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Lo chiamavano Agonia ma ha conquistato il mondo

Claudio Baglioni - Il Divo della musica italiana il 16 maggio compie 70 anni

Lo chiamavano Agonia, ma mentre lui cantava milioni di persone si innamoravano, ballavano, si guardavano e, idealmente, lo ringraziavano. E lo ringraziano ancora i figli e i nonni, noi tutti. Claudio Baglioni, 70 anni il 16 maggio, è un patrimonio nazionale. Si può non amare, si può arricciare il naso, si può ricorrere alla categoria del melenso, ma solo per partito preso. Baglioni-Coggio e poi altri con il divo Claudio hanno confezionato negli anni Settanta, fino ai giorni nostri, musiche e parole per canzoni rimaste memorabili e che hanno squarciato, allora, il clima pesante di un periodo ideologico dove anche la musica serviva per essere o non essere qualcosa, e poi accompagnato i mutamenti ideali ed emotivi di un Paese ricco e contraddittorio. Ma non lui. “51 Montesacro…”. Claudio componeva spesso partendo da sé, da Roma, da Centocelle, oggi quasi centro e quasi trendy, ma ieri, cinquant’anni fa periferia schiacciata e lontana dalla città, che avrebbe dovuto essere il perno del Sistema direzionale orientale (lo Sdo), di cui si è parlato per decenni, per liberare la capitale dal peso ingombrante dei palazzi istituzionali e di cui, come spesso accade, non si è fatto nulla, se non nelle parole di architetti e urbanisti.

Ma l’alto valore poetico e romantico dei testi di Claudio Baglioni lo ha reso eterno in Italia e in moltissime parti del mondo. Ha restituito l’estate all’estate, i giovani ai loro anni, l’adolescenza a tutte le sue, giuste e terribili, incertezze. Quando ancora non si era catapultati nel ventre di discoteche con migliaia di altri ragazzi soli e quasi sempre, invece, si ballava nelle feste a casa o sotto casa, nei garage o negli spazi dei comitati di quartiere, brulicanti in quegli anni, e “Con tutto l’amore che posso” lo declinavi in una piccola stanza buia con la sinfonia iniziale, prima delle parole che era l’angoscia nell’angoscia di un attimo fuggente, se capiva, se percepiva, se la traslazione delle sue parole nelle tue riusciva, ma quasi mai accadeva. Perché lui era Claudio e tu lo potevi solo cantare, imitare, celebrare. “E lungo il Tevere che andava lento lento…”, ma a tutte le latitudini arrivavano la poesia e la musica di Baglioni.

Eppure non aveva una voce da facile ascolto… Eppure, ma dai, ascolti Claudio Baglioni, ma lascia perdere, vieni, senti qua. “The dark side of the moon”, Pink Floyd. E allora? Negli anni Settanta l’Italia era piena di musica, di autori e cantautori, ma se eri di sinistra dovevi lasciar perdere i primi o far finta di niente. Perché se ti piacevano Cocciante e Baglioni non potevi ascoltare anche De Gregori, Guccini, Dalla e Lolli, o anche Venditti. E perché no? E farlo era rompere gli schemi. E dirlo, e sussurarle quelle parole, “E tu, fatta di sguardi tu, eri già tutto quanto tu…”, “Sabato pian piano se ne va, passerotto ma che senso ha…”, “Amore bello…”, “Quella tua maglietta fina, tanto stretta al punto che immaginavo tutto…”, “Signoria Lia, stasera stai con tuo marito…”, ma anche “Gesù caro fratello mio che t’hanno fatto, t’hanno sbattuto addosso a una croce e poi dimenticato…”. E poi, “Tu come stai, non è cambiato niente no…” “E come gridavo sul cavallo del barbiere… quante volte ti ho guardato, mentre mi cavavi gli occhi…”. E poi Viva l’Inghilterra, Porta Portese, e poi ”Chi ci sarà dopo di te
respirerà il tuo odore, pensando che sia il mio, io e te, che facemmo invidia al mondo, avremmo vinto mai, contro un miliardo di persone, e una storia va a puttane, sapessi andarci io…”. Un microcosmo accompagnato da un interminabile macrocosmo di musica e testi in cui ognuno può citare i propri e ognuno ha i suoi senza essere nel sogno insieme a quelli di qualcun altro, ed è lo spettacolo nello spettacolo ascoltare in un concerto di Baglioni tutti che cantano quando lui accenna il motivo e nessuno vuole che finisca mai, probabilmente nemmeno lui, ma non si può stare sul palco all’infinito.

E poi oltre le etichette Baglioni che porta quasi tutto il meglio della musica italiana di questi anni a Lampedusa, l’impensabile diventato realtà, il palco nel luogo in cui arrivano i dannati della terra e la musica lieve per esserci dove bisogna esserci senza proclami. Lasciamo agli altri di riempire l’aneddotica infinita di una storia di parole e musica che sta ampiamente superano il mezzo secolo. Qualcuno Baglioni lo ha conosciuto a Sanremo, negli ultimi anni, padrone elegante della scena e anche lì con una platea variegata a cantare con lui cantando. Noi partimmo con l’inedita emozione di spingere il tasto play di un mangianastri.

Fonte articolo

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

3 Commenti

  1. Tanti auguri Claudio compagno da 50 anni. Avevo 5 anni quando un amica mi fece ascoltare Questo piccolo grande amore. Oggi ne ho 55. Grazie, grazie, grazie❤️❤️❤️

  2. Domani sarà il suo compleanno,qualunque cosa puoi fare o dire sarà riduttiva.Artista a 360 gradi,precursore dei tempi è sempre stato avanti a tutti i suoi colleghi;concerto allo stadio Olimpico di Roma prima serata novantamila persone,seconda serata settantamila record che ha superato per numero di spettatori le partite di calcio.Claudio Baglioni è questo e talmente tanto di più, i testi delle sue canzoni si studiano nelle scuole e vengono discusse insieme a tutta la sua vita nelle tesi di laurea. Potrei andate avanti per ore domani ti porterò come me come faccio oramai da un lontano “75”auguri auguri e ancora auguri:viaggiatore sulla coda del tempo.Mary-Maria

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