Inizia alle 21 in punto il suo concerto, Claudio Baglioni, da grande professionista quale è, in un teatro Politeama, quello di Catanzaro, impegnato ad accogliere gli ultimi ritardatari ed è chiaro, fin da subito, che sarà un inizio in salita per il cantautore romano, costretto a fermarsi più volte nel racconto che si alterna alle canzoni per il continuo vociare in sala. Un sottofondo fastidioso che si protrae per i primi 40 minuti circa di spettacolo e che rovina la magia e l’atmosfera che un concerto così intimo promette di regalare.
Vociare e urla che costringono anche alcuni del pubblico a gridare ad un certo punto “adesso basta!” e che il cantautore riesce a domare fino a farle scemare facendo ricorso all’umorismo e alla sua lunghissima esperienza di intrattenitore. “Ci devono essere degli stranieri in sala” esclama quando, per la seconda volta, è costretto a richiamare chi continua a fare foto utilizzando il flash. Probabilmente altri artisti, meno empatici e tolleranti, all’ennesimo segnale di disturbo avrebbero interrotto lo spettacolo e sarebbero andati via.
Nella mia trentennale frequentazione di concerti non mi era mai capitato di assistere a comportamenti così inadeguati all’occasione.
Ho l’impressione che invece che di stranieri, come ha affermato Baglioni, quel teatro fosse gremito in buona parte di estranei, perché un numero consistente dei miei contemporanei oggi è estraneo a ciò che gli accade intorno, non possiede più: la capacità di adeguare i propri comportamenti ai contesti in cui si trova; la percezione di come i propri comportamenti possano arrecare disturbo agli altri; il pudore di celare, almeno in pubblico, i propri istinti più bassi; il timore di essere giudicato negativamente rispetto ai propri comportamenti; la capacità di vivere il momento presente (senza mediarlo attraverso uno smartphone); la capacità di fare silenzio per cogliere il senso di ciò che sta vivendo.
In questo vortice quotidiano in cui si vive ormai senza rendersene conto, tutte queste qualità che un tempo venivano considerate un valore oggi appaiono prive di senso, vengono addirittura sbeffeggiate e derise, considerate antiquate.
Eppure, se Baglioni resiste da mezzo secolo su questi palchi, è perché di queste qualità ne ha fatto un’arte. E la differenza enorme tra la classe e l’armonia mantenuta nel tempo dall’artista da un lato e la degenerazione del pubblico dall’altro appare in tutto il suo stridore ed è indicativa dell’involuzione della società italiana.
Dov’è questo progresso e questa civiltà che andiamo sbandierando in giro per il mondo? Io non la vedo. Più mi guardo intorno e più avverto un progressivo peggioramento della qualità dell’umanità, un peggioramento che sembra senza fine. E stiamo parlando di un concerto di musica leggera, immaginiamo la discrepanza che questa inadeguatezza potrebbe generare in occasioni cosidette “più colte”. Ieri sera si è avvertita anche l’incapacità, da parte degli stessi disturbatori, di cogliere l’ironia indirizzata loro dal cantautore per stigmatizzare certi comportamenti, indice di un’estraneità emotiva, probabilmente frutto del rimbambimento mediatico, che fa si che ci si possa considerare spettatori anche delle proprie cattive azioni appena compiute e applaudirle.
Affermo da tempo che ci sono, ormai, tutti i presupposti perché la nostra “civiltà” si estingua, anche per questi motivi. Non sappiamo se e quando avverrà ma una cosa è certa: se dovesse accadere quel giorno non se ne accorgerebbe nessuno, distratti come saremo dal continuo disturbo di sottofondo.
Massimiliano Capalbo per ereticamente.it
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Da ammirare Baglioni oltre alla sua bravura nel suo mestiere la sua professionalità. Baglioni per sempre.
Complimenti a Massimiliano Capalbo per l’analisi chiara e schietta che condivido in pieno. Grazie.
Sarà, ma raramente ho visto Claudio felice e soddisfatto come alla fine del concerto di Catanzaro, venerdì scorso. Si e’ intrattenuto tanto con il pubblico dando anche la mano… questi feedback non li concede mai al pubblico “estraneo” o “ maleducato”. Si, è vero, i soliti “non udenti” (veramente pochi e notati) lo hanno infastidito con i flash come purtroppo capita un po’ dappertutto, ma da qui a far passare questo concerto come osceno o come un incubo mi pare davvero esagerato !!! Penso che, in fondo, alcune voci “fuori campo”, (che, piaccia o no, sono comunque manifestazioni dell’amore verso Claudio) abbiano in fondo l’effetto di rendere più originali e simpatici gli interventi del nostro Amato che diversamente suonerebbero sempre lo stesso refrain in modo un po’ troppo automatico … Siate più leggeri … La vita e’ adesso !!!
Cinzia
Massimo ti stimo tanto ma sono sincera questo tuo articolo non mi e’ piaciuto …credo tu abbia esagerato più degli “estranei “… Sono inconvenienti chiamiamoli così che purtroppo accadono in tutta Italia e in tutti i teatri quando c’è Claudio Baglioni !!!credo che Claudio sia abituato a certe cose …. E poi dai era cmq un concerto e non una commedia teatrale !!!
Ma che vuoi dire?
Il mio commento risulterà estremista ma non importa. Io non penso al pensiero puramente politico, io penso solo all’educazione che oggi è davvero merce rara. Sarebbe bello se si facessero qualifiche intellettive e culturali all’atto dell’acquisto di jiglietti, una sorta di test come quelli dove devi escludere di essere un robot. Solo superando il test, si acquista poi il biglietto.
Sottoscrivo ogni parola…
quegli estranei al concerto di Claudio Baglioni che hanno pagato almeno 50 euro a cranio e che se vogliono fargli foto ne hanno tutto il diritto.
Poi sul fatto che loro non si godono il concerto, quello è un altro discorso
Il biglietto lo hanno pagato per assistere al concerto nel rispetto degli altri e dell’artista che lo tiene e non per fare foto e disturbare. Pagare un biglietto non autorizza a qualunque comportamento.
il problema è che non lo hanno fatto godere agli altri che lo stesso hanno pagato 50 o più euro. E il problema è che hanno anche rovinato l’interpretazione di Claudio. Non ci sono scuse, sono solo volgari e maleducati non degni di presenziare a certi eventi.
W il grande mago per sempre!
La buona educazione è segno di civiltà, anche ai concerti “a gratis”… non è una questione di prezzo…
La buona educazione non ha costo. Andrebbe usata sempre, anche ai concerti “a gratis”…
Tra scattare una foto (malgrado la richiesta di non usare flash) e il vociare fastidioso durante uno spettacolo così intimo, sembra esserci differenza. Invece la maleducazione è la stessa.
Mi permetta di dire che non sono d’accordo: l’aver pagato 50 euro a cranio non autorizza nessuno a disturbare, con flash, urla e altro, un artista sul palcoscenico e gli altri spettatori. Certe “esternazioni” non sono tollerate in altre forme di spettacolo. Aggiunga che Claudio ha spesso mostrato fastidio sia per i flash sia per le continue, stupide interruzioni. Perché ostinarsi?
Una vecchia baglioniana (o una baglioniana vecchia?) come me legge queste parole con dolore e sconcerto, e non solo per quanto riguarda nello specifico il concerto di Claudio. Eppure, una mia amica, presente ieri sera a Catania, mi ha detto:”Mi è sembrato di essere partecipe di una grande occasione di cultura, non un semplice concerto pop.” Ma lei è “vecchia “. Come me. Insomma, le occasioni vi vengono offerte, se poi non sapete coglierle….Quanto meno cambiate teatro. E pure artista, è meglio.