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Claudio Baglioni, gran concerto nel tempio della lirica

Claudio Baglioni, il pop, i colori: il grande concerto nel tempio della lirica

Prima delle dodici date romane di ‘Tutti su!’, spettacolo da 50mila biglietti venduti. Luci, laser, ballerini, coro, orchestra sinfonica e band: i generi si mescolano sullo sfondo straordinario delle Terme di Caracalla

Claudio Baglioni è l’artista degli estremi, senza mezze misure: nell’ultimo tour nei teatri d’arte era da solo al pianoforte, stavolta lo ritroviamo sul palco accompagnato da 123 artisti: c’è l’orchestra sinfonica del cinema, il coro polifonico “Giuseppe Verdi”, la sua band di 16 elementi e i 12 ballerini che sottolineano i trenta brani in scaletta con coreografie e movimenti scenici. Uno «spettacolo universale», lo definisce lui, di arte varia e sorretto dalle sue canzoni, quel canone pop che ha segnato diverse generazioni e che in questo show si srotola come fosse un film su cinquant’anni di storia italiana.

Con il debutto di questa sera, Baglioni ha aperto con il suo concerto la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. Non era mai accaduto prima a un artista pop: Dodici note — Tutti su! prevede dodici repliche nel tempio della lirica, tra le rovine romane delle Terme di Caracalla. Cade ciò che era rimasto ancora in piedi del muro di separazione tra musiche apparentemente lontane. «Del resto Baglioni è ormai l’artista della casa», dice il sovrintendente dell’Opera di Roma Francesco Giambrone. «Abbiamo sbagliato a erigere barriere: la musica può essere solo bella o brutta». Baglioni si schermisce: «Per sdrammatizzare, direi che noi portiamo un misto di panna, prosciutto e funghi. Con questo spettacolo cerchiamo di mettere assieme discipline e musiche diverse».

Lo show (sold out ieri i 4250 posti, a oggi venduti 50 mila biglietti per le altre date fino al 19 giugno) è innanzitutto uno spettacolo per gli occhi. Le rovine romane che fanno da quinta naturale al palco prendono vita grazie alle animazioni di luci e raggi laser realizzate dal direttore artistico Giuliano Peparini. In apertura, sulle note di Io sono qui, prendono corpo paesaggi che ricordano le scenografie del film di Fritz Lang Metropolis, tecnologia futurista tra i sassi e le rovine.

Carlo Moretti per La Repubblica

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Un Commento

  1. Sono stata al concerto di sabato 4 e ho potuto così festeggiare i miei 50 anni dopo 2 anni di attesa… location suggestiva come poche al mondo…. però….c’è una pecca sulle sedute che sono pensate per bambini non certo per adulti…. Bastava poco per concepire non solo un bel palcoscenico ma anche delle gradinate più comode…. Lo spettacolo dura 3 ore…. Si celebrare l’artista ma non l’organizzazione….

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