Il corpo e la vita nella musica di Claudio Baglioni
Sandro De Bonis per doremifasol.org
La musica sfugge ad ogni definizione, slitta ad ogni presa del concetto e della chiarificazione logica, può essere nominata per immagini, per figure che continuamente supera. La musica non ha un referente fisso o un significato preciso. Questo non vuol dire che la sua natura sia eterea, spirituale, o che abbia a che fare la metafisica. La musica fa parte della vita, partecipa alla vibrazione universale, essa è movimento che accompagna l’ordine cosmico, è fatta dalla stessa sostanza del mondo natura, possiamo dire che è la vita stessa.
La musica di Claudio Baglioni è traccia di questo intrigo, espressione dell’affascinante gioco serio della vita, che di rimbalzo ognuno di noi vive e trascrive con le corde del proprio cuore, che si presenta come palpito che scalda, tonalità che colora, sottofondo che accompagna, ritmo che carica.
La musica di Claudio è in correlazione con il movimento della vita, la sua arte è espressione e ricomposizione di tale processo, per questo i suoi brani parlano di me come a tutti noi, del mio abitare ed essere al mondo; nel voler inseguire le speranze di una vita; nel segnare su questo foglio tracce di me e del mio corpo che continuamente rilanciano e vogliono più vita.
Tutto quello che vivo e sento passa dal mio espormi con il mio corpo, non come grezza materia o coacervo di istinti, ma come centro di una passione di un’emozione che mi attraversano e che mi fanno stare qui adesso e che mi portano ad amare la vita.
La musica di Claudio è espressione di un’arte fenomenologica, sguardo che coglie l’esistenza nel suo farsi, come processo che si snoda, come un fatto che ti appartiene, come un fatto che dice di te adesso. L’arte fa vedere questa articolazione che è la vita, nella quale ognuno è artefice e protagonista. Claudio con le sue immagini mette in evidenza volti e umori, timori e gioie che appartengono a tutti noi.
Incontrare l’arte di Claudio è fare visita a te stesso, senti che quello che racconta riguarda la tua vita, ti ricorda che sei affidato te stesso, dentro una storia che è la tua. Allora la musica mi fa capire che tutto quello che vivo è filtrato, appreso e rappreso dal mio corpo, che la vita stessa è un sentire accadere, che il mio agire è influenzato dalla pre-comprensione del mio corpo, questo vuol dire che non mi stacco mai da me stesso. Si è al mondo con il corpo, si ama con il corpo; il corpo è tutto, questo non è volgare materialismo, ma è genuina realtà e nuda verità. Vivere è sentire tutto questo, tutto quello vedo è un continuo rimando per me, tutto quello che esiste si converte per me, per questo ognuno di noi è il centro del mondo che ogni giorno deve riconquistare.
È questo stesso corpo, che precede la logica, che tiene insieme i nostri io, le nostre storie, le nostre attese. Tutto questo lo sento adesso, in questo preciso istante. Io sono corpo prima di ogni rappresentazione, il corpo è la prima presentazione di me stesso. Il corpo è il mio volto; è ciò che di più intimo ho, per questo la musica è il linguaggio della vita naturale, perché è fatta della stessa materia della vita.
La musica mi permette di guardarmi e di sentirmi come persona, mi conferma nella mia identità, non mi fa sentire anonimo ma portatore di un nome, per questo le note annotano il mio nome nel grande componimento della vita. Qui la musica diventa metafora viva, gioco e rimando, simbolo che unisce e continuamente esperisco.
La vita è un campo di relazione e di consonanze che allargano il mio sguardo, per cui sentire è anche uscire e scoprire che ti trovi e ti muovi dentro una scacchiera più grande, questo significa che siamo corpo in composizione, parte di un grande concerto, la vita diviene così, un convivere infinito e grandioso. La musica è simbolo di questo straordinario legame che ci tiene assieme che è la vita ci dona e rivela. Lo percepisco quando incontro un sorriso o quando incrocio uno sguardo che sento battere il mio cuore, sento il corpo vibrare, ogni mio gesto diventa, così, una nota, scopro che io stesso sono in-sintonia con la vita.
Ognuno di noi è sensibilità, questo significa che siamo apertura prima che uno lo decida, questo è un fatto ontologico; siamo essere-in apertura prima di ogni scelta, per questo incontrare il mondo è un fatto naturale.
La musica di Claudio è la messa in scena della sonorità della vita che ci avvolge che ci fa compagnia; è presenza che accompagna; è fisicità che si attacca alla pelle; è un fatto fisico che circonda e circola. La sua arte è convocazione e correlazione; energia che produce empatia; presenza che dona simpatia; ebrezza che accarezza; carica che seduce. Movimento di visitazione e di perturbazione, vento e bonaccia; evento di trasfigurazione e trasformazione; onda e percussione; eccitazione e consolazione; possessione e benedizione; emozione che scuote e smuove; sensazione immediata, mediata e meditata che ci fa stare bene. Tutto questo è espressione della potenza della musica, incanto e sorpresa, di un’arte che Claudio ci dona.
Sandro De Bonis