Stampa

ConVoiTour a Roma, il report

 Il “ConVoi tour” di Claudio Baglioni, ieri sera, ha fatto tappa al PalaLottomatica di Roma, forte dei successi riscossi nelle precedenti date (tra tutte quelle di Pescara, Caserta ed Acireale, che hanno fatto registrare il tutto esaurito); Baglioni è tornato così ad esibirsi davanti al pubblico della sua città natale a circa tre mesi di distanza dalla serie di concerti natalizi tenuti, per il progetto “Dieci dita”, all’Auditorium Parco della Musica. Ad accompagnare il cantautore romano sul palco del PalaLottomatica (dal quale mancava dal lontano 2007 – anno in cui girò l’Italia dei palasport con il “Tutti qui tour”) un supergruppo composto da tredici polistrumentisti tra cui Paolo Gianolio (chitarre, violoncello e corno francese), Mario Guarini (basso e contrabbasso elettrico), Roberto Pagani (pianoforte e tastiere), Elio Rivagli (batteria e percussioni) e Pio Spiriti (violino), già al suo fianco nelle precedenti avventure dal vivo.

La scaletta del concerto, che alterna alcuni dei più grandi successi di Baglioni dagli anni Settanta ad oggi ad una selezione dei brani contenuti all’interno del suo ultimo album in studio, si compone di trentatré brani per un totale di tre ore; con la conseguenza che lo spettacolo si presenta “come una sorta di antologia”, per usare le parole utilizzate dal cantautore nell’incontro con la stampa poco prima di salire sul palco: una costruzione in cui i brani del passato fungono quasi da fondamenta indispensabili per la costruzione di un nuovo grande edificio (“delle mie opere nuove”, dichiara a tal proposito Claudio). Costruzione che presuppone l’esistenza di un “cantiere”, il quale è rappresentato dallo spazio scenico in cui lo spettacolo è ambientato (con impalcature, pedane e caschetti di protezione – gli stessi che Baglioni ha indossato sul palco dell’Ariston in occasione della sua ospitata al Festival di Sanremo 2014); costruzione che si svolge a quaterne di pezzi: “Ogni quattro brani si sale su un piano di lavoro più alto, sia per quanto riguarda la sonorità delle canzoni sia per quanto riguarda i racconti che propongo con queste. E’ una continua sovrapposizione”, ha spiegato a tal proposito il cantautore.

Claudio appare sin dall’inizio del concerto in grande forma: si muove sul palco con grinta ed entusiasmo, incita la band, scherza con il pubblico e inscena simpatici siparietti con i coristi. Ma sa anche emozionarsi davanti all’impatto emotivo e all’intensità dei suoi stessi testi (in “Amore bello”, ad esempio, la voce rotta dall’emozione lascia per un attimo da solo il coro del pubblico), quasi divenendo parte integrante della stessa emozione che questi trasmettono. Interessante è notare come tra un brano e l’altro non ci siano silenzi: un flusso musicale ininterrotto, una partitura suonata tutta d’un fiato e senza pause. La musica e le canzoni tornano così assolute protagoniste e per le parole (che andrebbero ad ostruire il flusso musicale) sembra non esserci tempo. La prima ora di spettacolo è tutta interamente dedicata ad evergreen quali “Notte di note, note di notte” (sulle cui note Claudio sale sul palco passando direttamente per le prime file della platea – ovviamente scortato), “E tu come stai?”, “Dagli il via” e “Poster” (che vede Baglioni seduto su una panchina posta al centro del palco, con la sua chitarra acustica al collo, interpretare la canzone accompagnato dai cinque vocalist della sua band), ma anche a brani del suo repertorio meno noti (e che il cantautore, fino a qualche anno fa, era solito proporre dal vivo solo in occasione dei raduni con i fan) come “Acqua dalla luna” e “Gagarin”. In mezzo al concerto, il passato lascia spazio (seppur per pochi minuti) al presente, a canzoni di più recente pubblicazione quali “Dieci dita” (“Salta il buio e va, e punta dritto al sole/finché hai musica e un pugno di parole/vivi questa vita finché puoi suonare/e sogna finché hai voce e amore per cantare/che ancora non sei in croce se hai un cuore e dieci dita”, canta emozionato Claudio alla fine del brano), “E noi due là”, “In un’altra vita” e “Una storia vera”. Poi si ritorna al passato, spaziando da momenti di commozione (come nel caso di “Avrai”, che il cantautore propone accompagnandosi al pianoforte, con un quartetto d’archi nascosto dietro ad un grande telo, o di “Questo piccolo grande amore”) a momenti più ironici e ad atmosfere quasi folk (come nel caso di “Porta Portese” e “W l’Inghilterra”).

Quello che Baglioni propone davanti al pubblico della sua città è un concerto dallo spirito rock (che vede il cantautore recuperare anche certi strumenti musicali analogici) e dai contenuti pop, nato e pensato per suscitare la gioia e l’emozione del pubblico (che accoglie con cori e urla di gioia ognuno degli trentatré pezzi in scaletta, divenendo protagonista attivo delle tre ore di musica, e che si lascia trasportare dall’energia che parole e suoni sprigionano – in “Questo piccolo grande amore”, ad esempio, la sicurezza non riesce a contenere la gioia della platea, che si accalca sotto al palco). Il tour, visti i successi riscossi fino ad oggi e viste anche le date multiple sparse in giro per l’Italia, avrà molto probabilmente un seguito il prossimo autunno, come rivelato dallo stesso Baglioni a margine dell’incontro pomeridiano con la stampa.

Articolo Mattia Marzi per Rockol.IT

SETLIST:

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio