Finalmente online “Il Caso di Claudio Baglioni”
Carissimi lettori di Doremifasol,
come sapete bene, da anni mi batto per il riconoscimento accademico, scientifico e universitario della produzione di Claudio Baglioni. Negli ultimi anni ho lavorato sodo, prima con le mie due tesi di laurea triennale e magistrale, poi con un intervento in un importante convegno internazionale, e poi ancora con il libro sulla lingua delle canzoni di Claudio, che verrà pubblicato nel 2021 (e che vedrà al suo interno anche l’analisi dei brani del nuovo album). In questo percorso, sono incappato in un importantissimo lavoro che è stato pubblicato su Cinergie – Il cinema e le altre arti, una delle più importanti riviste italiane che si occupano di film studies e di media studies, quelle discipline accademiche e universitarie che studiano il linguaggio filmico e il linguaggio dei media. Si tratta di una rivista di Fascia A, il massimo riconoscimento delle riviste accademiche, associata all’Università di Bologna, nella quale scrivono tra i più importanti studiosi di cinema e di media italiani, di fama nazionale e internazionale (tra i tanti: Roy Menarini, Giacomo Manzoli, Luca Barra, Federico Zecca, Massimo Scaglioni, Simone Arcagni e altri ancora). Riviste come Cinergie si avvalgono di un sistema di doppia revisione: due esperti degli argomenti trattati, normalmente anonimi, verificano il contenuto degli articoli prima della pubblicazione, per garantirne il livello e la coerenza con la letteratura scientifica sull’argomento.
Il mio intervento in questione, dal titolo Possibilità intermediali della forma canzone tra scrittura, cinema, performance e new media. Il caso di Claudio Baglioni, parte dall’idea che il cinema e i media siano stati (e siano tutt’ora) fondamentali nell’opera di Claudio Baglioni, diventando un tratto caratteristico del suo stile. Nel corso di questo articolo cerco di dimostrare questa ipotesi, spiegando anche le modalità con le quali Baglioni, attraverso le diverse spinte intermediali presenti nella sua opera, sia riuscito ad allargare i confini espressivi della forma-canzone, maturando da un lato uno stile personale, e dall’altro lato facendo agire la canzone non solo come canzone, ma come elemento fondamentale del panorama mediale (italiano).
Auguro a tutti una buona lettura, e sono aperto ai vostri commenti e alle vostre curiosità.
Ps. Spero che per tutti voi questa lettura sia l’occasione per capire quanto gli studi umanistici non siano qualcosa di futile e inutile, ma che anzi richiedono studio, conoscenza e grande applicazione; anzi, un paese che non alimenta gli studi umanistici favorisce un appiattimento della cultura e dello sviluppo del paese stesso. Gli studi umanistici, infatti, in particolare quelli di cui mi occupo io, servono per offrire uno sguardo inedito sulla realtà che ci circonda, per questo vanno stimolati, difesi e alimentati.
FROM CINERGIE [Home page]
Intermedial Possibilities of the Song-form Between Cinema, Writing, Performance and New Media. The Case of Claudio Baglioni
Luca Bertoloni
Bravo “POETA ”
Un abbraccio GIÒ 2O15 ❤
Complimenti per il tuo commento e per l’argomento che hai scritto, hai sicuramente scelto il personaggio della musica italiana che è riuscito a ricamare parole per FARE CANZONI.PER QUESTO MOTIVO LO DEFINITO. IL PIÙ GRANDE RICAMATORE DI PAROLE DELLA MUSICA ITALIANA.
Luca, hai fatto un lavoro immenso, chi avrà l’intelligenza di leggerlo, si arricchirà assolutamente. Bravissimo e competentissimo!