Un libro speciale su Claudio Baglioni
Era il 27 ottobre 2017 quando Tony, con un messaggio su Whatsapp, mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto collaborare con Doremifasol attraverso una rubrica tutta mia. Da alcuni anni mi ero fatto notare mandando qualche recensione-riflessione a Doremifasol, un punto di riferimento imprescindibile sul web per il mondo-Baglioni e per i baglioniani, ma mai avrei immaginato di diventarne un collaboratore fisso per diversi anni, almeno fino a che gli impegni lavorativi e familiari mi hanno impedito di mantenere una presenza costante tramite interventi settimanali.
L’idea di Tony, Sabrina e Massimo era semplice: mi avrebbero concesso uno spazio specifico e autonomo – dal simpatico nome “Stasera a casa di Luca” – in cui poter riflettere seriamente (o seriosamente) su tematiche legate a Claudio Baglioni, alla sua opera e ai suoi interventi. Inizialmente, mi avevano chiesto di “commentare” le ultime novità del mondo-Baglioni, con particolare riferimento agli annunci legati a Sanremo. Col tempo, però, la rubrica ha cambiato la sua natura, diventando un vero e proprio laboratorio-officina in cui potevo “sperimentare” diverse riflessioni: su spettacoli, performance, lingua, musica, apparizioni/sparizioni, sulla sua figura, sul suo ruolo sociale, sulle sue parole, etc. È proprio in quest’occasione che nacque in me l’idea di pubblicare qualcosa su Baglioni di più ampio, di più articolato.
In realtà, l’idea di un libro sulla lingua delle sue canzoni risale a qualche mese prima: nel febbraio 2016, leggendo “Ma cosa vuoi che sia una canzone” del prof. Giuseppe Antonelli (2010), ero rimasto stupito nel comprendere quali fossero i tratti che rendevano alcune canzoni di “Oltre” o “Io sono qui” così particolari, ed ero ancora più meravigliato nello scoprire che si trattava di tratti utilizzati qualche decennio prima in poesia dai poeti ermetici e simbolisti.
Così, ho voluto a tutti i costi che la mia tesi triennale in lettere fosse proprio di carattere linguistico, per indagare i tre album sperimentali di Baglioni, da “Strada facendo” a “Oltre”. Questo limite cronologico, però, non mi bastava: avrei voluto allargare questo lavoro a tutto il suo canzoniere, per poterlo completare in modo da realizzare un ritratto reale di tutta la sua produzione; insomma, per capire qualcosa di più su come sono stati scritti gli oltre duecento testi del suo canzoniere.
Certo, dovevo ancora pensare alla tesi magistrale, che però sapevo sarebbe stato uno spazio poco adatto per questa riflessione, sia perché avevo scelto un curriculum diverso da quello linguistico-letterario (ossia quello cinematografico), che perché avrebbe richiesto un lavoro di analisi più che di ricerca, come invece mi era richiesto dall’Università. Nonostante questo, una volta laureato in triennale mi sono messo da subito a leggere in modo matto e disperatissimo tutti i saggi disponibili su Baglioni, cercandoli in diverse biblioteche del nord Italia, proprio con l’idea di allargare la riflessione linguistica iniziata nella tesi triennale a tutto il suo canzoniere. Con il gennaio 2018, ho così iniziato a scrivere concretamente questo libro, proprio mentre iniziavano i miei appuntamenti settimanali su “Stasera a casa di Luca”.
Doremifasol ha quindi ospitato in anteprima moltissime delle riflessioni che ora sono raccolte e pubblicate in questo libro, per questo sono particolarmente felice di poter condividere con voi la sua pubblicazione.
“Frugando parole. Lingua e stile delle canzoni di Claudio Baglioni” è un saggio tecnico e specialistico, non un libro strettamente divulgativo.
Molti di voi, probabilmente, lo troveranno complesso, ma l’invito è a leggerlo lo stesso, nella speranza che il percorso che ho delineato possa comunque essere chiaro anche ai non avvezzi in materie linguistiche e in italianistica. La scelta di questo specifico genere è stata, per me, obbligata: credo infatti che sia assolutamente necessario che l’opera di Baglioni venga analizzata da strumenti tecnici, e che abbia forte risonanza negli ambienti accademici – come negli ultimi anni sta avendo grazie all’intervento di ottimi studiosi (tra cui proprio il prof. Francesco Ciabattoni, che ha collaborato al mio volume con la prefazione e con una serie di preziosi consigli).
Con questo affresco linguistico voglio provare a dimostrare come Baglioni sia un cantautore, un grande cantautore capace di dominare il linguaggio verbale e le parole, e di adattarle alla forma della canzone come soltanto in pochi hanno saputo fare.
A voi, ora, il responso su quanto io sia riuscito in questo scopo.
Per ora, vi ringrazio di cuore per l’attenzione e per la lettura!