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#StaseraAcasaDiLuca – Dittatore artistico

DITTATORE ARTISTICO

#StaseraAcasaDiLuca – Quattordicesima puntata

«Il direttore artistico è come il maiale, non si butta via niente». Ma il dittatore artistico, com’è invece?

Il dittatore artistico è colui che lancia un’immagine, e non solo un logo: i tre colori (giallo/rosso/blu), che invadono gli spot e le pubblicità, ma anche la facciata dell’Ariston, eccezionalmente fiorata dell’arcobaleno dei tre colori scelti dal dittatore, che ci fanno respirare, direbbe Laura Pausini, un po’ di «primavera in anticipo».

Il dittatore artistico è colui che sovraintende la progettazione del palco, concependolo come un nuovo e contemporaneo auditorium, tutto funzionale all’ascolto della musica, e non alla semplice visione di uno show.

Il dittatore artistico sceglie i brani, le parole e la musica: quest’anno meno amore, e più “coraggio della vita quotidiana”, l’ha affermato lo stesso dittatore artistico. I testi sono scritti in sanremese classico, quasi tutti, ma qua e là c’è qualche sprazzo di novità o di interesse (per una mia osservazione sui testi  del Festival clicca qui); però si sa, non è necessario (e non basta) un bel testo per fare una bella canzone: per capire una canzone bisogna ascoltarla tutta, testo, musica e performance. E da martedì sera lo faranno in tanti.

Il dittatore artistico è colui che chiama a raccolta gli artisti della musica: mai come quest’anno sono tanti, e riescono (e riusciranno) a mettere insieme più generazioni (forse escludendo solo i tredicenni, ma per loro è decisamente ancora troppo presto per parlare di Festival).

Il dittatore artistico è come un regista-autore: ha un’idea ben precisa alla base (la musica italiana al centro), e tutto il resto deve dipendere strettamente da quest’idea; un’idea che è allo stesso tempo intuizione, ma anche dictat a cui tutti devono sottostare.

Il dittatore artistico è lui stesso a sua volta un artista, cantate e uomo, decisamente egocentrico, e consapevole di esserlo; tutto deve girare intorno a lui, anche se lui non è il centro: il centro è la musica, e il dittatore artistico è il tramite privilegiato che la musica ha per arrivare al centro del palco.

Il dittatore artistico fa e disfa ciò che vuole: allunga i minuti delle canzoni, aumenta il numero di brani per le selezioni delle nuove proposte, riduce il numero delle poltrone in platea, chiede agli stranieri di cantare in italiano, ecc…

Il dittatore artistico non dimentica che Sanremo è uno show televisivo, e anche un affare di contratti con case discografiche; insomma, il dittatore artistico deve stare in perenne equilibrio.

Il dittatore artistico non ha dimenticato il principio base: se voglio che gli altri si divertano, devo divertirmi io per primo. Infatti il dittatore artistico si diverte, e si diverte alla grande, lo abbiamo visto a Che tempo che fa.

In un tempo in cui la parola dittatore ci porta alla mente ricordi infausti, in un periodo di campaga elettorale dove le strumentalizzazioni delle parole (e dei concetti) diventano armi di una pericolosità pazzesca da tutte le parti, il dittatore artistico ci dà una ventata di positività, non posticcia o banale, ma reale, quindi efficace.

In bocca al lupo, dittatore artistico! Tra una settimana raccoglieremo applausi e fischi, lodi e odi, pregi e insulti. Ma, stai certo, saremo tutti qui. E poi, come hai detto, ti aspettiamo per il ritorno al tuo vecchio mestiere, che in fondo è quello che preferiamo un po’ tutti.

Dagli il via, Claudio! Che questa nuova avventura parta e vada alla grande!

Luca

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

5 Commenti

  1. È come resistere a questo spot con Claudio vestito di bianco con in mano il secchio di vernice? Con quella faccia fa una tenerezza infinita. . Nell’86 immaginavo lui tutto vestito di nero con lo spolverino che poggiava una bottiglietta di drakar noir su un pianoforte ( giù le mani dai diritti d’autore come dice Claudio) purtroppo questo è rimasti un sogno erotico perché Baglioni bnon si è mai concesso alla pubblicità. . . In questa foto è un fiore tra i fiori . . Una rosa. . Il re dei fiori. . Notare l’espressione. . Ma uno dolce così può essere un “dittatore”. !!! Claudio io sono qui in prima fila.

  2. Ti aspetto con grande gioia per vivere con te questa nuova avventura che sarà un nuovo grande successo. In bocca al lupo.

  3. Che dire, speriamo che Claudio metta al centro la musica, ma non la SUA musica.
    Ho letto di duetti con Baglioni su sue canzoni. Io credo che non debba sprecare l’occasiione
    di NON cantare ma di dare spazio solo ai colleghi, partecipanti alla gara ed ospiti, che sono li
    per onorare il Festival della Musica Italiana.
    Ma da quel che ho letto lui canterà, e nemmeno poco.
    E questo, se è davvero così, sarà un grandissimo errore.
    Aspettiamo e vediamo.
    In bocca al lupo Claudio.

  4. Sono proprio d’accordo con te…..a parte Sanremo anche io preferisco il Claudio solo cantante che per me….è tanto!!!!! Comunque dagli il via Claudio noi ti aspettiamo…..tutti qui!!!!!!!!!

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