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Mille e più incantesimi per Claudio Baglioni

L’Italia (e il mondo) degli apocalittici attacca da sempre i Social: ci fanno vivere in una realtà virtuale e non reale, ci fanno credere cose non vere, non ci fanno vivere i veri rapporti, eccetera eccetera….

Eppure i Social in questo Al Centro hanno fatto un piccolo miracolo, lanciando la moda dell’organizzare spesso coreografie per Claudio. Non è la prima volta che accade tutto questo: già con la tournée indoor dei Capitani Coraggiosi avevamo assistito a qualcosa di simile, con tanto di “consacrazione” da parte di Claudio, che in quel periodo postava su Facebook quasi una foto al giorno.

Questa volta, a questo giro, le cose sono andate ancora meglio. Forse il merito è stato dell’inizio col botto: quella megacoreografia all’Arena di Verona, sulle note di Strada facendo, che aveva coinvolto 50 persone sotto la guida di Doremifasol, ed in collaborazione con altri gruppi di fan, tra cui i Rimbaglioniti.

Si è così creato una specie di circolo che unisce i baglioniani d’Italia, e al contempo che unisce l’Italia: da Milano a Napoli, da Torino a Roma, un sottile fil-rouge che unisce i fan di Claudio.

Mi viene in mente un’immagine: ricorderete senza dubbio quei disegni che troviamo o nel Topolino (la rivista per bambini) o sulla settimana enigmistica, che si formano unendo dei pallini con delle linee. Ecco, credo che la realizzazione di queste coreografie (soprattutto, su tutte, quella all’Arena) sia un po’ la stessa cosa: tanti pallini in tutta Italia, che uniti da linee (che sono i viaggi in treno, le telefonate, i gruppi di WhatsApp, la fatica dello scambiarsi le idee, ecc…) vanno a formare la figura della coreografia.

Non importa se la coreografia sia grande o piccola. Le cose importanti credo che siano due. Che unisca. E che sia colorata.

Una coreografia così deve unire. Deve unire i fan a Claudio, rimarcando un legame di cui è ben cosciente lo stesso Claudio (lo testimoniano i tanti brani dedicati ai fan, come Acqua nell’acqua, Fianco a fianco o Con voi).

Deve unire i fan fra di loro. Sappiamo quanta discordia e quanta potenza divisoria c’è non solo tra i fan, ma tutti i gruppi di uomini.

Perché noi ingenuamente crediamo che avere opinioni diverse o vite diverse voglia dire per forza farsi la guerra. Tendenzialmente, io preferisco confrontarmi anche con persone che non la pensano come me, e magari sono carissimi amici; se fossimo tutti uguali, sarebbe un mondo piatto. Nonostante le idee e le differenze, si può essere uniti grazie a qualcosa che unisce. Questo qualcosa è l’affetto, forse perfino l’amore: in questo caso l’affetto per un cantante, soprattutto anzi per un uomo.

Poi, la coreografia deve essere colorata. Claudio ama i colori.

Paolo Jachia, grande studioso di storia della canzone, ha parlato di un primo Baglioni “in bianco e nero” e un secondo Baglioni “a colori”: il primo Baglioni in bianco e nero ha comunque dei colori, appunto il bianco e il nero (il Baglioni di Poster, di Nel sole, nel sale, nel sud, del Pivot, ecc…), il Baglioni delle rifrazioni, delle solitudini e delle angosce, ma anche delle singole vite in cerca di una strada.

Il secondo Baglioni è quello a colori, quello che cerca le vie dei colori per dare un senso alla propria esistenza, e il senso lo trova in sé stesso, negli altri, nella musica, nel mondo che lo circonda, nell’aiuto agli altri. Sono colorate tutte le coreografie, dal passaparola dei telefonini di Avrai ai lumini di Questo piccolo grande amore, dalle candeline rosse ai cartoncini colorati dell’Arena, che indicano proprio questo cammino per le vie dei colori.

Colori e unione fanno una sola cosa: incantesimo.

Claudio ci ha parlato dei mille e più incantesimi che faceva lui (e li faceva per noi, anzi, li fa: pensiamo agli “incantesimi” delle coreografie).

Bene, ora tocca a noi farli a lui.

E i Social rendono possibile tutto questo. Sempre Claudio aveva predetto anni fa la dicotomia attori/spettatori: Claudio parlava della vita ed utilizzava l’arte (del cinema e del teatro) come metafora.

Ora quest’arte si fa vita, e non è più la vita che parla dell’arte. Gli spettatori si fanno davvero attori, e lo fanno perché lo vogliono. D’altronde, siamo nell’epoca della convergenza, dove anche lo spettatore televisivo si fa un po’ “attore” (pensate a come commentiamo le Serie Tv, all’on-demand che ci permette di costruirci i nostri palinsesti personali, ecc…).

Così avviene anche nel tour: non guardiamo, ma partecipiamo. La cultura partecipativa è una grande novità degli anni Duemila. E noi fan di Claudio non siamo da meno.

Grazie a tutti coloro che hanno preparato questi incantesimi, non cito nomi per non dimenticare nessuno.

Grazie a chi crede che la partecipazione sia una delle forme più alte dell’affetto, più alto della passività.

Grazie a chi tiene unito, invece che dividere.

Grazie a chi colora, perché il grigio non piace a nessuno.

Grazie a chi fa, perché le parole da sole non bastano.

Grazie a Claudio, che rende tutto questo possibile.

Restiamo uniti, non perdiamoci di vista nel coraggio di riprenderci. Abbiamo bisogno di colori. Abbiamo bisogno di viaggiare. Abbiamo bisogno di incantesimi.

Luca

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

4 Commenti

  1. Ciao Luca, nel tuo (ottimo) articolo, hai citato lo show “Capitani Coraggiosi”, un altra magia realizzata da Claudio Baglioni insieme all’inossidabile Gianni Morandi.
    Quello show , come sai, non avrà un sequel, ma oggi ha un suo tributo che si chiama “Caporali Coraggiosi”, volto a omaggiare un mix musicale unico e di grande pathos.
    I social, Facebook in primis, anche in questo caso hanno aiutato a far conoscere il progetto, anche se di recente costituzione, al punto di raccogliere oltre 11.000 persone in soli 8 concerti nel 2018 e che, oltre ai concerti programmati, nel prossimo autunno inizierà una tournée teatrale.
    La cosa più bella è che proprio i “baglioniani” e i “morandiani” ci fanno i complimenti, perché capiscono l’enorme rispetto verso questi enormi artisti italiani che continuano a regalarci emozioni e sorprese.

  2. Ciao a tutti i fans di Claudio
    Io c’ero sabato al forum è stato un grande “Mago”una serata bellissima magica che porterò sempre nel mio cuore
    Vi auguro una buona pasqua a tutti e buona vita
    Un grande abbraccio aLUCA POETA ” E A CLAUDIO

  3. I commenti sono bellissimi. E’ vero che il pubblico ha una parte importante nei concerti di Claudio Baglioni. In genere e’ unito e scattano tante amicizie, tanti amori. Questo l’ho visto sull’arco di una vita. E’ il solo cantautore che ii conosca ad aver regalato tre ore di concerto circa ad ogni evento. E’ tantissimo perche’ l’emozione risentita alla fine dei concerti era vicina alle lagrime che sgorgavano pur davanti ad uno spettacolo di vita intensa…di vita adesso.

  4. Ciao a tutti.
    Il 12 aprile scorso ad Assago ho contributo, con la mia piccola luce, a formare quell’enorme ‘Grazie’ per Claudio .
    È successo per caso avendo trovato attaccate alla mia sedia le ‘istruzioni’ per fare questa splendida sorpresa al nostro idolo.
    Ho capito che avevamo fatto qualcosa di magico quando ho visto Claudio, terminata la canzone, guardare verso di noi ed emozionato ringraziarci a sua volta ….
    È stata una bellissima emozione anche per me vedere poi la fotografia del risultato!
    Grazie a chi ha organizzato tutto!

    Buona vita.
    Sonia

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