi”. La passione è grande, è apre la strada a quello che succederà nei successivi mesi.
Due incontri emozionanti con Claudio, insieme a Luca. Il primo è a Cologno Monzese, a RTL, prima dell’ultima puntata di RadioCapitaniCoraggiosi, la trasmissione radiofonica che Claudio teneva in quel periodo con Gianni Morandi, è il 5 febbraio 2016. Incontro straordinario, Silvia ha il cuore sobbalzante e la voce rotta dall’emozione; Claudio felice riversa verso i ragazzi tante parole , anche se costretto a stare dalla parte opposta di un vetro trasparente. Luca gli racconta perfino del rifiuto di Silvia del biglietto per il ConVoiTour, in modo molto simpatico. Baglioni risponde molto divertito, Silvia un po’ meno,ma questa sarebbe tutta un’altra storia.
Poi l’altro incontro, all’albergo in Claudio soggiornava a Milano durante una tappa de “Capitani Coraggiosi Il Tour”, la prosecuzione del tour romano sempre con Morandi. Albergo per altro che i due hanno scoperto tramite una soffiata. Si potrebbe dire che è al limite dello stalking, ma per Silvia e Luca non è stato così: è stato semplicemente l’incontrare e il salutare un compagno di emozioni, e soprattutto di vita.
Ecco il momento del terzo personaggio, la seconda ragazza. Arianna, 19 anni anche lei, coetanea di Silvia, studentessa di scienze del turismo a Milano. Ragazza sensibile,bella,simpatica e generosa. Luca è stato per lei quasi da subito amico, un punto di riferimento. I due si sono conosciuti nell’estate del 2012, quando Luca arrivò come educatore professionista al suo oratorio, con il compito di dirigere il centro estivo. Ma è nell’estate del 2013 che Luca diventa davvero amico di Arianna, aiutandola a risolvere alcune spinose questioni di quella fase della sua vita. Dovrà passare un altro anno perché Arianna diventi amica di Luca, con la complicità ancora una volta della bella isola del Mediterraneo, quella Sardegna, voluta e sognata per la vacanza estiva da Cristian, ragazzo di Arianna di origine sarda, che realizzò in quell’estate il sogno di una vacanza nella terra tanto amata. Niente borghi, ma una spiaggia dal sapore caraibico del nord-ovest dell’isola, nei pressi di Alghero. Un pomeriggio di chiacchiere e di emozioni. È curioso che in quella vacanza anche Silvia e Arianna, conosciute poco tempo prima, si ritrovano a condividere emozioni e a stringere amicizia.
Arianna la musica ce l’ha nel sangue: amante della danza, frequentatrice di gruppi di Zumba, non riesce a stare ferma quando parte un ritmo di qualunque tipo, complici forse anche diverse vacanze in luoghi esotici, dove la musica fa da padrona nella cultura e nella vita quotidiana.
Il papà di Arianna, Maurizio,è un fan degli anni 80 di Claudio,uno di quei ragazzi dell’epoca che aveva consumato l’LP de “La vita è adesso”,cantando e imparando ogni brano, da “Amori in corso” a “Andiamo a casa”. Fan fino a “Sono io”, disco del 2003, perso poi negli anni delle raccolte plurime di Baglioni. In qualche modo i Chieppe (così si chiamano di cognome) Baglioni ce l’hanno nel DNA, nel sangue; serve solo qualcosa che lo faccia venir fuori. Così Arianna,arrivata a 17 anni,pronta alla vita, inizia ad emozionarsi alla vitalità de ” La vita è adesso” e alla “botta di energia” di “Con Voi”.
Per i suoi 18 anni Luca decide di regalarle il biglietto dell’ultima data del ConVoiReTour,rigorosamente in piccionaia, a Milano. I due vanno al concerto, e con loro si aggrega proprio Maurizio, che per una notte torna indietro ai suoi vent’anni. Arianna apprezza lo spettacolo e l’artista, ma non è ancora il momento della passione. Quella scatta dopo l’incontro di RTL.
Si, perché con Silvia e Luca a RTL c’era anche lei. Luca era riuscita a convincerla a fare una pazzia, approfittando per passare un pomeriggio in compagnia, e, perché no, del provare ad incontrare Claudio Baglioni, che comunque lei apprezzava come artista.
È qui, davanti ad un casermone vetrato di Cologno Monzese, che le strade di “quelli delle ultime file” si incontrano tutte e tre con quelle di Claudio Baglioni. Qui Arianna è colpita da qualcosa, e più che dalla simpatia, è colpita dal l’umanità dell’uomo-Claudio. Anche per lei arriva il momento della musica, ed è subito incanto.
Un incanto che ha il culmine nella gioia di un primo e caldo sabato primaverile, è l’aprile 2016. È notte, e Arianna ha bisogno risollevarsi da una giornata difficile e pesante: si ritrova, fianco a fianco a Luca, a ballare e cantare a mezzanotte nel centro di Pavia sulle note de “La vita è adesso” in diretta telefonica da Rimini. Qualche giorno prima, un emozionante concerto al PalaOlimpico di Torino dei Capitani,in cui Claudio aveva giù la voce,e il pubblico lo ha coralmente accompagnato con il cuore e con la voce nella fatica immensa di quel momento. Due momenti in cui Arianna, ragazza splendida, positiva e vitale, trova nella musica di Claudio vitalità,e nuovo sguardo sulle cose.
Eccoli, “quelli delle ultime file”, sono Luca, Silvia e Arianna. Perché questo nome?
“Ultime file”, perché questa è la loro posizione ai concerti.
“Ultime file”, perché, pure appartenenti a due generazioni diverse, sono giovani rispetto ai fan di Claudio Baglioni, a quelli che anagraficamente sono più i suoi fan.
“Ultime file”, perché in qualche modo si sono emozionati alle spalle, dal nulla, senza conoscere Rossella Barattolo ne Paola Massari, senza essere clabber (Luca ha fatto la sua prima e unica tessera a dicembre 2015), senza aver visto un milione di concerti.
“Ultime file”, perché si sentono gli ultimi arrivati, soprattutto le ragazze, rispetto a chi mangia a colazione pane, caffè latte e Baglioni.
I ragazzi delle ultime file hanno però avuto la fortuna di incontrarlo più volte Claudio, con pazienza e tenacia,desiderosi di incontrare l’uomo prima ancora che l’artista,ascoltando quello che ha da dire più che lo stile con cui lo dice. Ok, aggiungiamo per le ragazze quel punto di bellezza estetica (in Claudio, non in Luca, che non può arrovellare la bellezza come sua migliore qualità) che male non fa.
Loro sono “i ragazzi delle ultime file”, e come loro delle ultime file ce ne sono tanti. Ne hanno conosciuti diversi delle “prime file”: quelli che seguono Claudio dovunque,che si fanno tutti i concerti all’anno,che non lo lasciano in pace,che non hanno una vita al di fuori di Claudio. Luca ha avuto la fortuna con qualcuno di stringere dei bei legami di amicizia, ma tutti e tre li hanno conosciuti, quelli delle “prime file”.
Che cos’hanno di diverso da loro? Nulla.
Loro decidono di spendere tempo, soldi e fatica per le prime file. Mentre invece gli altri no. Esiste una differenza gerarchica? No, non esiste. Prime e ultime file sono accomunati dal desiderio dell’incontrare un uomo che in qualche modo ha segnato la vita di ciascuno di loro, leggendo in parole e musica sogni, paure, incertezze e desideri. Un uomo che li ha fatti piangere, ridere, emozionare e far battere il cuore nello stesso momento, dalla prima all’ultima fila. Allora, è inutile parlare di prime file e di ultime file. Perché davanti alla musica e all’arte la fila è unica, è quella dei veicolo del cuore.
Perché se la musica, dalla prima o dall’ultima fila, riesce ad unire, a far provare emozioni, e addirittura a far nascere legami, allora vuol dire che la fila è una sola, è unica. E, da dovunque si veda lo spettacolo, che sia sempre un buon concerto. Se si incontra l’artista mille volte, o lo si guarda dallo schermo della TV, che sia sempre un tuffo al cuore. Che questi ragazzi delle ultime file siano il segno che c’è bisogno di “una nuova immensità”, di “guardare con semplicità”, di “tornare piccoli”. Così, scopriremo che davanti all’arte che amiamo, in realtà siamo tutti “ragazzi delle ultime file”.
LUCA BERTOLONI
Bravi ragazzi, continuate così. Claudio è un grande autore, grande uomo, una persona rara e preziosa. C’è solo da imparare da lui e seguirlo con grazia e discrezione Mai stata in prima fila, sempre nelle retrovie a saltare sulla vita e cantare a squarciagola per stare bene, divertirmi e immergermi completamente nella sua musica, col mio inseparabile binocolo da teatro per cercare di scorgere un po’dei suoi occh,i qualche espressione del viso, le mani sul piano o sulle corde della chitarra……che emozione. Non sono mai riuscita a stringergli le mani e dargli un abbraccio, non ho avuto la fortuna dalla mia parte. Ma va bene così importante è la vicinanza, anche quando si è lontani. Auguro anche a voi buona vita….e sempre tanto entusiasmo e passione per il nostro Mago Poeta Capitano! Ciao vi abbraccio Patricia
I ragazzi delle ultime file. Quante cose avete capito da lì. Dalla vostra posizione defilata siete riusciti a comprendere la grandezza dell’artista ed ad apprezzarne il valore. Avete trovato la spinta per conoscere una persona per bene e scoprirne la disponibilità. Avete capito quel che c’era da capire e vi siete garantiti una passione che prevedo durerà nel tempo. Forse la prima fila non ve lo avrebbe consentito con altrettanta chiarezza costringendovi a concentrarvi su voi stessi e sul vostro dover essere lì anche a discapito dell’emozione. Il mio primo concerto risale al 1981. Qualche anno fa! L’ultimo, con incontro fuori dal Foro Italico, qualche sera dopo di voi, l’ho anche raccontato qui. Mai una prima fila. Da ragazza mi sarebbe piaciuto. Poi ho capito che non ho bisogno di vedere Claudio a due metri contandogli le gocce di sudore per leggerne l’intensità espressiva, per apprezzarne l’interpretazione, per ascoltarne le parole e farmi raggiungere dalla musica e dall’emozione. Perchè quelle arrivano anche alle file dietro. Intatte. Da allora e sinora. Ho capito che lui non ha bisogno di sapere se ci sono perchè tanto non sa chi sono e che a me basta esserci, ogni tanto. Quando capita. Perchè, comunque, ogni volta la magia si ripete. Ed è quello che vi auguro. Che possiate vivere questa recente passione ancora a lungo e, nel tempo, conoscere ed apprezzare ogni sfumatura del repertorio e dell’opera di Claudio con la certezza che non vi deluderà mai e che ogni volta che canterà per voi o voi canterete le sue parole arriverà dritto al cuore, scavalcando tutte le file, esaltando un momento bello o aiutandovi a superarne uno brutto e regalandovi sempre la magia di un’autentica emozione. E non temete ogni volta che sarete lì, anche se lontani, la vostra emozione arriverà oltre le prime file, sino al palco.
Solo chi ha un’anima profonda come Claudio può apprezzare le sue canzoni la sua musica le sue poesie…É da una vita che vorrei fare almeno una foto con lui .potergli stringere la mano .il mio desiderio più grande chissà se si avverrà mai…
Complimenti ragazzi, leggendo questo racconto mi sono emozionata….io e mio marito lo seguiamo dal 1982 e’il nostro compagno di emozioni e di vita.La cosa diciamo strana lo sapete qual’e’….mio figlio allora 4 anni ci ha fatto innamorare di Claudio….ascoltava le sue canzoni con suo zio fan di Claudio.Un abbraccio a tutti quelli delle ultime file e buon viaggio della vita
Questo racconto mi ha fatta emozionare davvero tanto, perché avrei potuto praticamente scriverlo io; sono anch’io una ragazza delle ultime file, 18 anni e un amore trasmesso da quello di una mia amica ed esploso nell’abbraccio di un firmacopie. La platea, purtroppo, non so nemmeno cos’è, eppure quei quattro concerti a cui ho potuto assistere sono stati lo stesso gioia ed emozione all’ennesima potenza. Le persone che ho conosciuto, le attese interminabili che rifarei altre mille volte, il senso di pace quando lo vedo davanti, la gente come me che sa di cosa parli e la poesia che mi accompagna ovunque. Il desiderio di essere nata prima, per tutte le cose che mi sono persa. Le lacrime o i brividi, quando trovo un senso nuovo alle sue parole. Gli infiniti grazie che vorrei dirgli.
Spero che le due ore di attesa siano state seguite da una nuova, bellissima emozione. Grazie per questo racconto. ☺
Cari ragazzi delle ultime file,
complimenti per avere capito la Grandezza di un artista come Claudio e la Grandezza di un Uomo come Lui… persona rara… E’ bello e consolante che anche giovani come voi ne scoprano tutte le qualità.
Vi abbraccio e vi auguro di assistere a tanti altri concerti…in prima fila….
Gigliola
Bellissimo qyesto racconto..io che tento di accaparrarmi la prima fila solo per avere Claudio che adoro oramai da una vita, piú vicino, ammiro questi ragazzi che seguono questa passione con entusiasmo..ed è proprio vero..l’amore per il nostro Mago è immenso sia che lo ascoltiamo dalla prima sia che lo ascoltiamo dall’ultima fila
Già veramente bellissimo racconto…mi ha fatto sognare di incontrare Claudio..il mio primo concerto a 14 anni 1986..Assolo…da allora sono andata nellultime file…al centro e anche in terza fila….ma sono stata sempre in prima fila con il cuore…l’ultimo concerto a Pesaro il 16 marzo…ho sperato e cercato di incontrarlo ho sognato di stringerlgli la mano e ringraziarlo…continuerò a seguirlo ed inseguirlo !!